c’è un rinvio, nessuna approvazione. «Rischiamo» – .

29 aprile 2024 15:34

di San Francisco

La lettera dell’ASM di domenica

La discussione sull’approvazione della tariffa Taric avrebbe potuto essere tranquilla? Certo che no e infatti lunedì mattina – inizialmente l’inizio sarebbe dovuto iniziare alle 8.15, il dibattito inizierà mezz’ora dopo – la terza commissione non è riuscita nemmeno a votare sui due punti all’ordine del giorno. Motivo? Cambiamento dell’ultimo minuto di alcuni dati a causa di un errore di sistema sui conferimenti minimi dei rifiuti indifferenziati. Protagonisti a Palazzo Spada l’amministratore delegato dell’Asm Tiziana Buonfiglio e il direttore generale dell’Auri Giuseppe Rossi, chiamati a gestire una situazione non proprio tranquilla. Poi nel pomeriggio la sorpresa che, oggettivamente, è del tutto inaspettata. La questione è stata rinviata su richiesta del sindaco. Al centro c’è la scadenza per l’adozione dei PEF, originariamente fissata al 30 aprile. Con l’Anci che ha chiesto di rinviarlo al 30 giugno 2024. E così sarà.

L’AUMENTO DELLE TARIFFE A TERNI NEL 2024: LA RIPARTIZIONE

I vari attaccamenti e contributi

Famiglie e utenti

Quello che è successo? C’è stata un’immediata riunione mattutina che ha rinviato l’inizio della terza commissione alle 8,45. Abbiamo affrontato più volte l’argomento in questi giorni – il dettaglio con le tariffe nei link sopra – e il dato base è il PEF 2024 con un +2,39%. Da qui il dibattito si è sviluppato a partire dalle parole dell’assessore Michela Bordoni: «Abbiamo lavorato con Asm e Auri per comprendere l’impatto crescente su Terni e sugli utenti. Due gli aspetti: non gravare sulle famiglie affinché rimangano invariate e aumentare la quota variabile sugli non domestici. L’obiettivo è riuscire ad essere virtuosi insieme ad Asm, c’è collaborazione sulla verifica dei costi. Inoltre si va verso l’evasione fiscale per non far gravare il peso su chi paga. Ci rendiamo conto – ha concluso – che in tutta Italia il tema è difficile. I Comuni hanno avuto aumenti sproporzionati”. Molto tecnico l’intervento di Rossi che, tecnicamente, ha provato a spiegare ai consiglieri come funziona il metodo tariffario e i vari passaggi preparatori per arrivare al PEF: «Il problema quest’anno è il valore dell’impatto dell’Istat, l’indicizzazione automatica dei costi è al 14,7%”. In generale, il dirigente dell’Auri sottolinea che «tutti hanno sottovalutato i costi, in alcune zone dell’Umbria anche del 15-20%. Il riequilibrio è necessario nel tempo e questo è un sistema che espone i costi reali del servizio”. Per la sottozona 4 la domanda iniziale è chiara: «Il prezzo di partenza del bando era troppo basso». In aula erano presenti anche il responsabile ambientale Paolo Grigioni, il collega dell’Agenzia unica delle entrate comunale Claudio Carbone e il responsabile unico del procedimento, la dottoressa Giulia Scosta.

TARI/TARIC: OLTRE 70 SINDACI ALZANO LA VOCE. «SOLO ESALTORI, NON VA BENE»

Paoletti e Buonfiglio

«Come lo diminuisci?». L’enigma

Da Rossi qualche spunto interessante: «I sindaci ci chiedono come possiamo ridurre le tariffe? I divorzi – l’esempio pratico – aumentano perché ci sono più matrimoni. La causa principale è l’aumento dei costi, l’unico modo è ridurli. Ma la spesa per il personale vale il 60%, capite cosa significherebbe ridurre questa voce? Facciamo subappalto? Stiamo lavorando al ribasso sui salari? Non so se agli amici della Uil questa cosa piacerebbe”, si legge nell’input. Come a dire che non ne ricava molto: «Cosa ridurremo altrimenti? Il meccanismo Auri cerca di rispettare le esigenze degli operatori e la necessità di mantenere basse le tariffe. E non c’è correlazione tra Pef e tariffe, queste ultime si possono articolare anche con il recupero dell’evasione fiscale e altre problematiche”. Poi è entrato in azione Buonfiglio, accompagnato per l’occasione dal tecnico dell’ASM Fabio Paoletti.

AURI E GLI INCREMENTI DEL PEF 2024-2025

Corridoio e Filipponi

Pazienza e algoritmo del flop

Il numero uno dell’Asm ha aperto il dibattito con una battuta: «Sono io la paziente a cui viene misurata la temperatura corporea», in riferimento alla discreta pressione a cui è sottoposta sull’argomento. «Il Comune di Terni propone in sostanza un aumento del Pef del 2,39%, inferiore al tasso di inflazione. Il gestore è top per la raccolta differenziata e siamo quasi all’80% di raccolta: la tariffa è la più bassa dell’Umbria e i costi riportati nel PEF sono esattamente quelli sostenuti per la parte di gestione. La distribuzione di quel +2,39% tra le trenta categorie è frutto di una scelta non del tutto discrezionale. L’apporto del Comune è quello di mitigare il più possibile sulle utenze domestiche, il contenimento tariffario è possibile anche grazie al recupero dagli evasori parziali o totali di circa 700mila euro”. Ebbene, arriviamo alla notizia delle ultime ore: «Il ritardo di questa mattina è colpa nostra perché c’è stato un ulteriore controllo anche in risposta alle richieste dell’assessore di contenere i conguagli per la quota variabile. Un algoritmo non ha funzionato e il numero dei contributi minimi riconosciuti e già versati è stato sovrastimato del 3%. Adesso l’errore è corretto, il numero delle consegne è diminuito e quindi diminuisce anche la quota”. In soldi? Il costo complessivo del piano 2024 scende da 24 milioni 18mila euro a 23 milioni 638mila euro. Con tanto di emendamento presentato dai consiglieri dell’Ap e una lunga sospensione per andare fino in fondo. Intanto tempi difficili in aula.

Rossi

La disputa politica

Si riprende e gli animi sono tutt’altro che tranquilli – c’è addirittura un diverbio a distanza tra Bordoni e l’assessore Francesco Filipponi -, prosegue a lungo: «Non è consueto che un gruppo politico vada a modificare tecnicamente una delibera», le parole del capogruppo Pd. “Ci è stata notificata una variazione documentale, ne prendiamo atto e chiediamo che venga valutata”, la risposta del capogruppo AP Guido Verdecchia. Chi arriva al dunque è Valdimiro Orsini (TMS): «Grazie a Rossi per la precisazione, ha riconosciuto che se il Pef sale solo del 2,39% è grazie al lavoro degli anni precedenti. Ma il numero di svuotamenti minimi per i beni indifferenziati scende per tutti, prima era 26 per un nucleo familiare con una persona e ora è 18. Ora c’è la nuova proposta di emendamento che diminuisce ulteriormente questa cifra. I cittadini lo devono sapere perché allo stesso tempo tutto ciò non comporti una diminuzione della parte fissa della tariffa. Non va bene”. In tutto questo il consiglio comunale è alle 10, nessuno chiede di votare per l’allungamento della seduta e il risultato è che si vota solo l’emendamento AP, ma non i due atti (tariffe TARIC e adeguamento del regolamento comunale sulla stesso tema). Si va avanti per altri dieci minuti perché Verdecchia chiede a Buonfiglio ulteriori chiarimenti: «Si tratta di una mera correzione di un errore materiale. Nei documenti che avevi, l’unità con una persona aveva 18 contributi minimi, ora sono 17,4. Solo una questione di algoritmo. Il servizio non cambia, gli operatori si ritirano. La riduzione? Coerentemente con la normativa e con le richieste avanzate dagli utenti, vengono educati alla raccolta differenziata”. E di conseguenza la quota base viene ridotta, mentre la quota aggiuntiva viene pagata dagli utenti che superano il numero dei contributi minimi (2 euro ciascuno). Contemporaneamente arrivano tutti gli altri consiglieri, il sindaco Stefano Bandecchi e il deputato Riccardo Corridore. C’è chi è perplesso per la mancata votazione dei documenti. C’è poi spazio per la rissa sulla mozione di sfiducia dell’opposizione alla presidente dell’assemblea Sara Francescangeli.

Catalani, Scosta e Bandecchi a confronto

Bandecchi: «Orsini ha ragione». Seleziona “Immediatamente”

Nel primo pomeriggio è ripresa la discussione in consiglio e il sindaco – che allo stesso tempo ha chiesto più volte chiarimenti al responsabile del procedimento – ha sostenuto parte degli input ricevuti dagli assessori: «Orsini ha ragione», il riferimento a evidenziato il problema dei contributi minimi. «Ma i calcoli sono fatti per gli anni 2021 e 2022 e una legge dello Stato ci dà degli obblighi. Queste cose andrebbero dette al governo centrale, noi ci siamo limitati a fare un’analisi e abbiamo il minor aumento di prezzo possibile. Possiamo distinguere tra utenze private e imprese, ci sono cittadini che non arrivano più a fine mese e quindi questa è la scelta politica. Gli imprenditori faranno uno sforzo, sperando in futuro di poter abbassare la tariffa per tutti. Ripeto, i rifiuti devono diventare una risorsa e noi proveremo a sperimentare. Ora abbiamo deciso cose già stabilite. Nei prossimi mesi ci saranno gli incontri con chi ha già brevettato le attrezzature per la raccolta dei rifiuti che, ‘da sole’, differenziano i rifiuti. La gente potrebbe ritrovarsi a guadagnare per aver fatto bene: verrà creata una commissione comunale per analizzare questo aspetto e ribaltare questa mentalità del cittadino che paga per far smaltire i rifiuti”. Il sindaco ha parlato di un brevetto chiamato ‘Subito’. Incalzanti anche Josè Kenny (IPT) e ancora Filipponi: «Contributi? Passiamo dal 26 al 17,4 e non c’è nessuna riduzione tariffaria”, l’attacco del primo. Allo stesso tempo, una scena curiosa: Paoletti – in aula insieme al responsabile della tariffa dell’Asm, Alessandro Catalani – siede sui banchi del consiglio ed è costretto ad abbandonare il suo posto dopo che Orsini lo ha fatto notare. «Pensavo fosse l’assessore Iapadre, non me ne rendevo conto», curiosa la risposta di Francescangeli.

Catalani

Entra in scena Catalani

Filipponi dal canto suo ha sottolineato – sempre in relazione all’emendamento – che con la vostra “proposta la variazione tariffaria è interamente a carico delle utenze domestiche”. A questo punto entra in scena Catalani: «Per svuotamento ci riferiamo ai contenitori dell’indifferenziato, il servizio resta lo stesso. È essenziale capirlo. In questo modo scoraggiamo chi non presta attenzione a questa precauzione, altrimenti chi è rispettoso verrà penalizzato. La distribuzione tra utenze domestiche e non domestiche? Immutato.” Confronto infinito. «Parlare di Taric come di una sconfitta per la città? Penso che sia da attribuire ad un percorso e non all’ultimo passo”. Orsini dal canto suo non si arrende: «L’incentivo alla raccolta differenziata si fa premiando chi la fa. Non come quello”. Allo stesso tempo Bandecchi chiede ulteriori chiarimenti. «Quel numero (contributi minimi) è un indice per il calcolo, non quante volte passa l’operatore. In termini reali la tariffa Terni è diminuita perché in percentuale è inferiore all’inflazione”. Orlando Masselli (FdI) si è soffermato su altro: «Quante riduzioni tariffarie avete fatto oltre a quelle esistenti? Nessuno”.

Orsini

Il sindaco cambia le carte in tavola: «Rinvio». Il debito

Un Bandecchi più sereno rispetto al mattino. Poco dopo le 15 arriva la decisione dopo tecnici e assessori: «C’è un debito dell’Asm da 2,5 milioni di euro da recuperare, il problema parte da lontano e c’è un po’ di confusione. Si è sempre detto che bisogna rimettere i bidoni in strada, la raccolta deve essere una risorsa. Abbiamo due giorni per votare – il riferimento è alla scadenza attuale del 30 aprile per approvare le tariffe, c’è la possibilità che il governo posticipi la scadenza a fine giugno – qualcosa di nuovo. Alcune delle cose ascoltate sono riflessioni intelligenti: nessuno di noi è idiota e c’è qualcosa di non lineare”. COSÌ? «Servono ulteriori accertamenti che comportano un rischio, un piccolo esperimento (riferito al cambiamento del sistema di raccolta) ci costa 1,5 milioni di euro. Vorrei non discutere questo emendamento (in realtà l’atto vero e proprio). Se dovesse cambiare il governo, avremo due mesi per pensarci. Altrimenti rimarranno le vecchie tariffe, di questo ce ne assumiamo la responsabilità», l’idea è stata lanciata. «La situazione è eccezionale e diversa, i 2,5 milioni quest’anno non potranno essere recuperati. Stiamo salendo su specchi scivolosi”, il riferimento al tentativo di spiegazione di Catalani. Il via libera arriverà con 22 voti favorevoli (maggioranza, Pd e Orsini). Colpo di scena e consigli finiti.

Le tariffe 2024 per le utenze domestiche

Le tariffe originarie per le utenze non domestiche

 
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