IL FATTO IN CALABRIA. Cercava una badante, finisce in carcere – .

L’operazione “Balkan gate”, all’inizio del 22 giugno 2005, sembrava aver portato alla luce un’intricata rete di criminalità che coinvolgeva individui provenienti da diverse località italiane e bulgare. Le accuse andavano dalla partecipazione ad un’associazione per delinquere, al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, fino al sospetto coinvolgimento nell’alienazione di minori. L’ambito dell’indagine era ampio, 70 persone coinvolte, con un numero significativo di soggetti ricercati, suggerendo che si trattasse di un’organizzazione ben strutturata e capillare. Le accuse: tratta di esseri umani, con l’intento di sfruttarli attraverso il lavoro nero e la prostituzione, oltre alla grave accusa di alienazione di minori. L’operazione ha comportato il sequestro di 20 veicoli, automobili e furgoni, dando un’idea dell’ampio supporto logistico di cui l’organizzazione aveva a disposizione per condurre le sue attività illegali. Insomma, accuse pesanti e riprovevoli data la natura dei reati contestati. A firmare quell’operazione fu Luigi de Magistris, un PM che avrebbe fatto molto parlare di sé nelle settimane e negli anni a venire.
Ben presto, però, quell’inchiesta, come quasi tutte quelle firmate da de Magistris, si frantumarono come cristalli di vetro. Quell’operazione portò al coinvolgimento di 57 persone e ci furono solo due condanne. Va tutto bene per i 55 assolti, direbbe qualcuno, ma in questi fatti non sempre tutto è bene quel che finisce bene. Tra gli arrestati in quel raid finì anche la professoressa Rosa Felicetti. Rosa, insegna italiano e storia all’Istituto Industriale di Catanzaro, dove la sua famiglia risiede da generazioni: il 14 giugno 2011 – si legge su ordinigiudiziari.com – è arrivato il decreto della Corte d’Appello che ha formalizzato l’ingiusta detenzione subita, riconoscendo un risarcimento e, soprattutto, la responsabilità dello Stato per i danni alla sua vita sociale, professionale, familiare e sanitaria. Leggiamo la sua storia sul blog ordinigiudiziari.com che da diversi decenni denuncia abusi, soprusi e deviazioni del sistema giudiziario italiano. «Rosa non ha superato il trauma di quella notte tra il 21 e il 22 giugno 2005, quando alla sua porta bussò la polizia in seguito all’arresto disposto dall’allora pm Luigi De Magistris, allora eurodeputato dell’Italia dei Valori e poi anche sindaco di Napoli per due anni. legislature”.
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