la CGIL Puglia lancia la campagna referendaria – .

Quattro domande su tutela contro i licenziamenti illegittimi, superamento della precarietà, sicurezza nel lavoro appaltato. Obiettivo 500mila firme. Il messaggio che la CGIL intende lanciare è che il lavoro, le persone e la loro vita devono essere centrali nella nostra società, elemento fondamentale per uno sviluppo sostenibile ed equo, contro politiche e modelli che negli anni hanno influito sui salari e sulla vita di uomini e donne. – al punto che oggi si è poveri anche quando si lavora –, rendendo chi lavora più precario e più ricattabile e quindi meno sicuro. “Insieme, un invito alla partecipazione democratica” ha spiegato il segretario generale della Cgil Puglia, Gigia Buccinel corso della conferenza stampa che si è tenuta questa mattina a Bari presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università alla presenza degli esperti di diritto del lavoro e dei professori Roberto Voza e Vincenzo Bavaro, che fanno parte del consiglio giuridico della CGIL nazionale che ha lavorato alla redazione del domande.

“La nostra campagna referendaria si inserisce nella mobilitazione in difesa della Costituzione, perché il lavoro è un elemento fondante della nostra Repubblica, ma un lavoro sicuro, stabile, tutelato e dignitoso”, ha ricordato Bucci.

Per il professore Voza, «Le questioni sono omogenee, chiare, inequivocabili come richiede la Corte Costituzionale per la loro ricevibilità. Quando le leggi vengono scritte in modo disorganizzato e confuso, come in questo caso, diventa difficile anche sottoporle a referendum abrogativo”. Voza ha ricordato come la Corte Costituzionale avesse già invitato il legislatore a rivedere la norma sui licenziamenti, frase di avvertimento rimasta inascoltata. Questo impone di intraprendere la strada del referendum, non ci sono alternative”. La cosiddetta legge a tutele crescenti che ha raccolto tre sentenze di incostituzionalità su diverse disposizioni. “Come accennato, non c’è uniformità nell’applicazione della legge, e nel caso delle piccole imprese viene addirittura scoraggiato il lavoratore a ricorrere in appello e non l’azienda a compiere un atto illegittimo. Va infine detto che la crescita dell’occupazione e la riduzione delle tutele, come è stato pubblicizzato, sono prive di qualsiasi supporto scientifico”.

bavarese si sofferma sui contratti a tempo determinato e sulla questione del subappalto. “Nel caso della quarta questione si tratta di intervenire sulla norma relativa alla responsabilità solidale a capo di una catena di appalti con specifico riferimento al risarcimento del danno. I contratti non stanno scomparendo, vogliamo cancellare l’idea che la responsabilità di un infortunio ricada solo sull’azienda di cui è dipendente, ma deve essere coinvolto anche chi ha dato il contratto. Direi che è una regola di elementare buon senso”. Per quanto riguarda i contratti a tempo determinato si segue un principio e cioè che devono essere ripristinate le ragioni e tale disciplina viene ricondotta alla titolarità dei contratti collettivi sottoscritti dalle organizzazioni più rappresentative. Il risultato non irrigidisce il sistema ma lo riporta ad un minimo di ordine rispetto alla grande deregolamentazione odierna”.

“Questa non è la campagna della Cgil, ma di tutti i lavoratori, di tutti i cittadini, di coloro che sanno che per vivere serve un lavoro dignitoso, ben retribuito, stabile, sicuro – ha concluso il segretario generale Bucci -. In Puglia chi ha un contratto a tempo determinato si trova in questa condizione da oltre cinque anni, il 93 per cento dei contratti che vengono attivati ​​sono precari e a tempo determinato. La povertà lavorativa è un’emergenza che colpisce milioni di lavoratori, ha a che fare con salari bassi ma anche con rapporti di lavoro forti e intermittenti. Devono tornare ad essere l’eccezione. Raccogliamo allora firme per correggere alcune distorsioni del mercato del lavoro, per rimettere il lavoro al centro dell’agenda politica del Paese a fronte di un governo che porta avanti riforme contrarie ai lavoratori. Quattro referendum che servono al popolo e quindi al Paese. Per questo diciamo che è una sfida che deve riguardare tutti ripristinare la fiducia nell’azione collettiva in un’epoca di disaffezione agli strumenti di partecipazione democratica”.

Al banchetto allestito a margine della conferenza stampa della CGIL Puglia, hanno firmato i referendum, tra gli altri, il professor Luciano Canfora, l’assessore regionale alle Attività Produttive Alessandro Delli Noci, i candidati sindaci di Bari Vito Leccese e Michele Laforgia, il rappresentante di Libera regionale don Angelo Cassano, numerosi docenti e rappresentanti del mondo della cultura e dell’associazionismo.

 
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