“Sentire parlare oggi, nel 2024, di classi separate ci sgomenta e inorridisce” – .

“Sentire parlare di oggi nel 2024 riguardo le classi separate ci sgomentano e inorridiscono“. Così Alessia Démé, segretaria della Cisl VDA Scuola, commenta le dichiarazioni rilasciate dal generale Roberto Vannacci, nuovo candidato alle elezioni europee per la Lega VDA, sugli alunni con disabilità.

“La CISL scuola valdostana, consapevole che siamo in un periodo di campagna politica per le elezioni europee, con questo comunicato non vuole certo entrare a gamba tesa nell’arena politica, ma intende rivolgere un accorato appello chi propone di occuparsi di politiche europee e, più in particolare, di politiche scolastiche, studia i dossier, discute con chi di scuola si occupa seriamente da decenni, perché con tormentoni e “scatti demagogici” (poi magari smentiti o dichiarati non capito) rischiamo di far scivolare la nostra scuola e il nostro Paese in terreni di emarginazione e di arretratezza assoluta” scrive il sindaco in una nota.

Nonostante il quadro normativo nazionale sia considerato tra i più avanzati in Europa, “l’inclusione scolastica ha dovuto fare i conti negli ultimi decenni duramente anche con tentativi di razionalizzazione della spesa pubblica che si sono spesso tradotti, per il nostro sistema scolastico, in tagli lineari. ” ricorda Démé. “Contemporaneamente, le istituzioni educative sono state sottoposte ad una condizione di isolamento nella loro azione inclusiva, a causa della progressiva riduzione delle azioni di sostegno che dovevano essere assicurate dagli Enti locali e dalla sanità. In alcuni casi è stato addirittura necessario ricorrere al contenzioso giurisdizionale, a vari livelli, per garantire l’efficacia dei processi inclusivi. La crisi è stata così acuta da richiedere addirittura l’intervento della Corte Costituzionale per mitigare l’impatto di disposizioni finanziarie che tendono a comprimere gravemente i diritti degli alunni con disabilità”.

Per la Cisl Vda è arrivato il momento “di riprendere percorsi qualitativi, resa finora accidentata e impervia da un contenimento della spesa pubblica che ha interpretato la scuola come un costo piuttosto che come un investimento. In particolare, è necessario completare il piano contenuto nel decreto legislativo. 66/2017 e nei successivi interventi normativi, che hanno rappresentato un tentativo di riorganizzare il quadro delle competenze e delle modalità operative in tema di inclusione. Molti aspetti di questo percorso restano ancora indeterminati, e da questi dipenderà la qualità dei processi inclusivi nelle scuole e l’effettiva attuazione dei principi enunciati dal Legislatore”.

 
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