«Imola è abbordabile ma attenzione alla semifinale, da lì subito attenzione a Faenza» Il Tirreno – .

«Imola è abbordabile ma attenzione alla semifinale, da lì subito attenzione a Faenza» Il Tirreno – .
Descriptive text here

Livorno 54 anni, Luca Bechi è ormai un allenatore più che esperto nel panorama cestistico nazionale. In vent’anni da capo allenatore ha allenato nella metropoli (Roma), nella squadra famosissima (Virtus Bologna), nella cittadina di provincia (San Severo) e anche all’estero, in Ucraina a Mariupol, subito prima che la guerra la distruggesse al suolo terra. E poi Torino, Brindisi, Cento, l’Ungheria, la Stella Azzurra dei giovani. Negli ultimi tre anni, tre piccoli record: il San Severo ai play-off, il punto più alto della storia del basket nella cittadina pugliese, la salvezza diretta con la Stella Azzurra mai capitata alla squadra romana e la giocata di promozione. -off con Cremona, anche questo è il risultato più alto mai ottenuto dalla gloriosa Ju Vi in 70 anni di storia. Inoltre è un livornese vero, ancora molto legato alla città e al suo ambiente cestistico. Ci sono pochi più adatti di lui per fare progetti per il prossimo futuro di PL e Libertas.

Mister, lei non ha mai allenato in Serie B. Eppure lui la conosce molto bene…

«Sì, perché la Serie B è un formidabile serbatoio di giocatori adatti alla A2, che bisogna conoscere. Prendi Giacomo Dell’Agnello. Anni di apprendistato in Serie B e in due stagioni è diventato un giocatore dominante in A2 tanto che il Cividale gli ha rinnovato nei giorni scorsi il contratto, cosa che si fa quando proprio non vuoi farti scappare un giocatore.

In città c’è già la febbre dei playoff. Due squadre, una prima e una seconda. La gente scruta i tabelloni, guardando al primo turno ma anche a chi potrebbe essere l’avversario in quelli successivi. Proviamo a vedere cosa attende le due squadre.

«Prima di tutto cominciamo col dire che i playoff sono una brutta bestia. Direi che nei playoff contano più i giocatori di noi allenatori. Perché ci sono giocatori che amplificano il loro rendimento nel post season e altri che lo diminuiscono, che si adattano male, che faticano a reggere la pressione di quei giorni”.

È dovuto anche al fatto che giochi a giorni alterni in allenamento?

«Anche questo è un fattore. Ma se a prima vista può sembrare bello vincere la serie 3-0 e prendersi una settimana di riposo, non è sempre così. Anche il riposo va gestito bene”.

Vediamo cosa attende le due ragazze livornesi, a cominciare dal primo posto. Del resto per la PL c’era dubbio da settimane tra Imola e San Severo, che tu conosci benissimo. E’ meglio così o l’altra opzione sarebbe stata più favorevole?

«Le considero squadre dello stesso livello. Per quanto riguarda Imola, ha ottenuto un risultato probabilmente inaspettato e potrà disputare la serie senza ansia da prestazione. PL sicuramente favorito, ma nulla di scontato e massima concentrazione”.

E per un’eventuale semifinale?

«Eh, qui l’asticella della difficoltà si alzerebbe parecchio. L’Avellino ha faticato un po’ in campionato ed era certo solo alla fine dei playoff, ma ora potrà mettere sulla bilancia tutta l’esperienza dei suoi giocatori più importanti. Il San Vendemiano ha avuto un percorso molto regolare, senza alti e bassi, è abituato alla post season. Due cattivi clienti. Ma non dimentichiamo che quest’anno il PL ha fatto qualcosa di straordinario: 16 vittorie consecutive nei campionati nazionali sono qualcosa che capita una volta ogni 10 anni, forse nemmeno. E questo non può essere successo per caso”.

E veniamo a Libertas…

«Qui le difficoltà le vedo più nel primo turno che nel secondo. Faenza è partita con grandi aspettative, in gran parte deluse. Dopo l’arrivo di Garelli le cose sono migliorate ma non al punto da poter dire che tutti i problemi siano stati risolti. Vedo un’eventuale semifinale più morbida, credo che la Libertas sia superiore sia alla Gema che allo Jesi, che sono comunque una squadra solida. Perché la Libertas ha a disposizione anche uomini che hanno giocato tante partite di playoff”.

Supponiamo che una o addirittura entrambe le squadre livornesi raggiungano la promozione. Quale sarebbe la prima cosa che dovrebbero fare?

«Decidere chi tenere tra gli italiani. In A2 ci sono 8 italiani per nascita e titolo di studio. Avere un nucleo di italiani all’altezza è fondamentale. Non ci sono più gli stranieri che da soli salvano le squadre”.

E come si pianifica il budget, pensando dal punto di vista della sicurezza?

«600mila di stipendi complessivi, per un budget complessivo di un milioneduecentounmilionecinquecentomila euro».

Il 5 maggio inizieranno i play off anche per Luca Bechi e la sua Cremona. Come ci si arriva?

“Non soddisfatto, ma con lo spirito di chi sa di aver fatto fino in fondo il proprio dovere e anche di più. La formula A2 di quest’anno è stata pessima: 6 retrocessioni, il 25% dei partecipanti, una su quattro. Roba mai vista. La società, mettendoci a disposizione un budget tra i più bassi della categoria, ci ha chiesto di salvarci in qualche modo, anche passando dai play out. Lo abbiamo fatto direttamente e questo ci ha aperto le porte ai play-off dove ritroveremo l’Udinese, una delle big del campionato, forse la seconda dopo il Trapani. Una partita alla volta…”

 
For Latest Updates Follow us on Google News
 

PREV Genoa, mancava da 34 anni la vittoria fuori casa contro la Roma – .
NEXT “Prevenzione in azione”, visite e test gratuiti al “Villaggio della Salute” di Piazza Pertini. Come prenotare – .