C’è la Lombardia che va “a tutta velocità”, quella delle imprese che non trovano manodopera, elogiata ieri dal presidente Attilio Fontana alla presentazione della nuova sede Conflavoro in via Monte Napoleone. E c’è la Lombardia dove esplode la cassa integrazione (+15% rispetto al 2023), raccontato dai dati elaborati dal sindacato Uil. Mai come alla vigilia del primo maggio, festa dei lavoratori, il racconto del presidente leghista di una regione dove tutto va molto bene è stato così brutalmente smentito dall’inequivocabile realtà dei numeri.
Mentre Fontana elogia il Pil della Lombardia, la Regione registra un +15% di cassa integrazione e il Fondo di Solidarietà registra un +367%
Per Fontana, “se la Lombardia è la regione diventata più attrattiva e più produttiva a livello europeo, i motivi sono due. Il primo è che abbiamo la migliore classe imprenditoriale e operaia d’Europa. Oltre alla creatività e all’abilità, i nostri imprenditori hanno, come noi abbiamo, lavoratori che lavorano più duramente di quelli che lavorano nel resto del mondo”.
La seconda, per il presidente, è che “sono state messe in pratica una serie di iniziative che hanno realizzato quella vera sussidiarietà, desiderio di collaborazione che deve esistere tra pubblico e privato che qui non sono parole, ma realtà”. Tant’è che, conclude Fontana, “se abbiamo superato la crisi meglio di altri Paesi, lo dobbiamo alla flessibilità che le aziende hanno dimostrato nell’affrontare le difficoltà che giorno dopo giorno si presentavano. Per la pandemia, per le guerre”.
La realtà parla di un’esplosione di licenziamenti
Questa è la narrazione dell’eccellenza lombarda. Poi c’è la situazione reale che si vede da”Rapporto cassa integrazione in Lombardia”, della Uil, dove leggiamo che a marzo 2024, rispetto allo stesso mese del 2023, le ore di cassa sono aumentate di 5,9% a Milano (2.496.037 ore)mentre a livello regionale l’incremento è stato 0,1% (7.654.021 ore). Dati in controtendenza rispetto al resto del Paese, dove si è registrato un calo medio del -7,3%.
Se estendiamo il periodo in esame ai primi tre mesi dell’anno, i risultati sono ancora più preoccupanti: tra gennaio-marzo 2024, Milano mostra un aumento dei flussi di cassa +1,8%mentre la Lombardia segna a +15,7%.
La crisi colpisce l’industria e l’edilizia
Questi aumenti hanno colpito soprattutto il settore industriale, dove si è verificata una +20,7% in Lombardia e a +11,7% a Milano. Il fenomeno è particolarmente grave nel settore delle costruzioni, dove si è raggiunto l’aumento delle ore di cassa +19,5% a Milano e il +28% a livello regionale. Per avere un’idea della crisi che sta colpendo la regione “locomotiva d’Italia”, basta dare un’occhiata ai numeri di Fondo di solidarietà (ovvero agli ammortizzatori sociali), che per la Lombardia evidenziano una crescita del settore industriale 367%.
In totale, i lavoratori in forza in Lombardia sono 47.111 (periodo gennaio-marzo 2024), 6.376 in più rispetto al 2023. A questi si aggiungono quelli coperti dai fondi di solidarietà, che portano il totale a 48.190.
In provincia è anche peggio
La situazione nella regione non è omogenea, con le province che attraversano una vera e propria crisi industriale. COME Bergamo (cassa integrazione guadagni +75,1%); Sondrio (+247,3%); Cremona (+243,4%) o Mantova (+105%). “Questi dati riflettono una crescente difficoltà per le imprese del nostro territorio che si trovano a dover destreggiarsi in una situazione economica globale tesa all’interno del tessuto produttivo regionale”, spiega Salvatore Monteduro, Segretario Confederale UIL: “È fondamentale prestare attenzione a questi segnali di crisi e intervenire tempestivamente per sostenere le imprese e i settori più vulnerabili attraverso misure mirate di sostegno e formazione”. Parole che forse andrebbero spiegate al buon Fontana, appena tornato dall’inaugurazione della sede di Conflavoro in via Montenapoleone…
