Parcheggio a pagamento, lo “perdiamo”? Per un prurito di… – .

Parcheggio a pagamento, lo “perdiamo”? Per un prurito di… – .
Parcheggio a pagamento, lo “perdiamo”? Per un prurito di… – .

Anche quest’anno nell’agenda del sindaco Bottaro, protagonista di “Insonnia 2 – Non so come spendere i soldi”, seguito del film con Al Pacino, c’è una data segnata in rosso: è il 30 giugno quando scade la scadenza è l’insieme del periodo di gestione del servizio di parcheggio a pagamento fornito da Amet ed in particolare dagli ausiliari della viabilità. L’impressione, emersa più volte, da interventi e riferimenti più o meno velati, è che tra i nostri amministratori aleggia la classica “voglia di…”, a cominciare probabilmente dallo stesso Sindaco, perché questo servizio, tra i più remunerativi, dato in mano, venga tolto ad Amet e affidato a un ente terzo, privato, che poi potrebbe essere pronto, teoricamente, a collocare propri dipendenti, senza confermare gli ausiliari del traffico che attualmente lavorano per Amet.

Si tratta ormai di un tormentone che ritorna ciclicamente alla vigilia di questa scadenza e che tiene (ingiustamente, lo diciamo con più forza oggi, primo maggio, festa dei lavoratori) sulla graticola un gruppo di persone, gli ausiliari, che si sono impegnati assiduamente per 13 anni per questo servizio, ricoprendo un ruolo part-time, che, lo ripetiamo, è molto redditizio (entrate milionarie) e che comporta pochi costi di gestione (considerando solo il costo del personale e la manutenzione ordinaria della revisione della linea blu).
Allora perché non stabilizzare questi lavoratori che lavorano ancora a tempo parziale e, a maggior ragione, perché dare una proverbiale marea di soldi a un privato? Sappiamo anche che, negli ultimi anni, altri Comuni che inizialmente avevano affidato il servizio di parcheggio a pagamento a privati ​​hanno poi fatto marcia indietro, rendendosi conto dell’errore di valutazione e dei soldi che stavano perdendo.

Gli assistenti stradali rischiano, a nostro avviso, di essere espulsi dall’azienda municipale, con il possibile arrivo di un soggetto privato, dopo aver vinto all’epoca un concorso pubblico per l’Amet. Tutto ciò anche considerando il fatto che con la Darsena in perdita da anni e con il servizio elettrico in perdita anche per crediti milionari non incassati (una vecchia piaga), la sosta a pagamento è oggi il servizio più redditizio di ciò che resta del già “galassia Amet” ridimensionata, sempre più fioca, sempre meno luminosa rispetto al nobile passato.

 
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