“Chiusura anticipata della centrale? A Brindisi siano garantiti innanzitutto occupazione e sviluppo” – .

“Chiusura anticipata della centrale? A Brindisi siano garantiti innanzitutto occupazione e sviluppo” – .
“Chiusura anticipata della centrale? A Brindisi siano garantiti innanzitutto occupazione e sviluppo” – .

INTERVENTO/ Prendiamo atto delle dichiarazioni del Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin, intervenuto nell’ambito del G7 in corso a Torino, sulla possibile uscita dal carbone e sullo smantellamento della centrale Federico II, ancor prima la data fissata per dicembre 2025; Ci saremmo però accontentati se la soddisfazione con cui intendiamo, come Italia, essere i primi della classe, fosse corroborata da alternative contestuali, frutto della consultazione sociale, al sistema produttivo esistente, nonché da rassicurazioni sul futuro dell’attuale bacino di occupazione diretta e dell’ indotto.

Noi, come CISL, lo affermiamo da sempre: Brindisi è un territorio che merita grande considerazione, avendo dato tanto al Paese in termini di sicurezza energetica e avendo pagato un prezzo significativo dal punto di vista ambientale e di coesione sociale.

Inoltre, le aspettative e le speranze dei lavoratori il cui unico reddito familiare dipende da quel sistema produttivo dovrebbero essere considerate con maggiore rispetto, consapevoli delle ricadute negative derivanti dai continui annunci sulla chiusura di Cerano.

E, soprattutto, insistiamo nel sostenere che la questione occupazionale e quella della sicurezza energetica del Paese non riguardano il passato ma sono di drammatica attualità.

Nel nostro recente convegno tenutosi a Brindisi sul tema “Sviluppo territoriale, tra crisi e opportunità abbiamo lanciato proposte di alternative.

Tra questi, va tenuta in seria considerazione l’opportunità offerta dal D.Lgs. Energia n. 181/2023 convertito con Legge 2 febbraio 2024, n. 11, concernente l’individuazione di due aree portuali del Mezzogiorno, con i relativi specchi d’acqua, destinate a infrastrutture cantieristiche, per la produzione, montaggio e varo di piattaforme galleggianti, per l’energia eolica al largoanche grazie all’emendamento con cui sono state proposte le aree portuali di Taranto e Brindisi.

Successivamente, si è auspicato sinergie utili per lo sviluppo e la crescita dell’area ionico-messapica, programmando strategie che rispettino le specificità produttive di entrambe le province, dove l’industria non è solo siderurgia, energia, chimica ma anche aeronautica, cantieristica, porti e comprende anche il sistema che ruota attorno ai settori dell’agricoltura, dell’agroalimentare, del turismo e dei servizi.

Inoltre, poiché Terna non ha dichiarato essenziale al gas la riconversione della centrale Enel di Cerano, abbiamo anche proposto che la sua chiusura venga rinviata ai fini della sicurezza energetica nazionale e come valida alternativa alla perdita secca dell’occupazione ad essa collegata.

Se, quindi, si è potuto trovare un accordo all’interno dell’Ue per l’uscita totale dal carbone entro il 2035, a maggior ragione l’Italia, dove sono in gioco sistemi produttivi e importanti ambiti occupazionali, non deve punirsi, provocando un conseguente dramma sociale che Brindisi non può sostenere.

Allora, come Cisl, chiediamo alle istituzioni, ai politici e alla stessa Enel di fare fronte comune, evitando rigidità che non porterebbero benefici ambientali e tanto meno sociali.

Ancora più opportuno questo appello in concomitanza con la celebrazione del 1 maggio 2024, che Cgil Cisl Uil ha dedicato all’Europa della pace, del lavoro e della giustizia sociale.

Pertanto, un’Europa che sappia essere arbitro autorevole affinché la pace prevalga ovunque sulle guerre, sul lavoro legale e contrattuale sia veramente riconosciuta come un diritto costituzionale che non esclude nessuno, soprattutto le donne e i giovani, la giustizia sociale sa includere abbattere le persistenti disuguaglianze economiche, programmi educativi che continuino a trovare cittadinanza nel nostro Paese e soprattutto nelle nostre comunità.

Gianfranco Solazzo

CISL

 
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