Zanzara malarica trovata in Puglia. Ma ecco perché non dobbiamo allarmarci – .

In Italia non esiste l’allarme malaria, si affrettano a chiarire l’Istituto superiore di sanità (Iss) e gli specialisti in malattie infettive. Ma il ritrovamento nelle campagne leccesi di Zanzara anofele sacharoviche lo trasmette meglio di ogni altro, suscita una certa ansia.

«La malaria non è endemica nel nostro Paese dagli anni Cinquanta e da sempre circola nel nostro Paese un altro tipo di anofele, le labranchie, in grado di trasmetterla anche se con minore efficienza», spiega Massimo Andreoni, direttore scientifico della Simit, la società scientifica degli specialisti in malattie infettive. Che ricorda che «per trasmettere la malattia è necessario che le zanzare portino anche il parassita che al momento non è presente in Italia. Ma è è bene intensificare i controlli perché con la stagione calda alle porte c’è il rischio di una maggiore diffusione del vettore e con i viaggi più frequenti non è da escludere che anche un portatore possa essere punto. In questo caso – dice Andreoni – si rischia di avere casi autoctoni oltre alle centinaia che già oggi importiamo. Se ciò dovesse verificarsi sarà necessario alzare il livello di allerta. Ma per ora è sufficiente proseguire con l’attività di controllo, analizzando le tipologie di zanzare diffuse sul territorio”.

L’arrivo dei turisti

Quel che è certo è che con la stagione estiva alle porte e il boom di turisti, anche stranieri, che sono attesi in sbarco all’aeroporto di Brindisi, monitoraggio bisognerà intensificare la lotta contro gli insetti già fastidiosi.

Del resto è proprio questa attività di controllo che lo scorso anno ha permesso di individuare la zanzara più a rischio di diffusione della malattia. “Un unico esemplare adulto – precisa in una nota l’Istituto superiore di sanità – che ha poi avviato una mirata indagine entomologica”.

La scoperta dell’Anopheles sacharovi per l’Iss «è rilevante dal punto di vista scientifico e sanitario perché, dopo i lavori di bonifica e la campagna antimalarica del secondo dopo la guerra, questa zanzara era ormai considerata scomparsa dal nostro territorio. D’altra parte – aggiunge l’Istituto – appare chiaro che la sorveglianza entomologica è di estrema importanza ed è necessaria per prevenire il rischio di reintroduzione di questa malattia nel nostro Paese”.

Detto questo, spiegano gli esperti dell’Iss, che hanno contribuito alla scoperta insieme all’Istituto zooprofilattico pugliese, «la scoperta di una zanzara Anopheles sacharovi non deve allarmare per un possibile ritorno della malaria in Italia poiché condizioni socio-economiche ed igienico-sanitarie del nostro Paese sono molto diversi da quelli del passato”. Quindi niente allarmi ma occhi aperti sì.

 
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