denunciatelo senza vergogna” – .

È riuscita a lasciarsi tutto alle spalle dopo un percorso in salita che, però, ha potuto affrontare grazie all’immenso sostegno soprattutto di sua madre. E oggi che può raccontare con calma quello che ha vissuto, una violenza sessuale a soli 13 anni da parte della sua insegnante privata di canto, lo fa per lanciare un messaggio chiaro e deciso a tutte le donne che purtroppo, come lei, si ritrovano stessi vittime di questi crimini: «Denunciati senza timore di vergogna perché le persone che ti amano ti resteranno vicine».

LA STORIA

Undici anni fa, quando Paola (nome di fantasia) fu molestata dal suo insegnante di canto, non era nemmeno in grado di raccontare cosa le stava succedendo. “Avevo sensi di colpa, la paura di essere giudicata e la paura di una reazione da parte dei miei genitori”. I quali però, quando lo scoprivano, erano sempre lì per lei. Sua madre è diventata il faro della sua vita. «Ma se tornassi indietro – conferma oggi Paola – lo denuncerei subito». Quell’uomo, che oggi è un pensionato di 70 anni, è stato sottoposto a processo e la sua condanna è diventata proprio di recente definitiva davanti alla Corte Suprema che ha dichiarato inammissibile il ricorso. In carcere non è mai finito, Paola, però, non è andata in cerca di vendetta, ma di ciò che è riuscita a ottenere: «Adesso ho chiuso il capitolo, non pensavo di aver bisogno della vittoria di questo processo in sé».
«Da tutto quello che ho vissuto devo dire che le donne non denunciano le violenze che subiscono soprattutto per la vergogna e per tutte le critiche che poi ricevono, ma devono andare avanti» ammette. Paola è una ragazza di 24 anni che lavora e studia. Quando parla mostra una maturità che va oltre la sua età, probabilmente anche per il percorso terapeutico seguito.

SUPPORTO PSICOLOGICO

“Ho smesso appena ho potuto, ma il sostegno psicologico fa bene a tutti perché alleggerisce i pesi che abbiamo”. Nella sua vita fondamentale c’è stata anche un’altra figura, quella di un’insegnante privata di pianoforte. Fu a lui che a un certo punto della sua adolescenza si confidò, facendogli capire che era successo qualcosa di terribile con il suo precedente insegnante di canto. Ma lei gli aveva chiesto di mantenerlo segreto. Poi accadde che un giorno svenne quando la madre andò a prenderla a lezione e lei, insieme a quella maestra, fu portata in ospedale. “È stato lui a svelare al dottore il mio terribile segreto e non finirò mai di ringraziarlo” dice la ragazza. Dopo quel momento sono scattate anche le denunce e la vita di tutti i componenti della famiglia di Paola è stata stravolta. Rimasero però uniti e riuscirono a farcela insieme. La loro forza è stata proprio questa: stringersi attorno a Paola e non lasciarla sola. «Mia madre mi è stata molto vicina – ripete spesso lei-lei. È una donna meravigliosa che ammiro moltissimo. Ho avuto la fortuna di avere lei e la mia famiglia al mio fianco. Sono stati la mia salvezza”.

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Il Messaggero

 
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