Benevento, check-up Arco e appare il primo tratto dell’Appia – .

Ridona splendore a tutto‘Arco di Traiano ed intercettare il primissimo tratto della Via Appia. Sono questi i due obiettivi dell’intervento in corso da ieri mattina presso il monumento simbolo della città. Opera il Ministero dei Beni Culturali, soggetto attuatore dei finanziamenti Pnrr di 2,5 milioni finalizzati al restauro del gigante di pietra.

AZIONI

Sono iniziate di prima mattina le attività della società Sistemi, su incarico del sottosegretariato regionale (era presente il responsabile del procedimento) Lorena Jannelli) per effettuare verifiche preliminari sulla progettazione del restauro. Utilizzando un pistone idraulico motorizzato, i tecnici hanno sottoposto a vibrazioni la base di fondazione dell’Arco per testare la stabilità del monumento. Le oscillazioni prodotte dallo scuotimento venivano tradotte in dati numerici da uno speciale dispositivo incaricato di misurare i movimenti. Prove superate a pieni voti dal gigante di pietra bimillenario: «Non si è mosso di un centimetro» ha assicurato a margine delle verifiche Simone Foresta, responsabile archeologico della Soprintendenza, confermando la straordinaria solidità dell’icona beneventana nonostante le (quasi) duemila primavere sulle sue spalle. Oggetto delle indagini è stata anche la verifica della conformazione geologica del terreno di fondazione dell’Arco di Traiano, informazioni acquisite grazie all’esecuzione di un carotaggio del terreno prelevato dall’aiuola alla base dell’edificio, sul lato affacciato su Via San Pasquale. Cioè il punto da cui partiva la Via Appia Traiana, l’opera voluta e realizzata dall’imperatore per abbreviare il percorso tra Benevento e la Puglia. E i carotaggi effettuati ieri mattina hanno consentito agli agenti ministeriali di indagare sulla quota a cui iniziava il primo miglio della strada imperiale: «I rilevatori – spiega Foresta – hanno segnalato significative anomalie nella consistenza del terreno già alla profondità di uno e un metro. mezzi metri. È probabile che possa trattarsi della Via Appia, poiché disponiamo di un’ampia documentazione storica della sua presenza sul sito, ma saranno necessarie ulteriori indagini per stabilirlo con assoluta certezza.

IL RESTAURO

Rilievi finalizzati alla realizzazione di un corposo intervento di restauro che restituirà nuova luce alle superfici marmoree dell’Arco, gravemente ossidate dalle intemperie e dalla polvere prodotta dal traffico veicolare che si accalca in prossimità del monumento. La progettazione è stata affidata da Invitalia al team guidato dall’architetto abruzzese Antonio Zavarellae composto dal geologo Catia Di Nisio e architetti Michele Iorio, Rosa Cristiano, Maddalena Verrillo, Francesco Nocera, Francesco Ricciardi. Un restyling che segue l’ultimo precedente, completato all’inizio degli anni 2000, vent’anni dopo. L’opera rientra nei 6 interventi del Piano nazionale per gli investimenti complementari del Pnrr “Regina Viarum”, legato alla candidatura UNESCO della Via Appia che vede Benevento tra le protagoniste assolute del dossier che si deciderà in estate. Nel piano della città sono compresi anche il Ponte Leproso e l’Arco del Sacramento. È prevista la pulizia generale delle superfici dell’Arco, nonché il consolidamento e ripristino delle parti che risultano deteriorate, con l’applicazione di uno strato protettivo sulle superfici marmoree per difenderle dagli agenti deterioranti esterni. L’intervento mira a rendere più efficace la tutela del monumento, incidendo positivamente sull’integrità materiale e sulla tutela del manufatto. Gli interventi di pulitura e consolidamento consentiranno inoltre di ripristinare una migliore leggibilità dello straordinario apparato decorativo che riveste il monumento, consentendone una migliore fruizione. Il restauro avrà cura di preservare la continuità storica dell’immobile, mantenendo visivamente quella che viene definita la “patina del tempo”, ovvero l’aspetto cromatico formatosi nel corso dei secoli. Le lacune materiali verranno colmate, ove presenti, per garantire la fruibilità del patrimonio informativo storico scritto sul marmo, ma sempre garantendo l’uniformità degli elementi per evitare la realizzazione di un falso storico. Verrà inoltre condotta una mappatura analitica dello stato di degrado. L’intero intervento dovrà essere completato entro il 31 dicembre 2026.

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La mattina

 
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