Arresti a Bari, Pisicchio alla Rivista ‘l’arresto va revocato’ – .

Arresti a Bari, Pisicchio alla Rivista ‘l’arresto va revocato’ – .
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BARI, 29 APR – Per l’ex consigliere della Regione Puglia, Alfonsino Pisicchio, l’esigenza cautelare è inesistente perché non c’è più il pericolo che possa ripetere reati simili a quelli a lui imputati, come ipotizzato dal gip Ilaria Casu nell’ordinanza degli arresti domiciliari notificata il 10 aprile. Il difensore di Pisicchio, Salvatore D’Alusio, lo ha sostenuto oggi davanti al Tribunale del Riesame di Bari al quale ha chiesto la revoca della misura cautelare. Il difensore ha insistito sul fatto che l’esigenza cautelare non è più rilevante perché i fatti risalgono a oltre quattro anni fa e perché Pisicchio non ha più ricoperto incarichi nella pubblica amministrazione da quando è stato estromesso dall’incarico di commissario straordinario dal governatore Michele Emiliano delle Arti, l’Agenzia regionale per le tecnologie e l’innovazione. La Procura ha invece insistito per il mantenimento della misura. La decisione è attesa entro il 3 maggio. Pisicchio è stato arrestato per corruzione e turbativa della libertà delle aste in relazione alla gara da 5,5 milioni per la gestione della riscossione dei tributi del Comune di Bari. I fatti risalgono al gennaio 2020. La gara – secondo l’accusa – era pilotata e in cambio Pisicchio e il fratello Enzo (anche lui agli arresti domiciliari) ottenevano diversi benefici (denaro, assunzioni, promesse di assunzione e finanziamenti illeciti al loro partito) per l’attività di intermediazione svolta nel rapporto illecito tra l’imprenditore vincitore della gara, Giovanni Riefoli, agli arresti domiciliari, e altri pubblici ufficiali indagati, a cominciare dall’allora dirigente comunale Francesco Catanese (anche lui agli arresti domiciliari). La rimozione dall’incarico di Pisicchio ha scatenato un’accesa polemica politica e un’inchiesta della Procura di Bari per violazione del segreto istruttorio. Soprattutto per i messaggi che l’ex assessore ha ricevuto la mattina del 10 aprile da Emiliano che lo invitava a dimettersi (“dimettiti o ti butto fuori”) dopo aver appreso che l’inchiesta contro di lui aveva “acquisito slancio”. Di questi messaggi, di cui Pisicchio ha parlato davanti al gip nel corso dell’udienza preliminare, si è parlato anche nell’udienza di oggi. La tempistica della presunta fuga di notizie è singolare. L’ordinanza del gip è stata depositata in cancelleria l’8 aprile (alle 17.10), pervenuta in Procura il 9 aprile ed eseguita la sera del 10, in un orario del tutto insolito, dopo i messaggi di Emiliano e le dimissioni di Pisicchio. L’ex consigliere già davanti al gip ha negato tutte le accuse: ha denunciato il regolare svolgimento della gara, come ha detto Catanese durante l’interrogatorio. (MANIGLIA).

 
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