TERAMO – “Una fiera in piena salute e in forte crescita. È cresciuto il comitato e sono cresciuti gli spazi espositivi, abbiamo saturato il parco fluviale, tralasciando purtroppo 21 aziende, tra cui leader nazionali del settore. Abbiamo già deciso di sviluppare altre aree per permettere agli espositori di avere spazio sufficiente”.
COME Antonio Filipponiassessore al Commercio e presidente del comitato organizzatore, facendo il punto sulla 33a Fiera dell’Agricoltura di Teramo che per cinque giorni ha richiamato in città 210 espositori da tutta Italia e decine di migliaia di visitatori grazie ad un ricco programma di convegni, esposizione dei produttori, mezzi e attrezzi agricoli, animali, piante e fiori, enogastronomia e intrattenimento.
Turismo rurale, agricoltura sostenibile, microplastiche, sicurezza degli alimenti di origine animale, gallina nera di Atria, olio, vino e cioccolato sono stati alcuni dei temi al centro dei focus a cui hanno partecipato esperti del settore.
“Anche quest’anno abbiamo cercato di sviluppare una serie di incontri formativi che tocchino il tema dell’agricoltura, delle tecnologie applicate, della parte normativa con le opportunità economico-finanziarie”, ha aggiunto Filipponi.
“La filiera corta diventa fondamentale perché permette di ritornare al concetto di azienda agricola, dove l’agricoltore è capace, con la sua conoscenza e maestria, di produrre a 360 gradi. Non potrà produrre tutto ma non creerà una monocultura che diventerà necessariamente di livello industriale”, ha sottolineato il professore Leonardo Seghettiagronomo, intervenendo al dialogo “Patto di filiera corta nel Medio Vomano”.
“Filiera corta significa produrre diversi prodotti tipici di uno specifico territorio e, attraverso un accordo tra produttori, offrirli insieme alla parte finale della filiera che potrebbe essere la ristorazione e, perché no, direttamente al consumatore che può così degustare sapori che forse ha dimenticato”, ha aggiunto. “Chi dimentica come lavorare la terra dimentica se stesso, ogni terra vale, ognuna con il suo caso specifico: c’è il fattore antropologico capace, a volte, anche di compensare ciò che la natura non gli ha dato”.
Dal canto suo, la chef ha utilizzato legumi locali e una pasta prodotta da un’azienda agricola teramana Patrizia Corradetti preparare una zuppa con ceci, mentre Giuseppe Ialonardi, delegato dei sommelier Fisar, ha condotto una degustazione di liquori prodotti da aziende abruzzesi. Coinvolti anche gli chef della Fic: “La Fiera è un momento importante da sfruttare per lo chef che è colui che trasmette il territorio e le sue espressioni al consumatore finale”, ha detto il presidente provinciale Marta Di Marcoberardinoche hanno guidato la nutrita pattuglia di chef impegnati nei numerosi cooking show.
La Fiera Agricola è stata, come sempre, una festa, arricchita dalla musica che quest’anno è stata in forma itinerante, tutti i giorni dalle 17 alle 19, con i gruppi Malafè Danza, Laccio d’Ampre, i Maccabbari, i Tribù di Farindola e Ma Tru. Nell’ambito della fiera operativa, l’associazione Teramo Children Aps ha proposto anche laboratori ecopedagogici e letture sulle buone pratiche ambientali per bambini dai 6 ai 12 anni.
Il comitato fiera è composto da Izs Teramo, ASL Teramo, Università di Teramo, Coldiretti Teramo, Cia L’Aquila Teramo, Polo Agrario Teramo, Dmc Gran Sasso Laga, Gal Terreverdi Teramane, Gal Abruzzo, Fisar Teramo, Its Teramo, Its Accademia , e Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali e poi Comune, Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia e Bim che hanno contribuito finanziariamente e con il patrocinio di Teramani Costruttori.
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