Il caso Ariston – Il Tempo – .

Andrea Riccardi

30 aprile 2024

Una risposta ad “atti ostili”. L’ambasciatore russo in Italia Alexey Paramonov ha giustificato così il decreto con cui Vladimir Putin lo scorso 26 aprile ha ordinato la nazionalizzazione della filiale russa del gruppo Ariston Thermo con il suo passaggio sotto il controllo della statale Gazprom Household Systems. Una posizione che Paramonov ha espresso in occasione della convocazione alla Farnesina disposta dal ministro Antonio Tajani. Il diplomatico di Mosca è stato ricevuto dal segretario generale della Farnesina, Riccardo Guariglia, che ha espresso il “forte disappunto” del governo per questo provvedimento, chiedendo chiarimenti sulle motivazioni che “non hanno alcun fondamento in diritto, soprattutto considerando che si è trattato di adottato nei confronti di una realtà che ha radici storiche nel Paese e che non ha alcun legame con l’attuale situazione di crisi internazionale”.

Paramonov ha spiegato che Mosca agirà in questo modo contro le aziende degli Stati che hanno adottato sanzioni contro la Russia in seguito alla guerra in Ucraina. Il provvedimento ha interessato anche un’azienda tedesca e sono oltre ventuno le aziende per le quali misure simili sono già state avviate dal Cremlino. Guariglia ha poi espresso l’auspicio che “la Russia possa riconsiderare” il provvedimento anche alla luce della sua natura temporanea, ricordando anche la dura presa di posizione dell’Unione Europea nei confronti del “mancato rispetto” del diritto internazionale da parte di Mosca, quando ha adottato il provvedimento. Tajani “si riserva il diritto di indagare sulle conseguenze della decisione russa insieme ai partner del G7 e dell’Ue e di valutare una risposta adeguata”.

Un avvertimento che non sembra intaccare la determinazione russa. Paramonov ha risposto, secondo il rapporto dell’ambasciata russa, fornendo “spiegazioni esaurienti” sulla “legalità e giustificazione delle decisioni prese”. Misure, ha proseguito, “prese in risposta ad atti ostili e contrari al diritto internazionale degli Stati Uniti e dei suoi stati esteri affiliati volti a privare illegalmente la Russia, i suoi rappresentanti legali e gli individui del diritto di proprietà situata nel territorio di quei paesi” . Sono le autorità italiane, ha esortato Paramonov, che devono sentirsi responsabili delle “conseguenze negative” derivanti dalla “distruzione” delle “fruttuose relazioni commerciali ed economiche” che un tempo esistevano tra Mosca e Roma. A tal proposito, il ministro delle Imprese e del Made Italy, Adolfo Urso, ha telefonato al presidente del gruppo Ariston Paolo Merloni e all’amministratore delegato Maurizio Brusadelli, per spiegare le azioni intraprese dal governo insieme a Bruxelles sullo sviluppo di nuovi strumenti, nell’ambito del ambito del quadro sanzionatorio comunitario, volto a tutelare le imprese italiane ed europee colpite da analoghi “atti di ritorsione”. Un’aggressione economica, quella della Russia, inserita nel quadro più ampio della guerra in Ucraina, che ha progressivamente portato l’Occidente a tagliare ogni legame politico e commerciale con Mosca.

Ma per Kiev l’aspetto cruciale in un conflitto che la vede militarmente svantaggiata continua ad essere quello della fornitura di armi. Lo ha ribadito il presidente Volodymyr Zelenskyj dopo aver incontrato nella capitale ucraina il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg. Per quanto riguarda il “sostegno tempestivo al nostro esercito”, ha lamentato Zelenskyj, “ad oggi non vedo ancora nulla di positivo”. Le forniture, ha proseguito, “sono iniziate ma questo processo deve essere accelerato”, anche perché la Russia “sta approfittando di una situazione in cui aspettiamo forniture dai nostri partner”, preparando “nuove azioni offensive”.

 
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