«La sua opera ha permesso di sconfiggere la vecchia mafia» – .

“Ora è il tuo turno”. Dal palco allestito davanti all’istituto Vittorio Emanuele III di via Duca della Verdura a Palermo, Vito Lo Monaco, presidente del centro studi Pio La Torre, lancia la lotta alla «nuova mafia, che spara meno ma riesce a infiltrarsi meglio nel civile società – sottolinea Lo Monaco – la legge Pio La Torre ha permesso di sconfiggere la vecchia mafia e continuerà ad essere utilizzata per combatterla e sconfiggerla ancora”. Parole che scorrono tra un centinaio di presenti, tutti con gli occhi all’insù in attesa che venga svelato il nuovo murale firmato dall’artista Igor Scalisi Palminteri, che ha ritratto Pio La Torre su una delle pareti esterne della scuola.

L’evento, che ha chiuso l’assemblea nazionale contro mafia e corruzione della CGIL nazionale, è nato da un percorso di condivisione che il comitato A Pio La Torre dell’Iti Vittorio Emanuele III, presieduto dal figlio Franco, ha portato avanti con gli insegnanti e studenti. A scegliere il bozzetto furono i 1.600 studenti della scuola, frequentata in giovane età anche dal politico e sindacalista.

Una scoperta appresa l’anno scorso, quando, parlando con il nipote, insegnanti e bambini scoprirono che quei corridoi erano frequentati anche da La Torre. Erano presenti molte personalità, tra cui il presidente della commissione regionale antimafia Antonello Cracolici, Rosi Bindi, l’ex presidente del Senato Pietro Grasso, il segretario nazionale della Cgil Maurizio Landini. Che ha ricordato che combattere le mafie «per noi significa affermare i diritti e la realizzazione delle persone a partire dai giovani: significa cambiare quel modello sociale ed economico che si è affermato negli ultimi anni che ha prodotto anche un modello di business basato sulla subappalto, sullo sfruttamento e riduzione dei diritti”.

Esiste ancora una fascia elevata e significativa di giovani per i quali, secondo un questionario, il fenomeno mafioso non si riesce a estinguere e anzi resta più forte dello Stato. Quest’anno sono stati coinvolti nel progetto educativo antimafia 1.578 studenti dai 14 ai 21 anni. Nonostante i successi delle contromisure, solo il 20,6% dei giovani intervistati ha risposto positivamente alla domanda se è possibile sconfiggere la mafia. Il 49,8%, invece, non ci crede. Praticamente uno su due. Circa uno su tre dichiara di non avere un’opinione precisa in merito. Sommando gli studenti che hanno selezionato “no” tra le modalità di risposta e quelli, al contrario, che hanno espresso dubbi, si arriva ad una cifra che sfiora l’80%. In sostanza, solo uno studente su cinque pensa che la mafia possa essere definitivamente fuori dai giochi.

Nel video le parole di Vito Lo Monaco, presidente del centro studi Pio La Torre, Franco La Torre, Rosi Bindi e Maurizio Landini

 
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