TRENTO. La Valsugana ha chiesto una soluzione rapida, visti i problemi di ordine pubblico denunciati a causa della comunità di minori non accompagnati di San Vito di Pergine. La Provincia, che aveva promesso una soluzione alle ansie degli abitanti della Valsugano, l’ha trovata in tempi record: tutti a Trento. Ancora.
I ragazzi tornano ospitati nella capitale in contenitori dell’emergenza freddo. Loro tornano (nella foto l’arrivo, ieri pomeriggio) ma non è chiaro se con un progetto diverso da quello che evidentemente non ha funzionato a Pergine, se garantendo più servizi, oppure assicurando la sorveglianza da parte delle forze dell’ordine.
Nemmeno Palazzo Thun lo sa, che ieri non ha avuto comunicazioni di rilievo. E che chiarisce: «Se vengono semplicemente spostati è ovvio che i problemi si ripeteranno. Ma che la catena delle responsabilità sia chiara” ha tuonato ieri il sindaco Franco Ianeselli.
Il minibus è arrivato e si è fermato al teatro Bonomelli intorno alle 16. I ragazzi sono scesi e, a piedi, da soli, senza controllo da parte delle forze dell’ordine, si sono diretti verso la destinazione finale: i container che hanno già ospitato i senzatetto durante l’emergenza freddo. Per loro la Provincia precisa in una nota che “è previsto un piano di accoglienza specifico” ma non è chiaro quale. Francamente l’impressione è che non ci sia.
Ce ne sono 12 in totale. A Pergine sembra che abbiano esasperato le cose: «Si era creata una situazione difficile tra alcuni ragazzi, sostanzialmente due che però incitavano anche gli altri e la comunità. Quindi dopo una serie di incontri con il commissario e con il commissario del governo si è trovata questa soluzione” spiega il sindaco di Pergine Roberto Oss Emer, che non vuole essere visto come uno che scarica la colpa dei problemi sugli altri, ma sottolinea che ci vuole equilibrio: «In trentino ci sono in tutto 80 minori non accompagnati, e noi ne avevamo 30. Mi sembra un po’ troppo”.
Quasi tutti gli altri sono a Trento. Da ieri altri 12.
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