Report e situazione cave e cavatori, Rifondazione Comunista: «Solo adesso ci rendiamo conto del problema. È tempo di fatti”.

CARRARA – È Rifondazione Comunista a denunciare il fatto che tutto quello che viene raccontato in televisione accade da anni, commentando così l’accaduto attraverso il Rapporto: «Davvero ormai non ci sono più alibi. Scendere in piazza con una manifestazione basata sulle immagini e sulle parole del programma Report non lascia più alibi. Vedere consiglieri regionali e amministratori locali tra i manifestanti pone subito degli interrogativi: davvero questa politica prende atto solo oggi del modello/sistema-cava mostrato nelle case degli italiani dal programma Report? Nessuno di loro era a conoscenza dei danni ambientali, della ricchezza prodotta dalle aziende e non distribuita, delle morti sul lavoro e delle condizioni “master” a cui sono sottoposti i lavoratori? Erano forse falsità le denunce lanciate negli ultimi decenni da ambientalisti, attivisti, stampa locale e internazionale che oggi trovano conferma nelle immagini scioccanti di Report e nell’arroganza delle parole di un “boss” milionario? Quando Giani, presidente della Regione Toscana, ha dichiarato di voler trasferire la disciplina delle cave del bacino di Carrara alle cave all’interno del Parco delle Apuane, non abbiamo avuto risposte ufficiali da parte di quegli amministratori che erano in piazza a protestare: non condividere quelle parole o considerarle, alla luce di Report trasmesso, un’aberrazione? Oggi, però, la presenza a quella manifestazione richiede una risposta e una conseguenza immediata: i fatti. Per non trasformare quella presenza in una ridicola parata che minerebbe la loro credibilità di amministratori e di cittadini coerenti, servono fatti, servono atti amministrativi che ristabiliscano il corretto rapporto tra il mondo dei “proprietari” delle cave, fatta di falsa filantropia e di ricorsi giudiziari infiniti, e gli amministratori pubblici che hanno il compito istituzionale di salvaguardare la “cosa pubblica”, cioè salvaguardare l’ambiente, salvaguardare i lavoratori, salvaguardare la comunità che rappresentano, comunità che è l’unica vero padrone delle montagne e delle cave. Come Rifondazione Comunista Massa Carrara abbiamo apprezzato la posizione assunta da FHP, gestore della banchina “Fiorillo” del porto di Marina di Carrara, società che fa diretto riferimento a Cassa Depositi e Prestiti: le posizioni di Alberto Franchi non corrispondono alla loro etica aziendale e quindi non si fanno più affari con lui. Se l’etica delle amministrazioni locali, della Regione Toscana, della Provincia di Massa Carrara non corrispondesse all’etica del Franchi e di una Confindustria che anche in questi giorni si lava le mani stile Pilates, allora bisognerebbe avere la schiena dritta, come ha avuto FHP, e rinunciare ad ogni rapporto non amministrativo con quel mondo. In questo caso il nostro supporto non mancherà”.

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