1° maggio per la dignità del lavoro e la giustizia. Don Pino e gli altri Vescovi preoccupati per l’autonomia differenziata – .

Che la situazione in Basilicata sia difficile, usiamo un eufemismo, per le cause dello spopolamento con l’emigrazione dei giovani, l’invecchiamento della popolazione e il continuo taglio dei servizi, è un dato assodato. Ma ciò che preoccupa, e lo abbiamo sentito nella recente campagna elettorale per le Regionali, è l’assenza di progetti e impegni precisi per invertire la tendenza. Del resto, e non c’è da stupirsi, quando non c’è autonomia decisionale, e tutto o quasi si decide sui tavoli romani, si assisterà alla contraddizione oggettiva tra lo sfruttamento del sottosuolo per l’estrazione del petrolio e una strategia quasi “strategica” ridimensionamento (anche qui usiamo un eufemismo) dei servizi sanitari e monitoraggio degli effetti sanitari di quel settore energetico, che in Basilicata ha portato ben poco. I tumori, infatti, sono aumentati, altrimenti l’anagrafe regionale (sito Crob) non rimarrebbe bloccata nel 2020, periodo di pandemia. Una premessa necessaria per raccontare quanto ha scritto, con la consueta coerenza, monsignor Giuseppe Antonio Caiazzo, che si occupa della pastorale del lavoro nella Commissione episcopale della Basilicata. Lui parole sante. Da condividere pienamente, auspicando che chi siede nei Palazzi del Governo di via Anzio a Potenza e Roma, tra Palazzo Chigi, Senato e Camera, e tra questi tanti rappresentanti del Mezzogiorno, legga, rifletta e guardi alle sorti di un terra che continua ad essere ingannata. Cui prost? E qui il latino aiuta a capire tante cose, citando integralmente la frase di Seneca: Cui prodest scelus, is decisit…

Messaggio per la Festa dei Lavoratori di SE l’Arcivescovo, Delegato Regionale per i Problemi Sociali e il Lavoro, Giustizia e Pace
Evangelizzazione, Messaggi, Primo piano, Vita pastorale

Pastorale sociale e del lavoro
“Lavoro per la partecipazione e la democrazia”
Festa dei lavoratori il 1 maggio 2024
Caro,

con i nostri fratelli Arcivescovi e Vescovi della Basilicata abbiamo recentemente concluso la cosiddetta “Visita ad limina Apostolorum”. Rappresenta uno dei momenti centrali nell’esercizio del ministero pastorale del Santo Padre.

Il Papa ha ricevuto noi Pastori delle Chiese particolari e ha discusso con noi temi riguardanti la nostra missione ecclesiale incarnata nello specifico territorio della Basilicata con le sue ricchezze e criticità, con le sue bellezze e paure per il futuro. In spirito di comunione abbiamo presentato, con un linguaggio corale, una Chiesa che, seguendo il cammino sinodale e partendo dalla forza dirompente del Vangelo di Gesù Cristo, Maestro e Signore, incarna le problematiche e le urgenze della nostra terra. Tra questi, il problema più rilevante è stato quello della mancanza di lavoro e della conseguente sistematica emorragia di giovani costretti ad abbandonare le proprie radici.

Nella sintesi che abbiamo presentato ai diversi Dicasteri e nel lungo dialogo avuto con Papa Francesco abbiamo continuamente evidenziato queste drammatiche dinamiche del territorio che sono indicative delle fragilità e delle emergenze sociali della comunità lucana.

Nella nostra terra di Basilicata osserviamo con tristezza tante carenze e criticità: paesi con pochi abitanti, chiese che lentamente si svuotano di fedeli, aziende senza operai, padri e madri senza lavoro, piazze senza giovani, urne senza elettori. Nelle ultime elezioni regionali, molti degli aventi diritto non sono andati a votare per scelta o perché impediti dall’emigrazione. Non sta a noi fare valutazioni politiche ma di una cosa siamo certi: sentiamo che dobbiamo rispondere alle mancanze con la capacità di sognare e rinvigorire la speranza, condividere progetti insieme, guardare alle bellezze dei nostri territori con occhi propositivi. , relazionarsi con gli altri soggetti locali: imprenditori, enti, associazioni, amministrazioni, Chiesa. Lo dobbiamo ai nostri giovani che, terminati gli studi liceali o universitari, fanno la scelta di partire. Lo dobbiamo ai nostri anziani che ancora da soli riescono a mantenere vive le aree interne.

In questo giorno del 1 maggio 2024, Festa dei Lavoratori, come Vescovo delegato nella nostra Regione per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace, esprimo, nello spirito di comunione e fraternità che ci caratterizza con gli altri pastori della Basilicata, e in alla luce di quanto abbiamo meditato durante la Visita ad limina, una riflessione specifica tenendo presente un principio evangelico imprescindibile, quindi, della Chiesa: il lavoro non può essere considerato un mero “fare qualcosa”, perché ci rende parte attiva nella grande opera divina : «Il Padre mio opera sempre e anch’io opero» (Gv 5,17), di conseguenza ogni opera deve essere considerata come un agire “con” e “per” gli altri. Se questo è il principio base, va da sé che non possiamo accettare alcun tipo di sfruttamento o di lavoro precario. Non solo, ma in questa prospettiva non possiamo ignorare la necessità che l’occupazione sia “dignitosa per tutti”. Così come non possiamo continuare ad assistere alla mancanza di sicurezza, principale causa di morte degli stessi lavoratori. E noi in Basilicata lo stiamo pagando a caro prezzo.

Come Chiese di questa amata terra, con delegati di tutte le Diocesi, ci prepariamo a vivere la 50a Settimana Sociale dei Cattolici d’Italia che si celebrerà a Trieste dal 3 al 7 luglio sul tema “Al cuore della democrazia. Partecipare tra storia e futuro”. Nei mesi scorsi il gruppo regionale degli Animatori di Comunità del Progetto Policoro Basilicata ha tenuto un ciclo di incontri denominati “Agorà dei giovani lucani”, in cui sono state affrontate varie tematiche relative al tema del Bene Comune. Hanno partecipato circa 300 giovani provenienti da tutta la regione, collegati online dagli uffici diocesani. L’Agorà si è conclusa con l’incontro preparatorio in vista di Trieste, alla presenza di Monsignor Luigi Renna, Arcivescovo di Catania e Presidente nazionale del Comitato Scientifico delle Settimane Sociali, presso la sede della Parrocchia Nostra Signora di Pompei a Sosta Garaguso.

Nel messaggio noi vescovi mettiamo in relazione la prospettiva della lettera enciclica di Giovanni Paolo II con l’articolo 1 della Costituzione italiana e affermiamo: «La cosa pubblica è frutto del lavoro di uomini e donne che hanno contribuito e continuano a contribuire ad una democrazia democratica. Paese, senza l’esercizio di questo diritto e la garanzia che tutti possano esercitarlo, il sogno della democrazia non può realizzarsi”.

Dal confronto che abbiamo avuto con i rappresentanti della Pastorale Sociale e del Lavoro e del Progetto Policoro, emerge da tutti, grandi e piccini, che la sfida che ci attende è spogliarci dell’autoreferenzialità e della cultura della denuncia per muoverci verso l’altro, incontrandolo, aprendo il cuore e vivendo luoghi di confronto e di dialogo.

La vera povertà che, soprattutto nella nostra Basilicata, emerge in tutta la sua drammaticità, è proprio l’assenza di lavoro. Gli incentivi previsti come bonus bolletta energetica sono certamente uno strumento utile, ma ciò di cui abbiamo veramente bisogno è un serio investimento in progettualità, formazione e innovazione sulle politiche per l’occupazione giovanile, affinché i nostri giovani restino o ritornino nella nostra terra e possano, attingendo quello che hanno guadagnato con dignità, pagano anche le bollette con i propri mezzi.

Le soluzioni ci sono ma vanno progettate e realizzate, come recita il tema della 50a Settimana Sociale Cattolica in Italia: “Al cuore della democrazia. Partecipare tra storia e futuro” con il modello della partecipazione comunitaria affinché la progettazione diventi una visione capace di guardare al futuro.

Tutto questo dinamismo che speriamo ci aiuti ad aprirci alle nuove tecnologie “che la transizione ecologica presenta” per creare condizioni di equità sociale nel nostro territorio. Ma non dimentichiamo che per noi è necessario guardare anche agli scenari di cambiamento che l’intelligenza artificiale può innescare. Con particolare fiducia guardiamo alla partecipazione di Papa Francesco al prossimo G7, certi che la sua presenza e il suo pensiero saranno di aiuto per una riflessione coerente con i principi fondamentali che caratterizzano la vita di ogni persona, senza perdere la sua centralità.

Nessuno vuole insegnare agli altri cosa fare o come farlo. Né alle istituzioni. Ma anche la Chiesa, parte integrante del popolo lucano perché lo ascolta, dialoga con lui, si fa carico, secondo le parole della Gaudium et Spes, «delle tristezze e delle inquietudini degli uomini di oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono” e quindi diventa compagna di viaggio, va ascoltata. Siamo consapevoli che il lavoro dignitoso richiede anche “un salario giusto e un sistema di previdenza sociale adeguato” per colmare i divari economici tra Nord e Sud, tra generazioni e anche tra uomini e donne, altrimenti “non potremo parlare di una piena vera democrazia nel nostro Villaggio”. Ciò consentirà alle famiglie di formarsi e vivere serenamente, aprendosi nuovamente alla vita, perché prendere a cuore il problema della mancanza di lavoro e prendersi cura di chi lavora è un atto di carità politica e di democrazia.

L’autonomia differenziata non ci aiuterà certo perché allargherà ulteriormente il divario nazionale: un Nord che diventerà sempre più ricco perché più connesso all’Europa e un Sud sempre più povero perché troppo lontano dal resto dell’Italia e dell’Europa.

Ecco perché il cammino verso le Settimane sociali è per tutti un incoraggiamento alla cultura della responsabilità e della partecipazione contro il rischio del disimpegno, della perdita della democrazia per l’annientamento del primato della persona. Nella fedeltà al messaggio cristiano scaturisce la capacità di impegno concreto in diversi ambiti.

Il cammino verso la Trieste Social Week è un percorso che invita a sperimentare buone pratiche di partecipazione per vivere attivamente la bellezza della vita democratica. Nell’Esortazione Laudate Deum, Papa Francesco invita a non procrastinare: non possiamo più perdere tempo, questo è il momento di passare dalla paura al coraggio e quindi di impegnarci in prima persona. Ciascuno di noi può offrire un valido contributo per il bene comune.

Il nostro augurio è questo: lasciarci guidare, nelle diverse azioni, da quei principi dettati dalla nostra Costituzione che al lavoro dedica una delle sue parti centrali. La Repubblica “riconosce il diritto al lavoro di tutti i cittadini e promuove le condizioni che rendano effettivo tale diritto” (art.4); “tutela il lavoro in tutte le sue forme e applicazioni. Cura la formazione e lo sviluppo professionale dei lavoratori” (art.35); “Ogni cittadino inabile al lavoro e privo dei mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all’assistenza sociale”. (art.38).

Ti abbraccio e ti benedico.

Vescovo Delegato della CEB per la Pastorale Sociale e del Lavoro

Matera, 01 maggio 2024

 
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