Nel corso della trasmissione Palla in Tribuna, in onda su Radio Parma, è intervenuto il docente dell’Università di Parma Pierluigi Marchini, docente di Economia aziendale. Sul bilancio del Parma Calcio, pubblicato pochi giorni fa (leggi QUI), si è espresso così: “L’attività delle società di calcio la maggior parte delle volte ha risultati tutt’altro che positivi, spesso dietro c’è qualcuno, il proprietario, che va a coprire le perdite garantendo la continuità aziendale. I costi (leggi QUI) del Parma sono in gran parte dati dai costi per salari e stipendi, che però non rappresentano la totalità dei 109 milioni, che si dividono tra ammortamenti, che incidono per circa 40 milioni, e poi proprio salari e stipendi che riguardano giocatori e staff. . Rispetto ad altri club, il Parma sconta i ricavi della Serie B, ma propende verso un’altra dimensione, anche in termini di settore giovanile e costi organizzativi. Certamente non possono essere tutti bilanciati dai ricavi della Serie A, ma ad oggi incidono perché la società ha una struttura di assoluto valore per la Serie B ed è pronta per livelli più alti”.
Quanto ha investito Krause nel Parma?
La proprietà ha immesso 360 milioni di liquidità che hanno permesso di sostenere gli esborsi finanziari legati al costo dei giocatori e al costo del cartellino. Si parla di conferimenti a titolo di debito, inizialmente la proprietà ha pagato queste cifre e la società ha contratto un debito nei suoi confronti. Una volta determinate le perdite dell’anno precedente e dell’anno in corso, il proprietario rinuncia a farsi restituire tali somme ed esse vengono automaticamente acquisite a titolo di capitale, non più soggetto a restituzione. Questo viene utilizzato nel patrimonio netto per coprire le perdite subite nella gestione, consentendo un patrimonio netto positivo e garantendo la continuità aziendale”, (leggi QUI).
Il presidente merita di essere elogiato?
“Da quello che si vede dal bilancio si tratta di somme che ha versato, non di promesse. Diversi presidenti lo hanno fatto, ma secondo la mia esperienza non su questa scala. La proprietà crede nel Parma Calcio, a fronte di questi 360 milioni c’è solo 1,4 milioni di debito verso le banche, Krause ha investito soldi propri, in questa dimensione ha pochi eguali nel calcio nazionale.
Questo modello è sostenibile? Quanto può durare?
«Sono cifre effettivamente significative, possono durare finché il socio dispone di varie risorse, quindi va valutata con riferimento al patrimonio del socio. Questa potrebbe durare a lungo, nel bilancio viene ribadito che il socio ha garantito nel tempo di continuare a contribuire in caso di necessità di risorse finanziarie. Al momento la proprietà garantisce una struttura di squadre di categoria superiore pur con un livello di ricavi legato alla serie in cui milita. Dovrebbe migliorare quando la squadra si sposta in posti migliori”.
Quanto inciderebbe sulle casse un’altra stagione in Serie B?
“Sì, paragonabili a quelli attuali. Sostenere un bilancio del genere per tanti anni è pesante per tutti. Una promozione non sarebbe la panacea di tutti i mali, ma compenserebbe una situazione che quest’anno potrebbe sorprendere per l’entità delle perdite” .
Che margini vedono i proprietari stranieri nel calcio italiano?
“Sono poche le situazioni con bilanci che creano valore in sé, c’è più un equilibrio tra la notorietà che porta avere una squadra, garantendo una ricaduta per altri tipi di investimenti. È una delle frecce dell’arco di un imprenditore che si sta diversificando in diversi settori, il calcio può rappresentare una cassa di risonanza”.
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