ANCONARoberta Nocelli e Roberto Boscaglia. Storie diverse, destini incrociati. C’è un filo, nemmeno sottilissimo, che lega il futuro all’ombra dell’amministratore delegato e dell’allenatore Conero. Il patto di sangue nasce il 24 marzo, verso l’ora di cena. È la domenica successiva alla debacle di Recanati, dove viene esonerato il precedente allenatore Gianluca Colavitto, il direttore sportivo Francesco Micciola si dimette e il pullman della squadra viene preso d’assalto dai tifosi al rientro al Del Conero. Nocelli decide di puntare il tutto per tutto, di giocarsi il tutto per tutto assumendosi la responsabilità di cambiare manovella. Prende il telefono – dopo qualche consiglio prezioso, di cui parleremo tra poco – e chiama Boscaglia. L’esperto leader siciliano, cinque promozioni in carriera ma le ultime due esperienze da dimenticare con Palermo e Foggia, è nella sua Gela. «Vuoi salvare Ancona?». La domanda. “SÌ”. Risposta breve, magari dopo qualche telefonata nel pomeriggio visto che il suo profilo già aleggiava tra gli addetti ai lavori. L’operazione riesce, l’Ancona si salva senza i playout. L’asse Nocelli-Boscaglia ne esce rafforzato. Talmente rafforzato che, ad oggi, sembra impossibile pensare ad una stagione 2024-2025 senza una delle due. O entrambi, o nessuno dei due.
Il vertice di Hong Kong
Il domani di Roberta Nocelli passerà attraverso il vertice di Hong Kong con il presidente Tony Tiong fissato per la prossima settimana. Non è difficile pensare a quali saranno le richieste dell’attuale amministratore delegato. Chiarezza nell’organigramma e nei ruoli, fiducia nell’agire in nome e per conto della proprietà e pianificazione ambiziosa. Se i suoi desideri verranno accolti, il quarto anno nei quadri dirigenti dorici sarà fatto. In alternativa, nessuno scenario dovrebbe essere escluso. Anche quello di salutarsi in extrema ratio.
Boscaglia chiede garanzie
Boscaglia ha una situazione diversa. In virtù della salvezza ottenuta sul campo – in soli cinque giorni – lui e il suo vice Capodicasa possono esercitare l’opzione automatica per il prolungamento contrattuale per altri 12 mesi entro il 30 giugno. Sarà una scelta solo sua e, da quanto chiarito in sala stampa al termine della gara contro la Lucchese, la fumata bianca arriverà solo a determinate condizioni. Non c’è dubbio, infatti, che il tecnico voglia restare ad Ancona – incantato dal calore della piazza e dei tifosi – ma, allo stesso modo, è legittimo che chieda garanzie sulla programmazione, sulla preparazione una rosa di qualità e, implicitamente, sulla permanenza dell’a. Tiong, in questo senso, ha già parlato di voler continuare con Boscaglia e di pensare a costruire un top team. Le basi per allungare il matrimonio tra le parti ci sono, bisognerà vedere se potranno svilupparsi positivamente.
Lo sfondo e Portonovo
Nella lunga chiacchierata tra Nocelli e i giornalisti dopo Ancona-Lucchese è emerso anche un curioso retroscena sull’arrivo in panchina di Boscaglia. La decisione dell’amministratore delegato è stata supportata in maniera decisiva dai consigli di una persona di fiducia con cui ha condiviso tutti gli ultimi anni tra Ancona e Matelica. Si tratterebbe del preparatore atletico e direttore del settore giovanile Alberto Virgili. Quasi in segno di conferma, i tre (Virgili, Boscaglia e Capodicasa) sono stati avvistati insieme ieri a pranzo a Portonovo al Laghetto di Marcello Nicolini, grande amico dei colori biancorossi.
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Corriere Adriatico
