Altomonte, il borgo incantato affacciato sull’Esaro • Meraviglie della Calabria – .

Brahalla è l’antico nome di Altomonte, in arabo e significa “benedizione di Dio”. Ha un suono dolce e potente, dolce come la rotondità della Valle dell’Esaro in cui è incastonato, potente come i massicci del Parco del Pollino sulle cui pendici sorge questa cittadina immersa nel verde di uliveti e vigneti.
Plinio il Vecchio elogiò Altomonte per il suo pregiato vino, il Balbino, ottenuto dalle profumate uve di questa terra e che ancora oggi è prodotto dagli stessi vitigni. Qui c’è buon vino ma anche una gastronomia raffinata, a base di prodotti a chilometro zero e Dop che fanno di questo borgo una meta ambita per gli amanti delle vacanze slow, tra profumi e sapori introvabili altrove. Il pane, ad esempio, preparato perpetuando riti antichi e cotto nei caratteristici forni a legna.

Ospitalità, tradizioni, storia, enogastronomia e – nei dintorni – un ventaglio di opzioni per tutti i gusti: dal trekking al rafting, dalle piste ciclabili al parapendio.
Per scoprire Altomonte bisogna lasciarsi influenzare dal ritmo lento del centro storico dove la giornata è scandita dai profumi che escono dalle cucine e invadono i vicoli e il chiacchiericcio nelle piazze. Non per niente questo borgo medievale situato sul versante sinistro della Valle dell’Esaro, a 500 metri sul livello del mare, è tra i più belli d’Italia.
Basta guardarsi attorno per scoprire quanta arte e storia hanno plasmato il borgo: le costruzioni in pietra sono l’impronta lasciata dai Normanni. Ma gli stili si intrecciano e si contaminano: le chiese, il convento che ospitò Tommaso Campanella e, in alto, il castello feudale. Altomonte divenne, sotto la dominazione angioina, uno dei centri culturali più importanti dell’Italia meridionale, grazie anche alla presenza dei frati domenicani che furono promotori di fede, arte e cultura fino al XIX secolo.

Il castello normanno

Costruito nel XII secolo, l’antico maniero domina uno splendido panorama e lo sguardo si perde tra l’azzurro del mare e il verde delle montagne. Situato sulla sommità di una rupe, da questo punto si poteva controllare l’intero territorio. Un tempo residenza dei signori di Altomonte, oggi è un’elegante struttura alberghiera.

A pochi passi si erge la torre di avvistamento detta Torre Pallotta, dal nome dei signori a cui apparteneva. Fu costruito da Roberto il Guiscardo nel 1052 come punto di vedetta strategico. La torre è alta 25 metri e alcune modifiche strutturali si devono alla dinastia di Guglielmo Pallotta che la scelse come propria residenza. Sull’edificio normanno si può ammirare una bifora in stile gotico.

Non è raro, visitando il paese, imbattersi in cortei nuziali o set fotografici in cui gli sposi posano nella cornice naturale del borgo. Altomonte, infatti, ha numeri da record quando si parla di matrimoni. Il santo patrono del paese è San Francesco di Paola, in suo onore la chiesa a lui intitolata fu costruita nel 1636 ed è caratterizzata da due grandi scaloni in marmo bianco, affreschi sulla vita del Santo e tre pregevoli tele di scuola napoletana.

La chiesa di Santa Maria della Consolazione

Maestosa è la chiesa di Santa Maria della Consolazione, massima espressione dell’arte angioina in Calabria. Fu costruito intorno al 1336 per volere di Filippo Sangineto, feudatario locale. Al suo interno ospita il Sepolcro della famiglia Sangineto, la tomba a pavimento di Cobella Ruffo, la tomba del cavaliere ignoto, il battistero barocco e il coro ligneo con trentasette stalli.

1867 Chiesa di Santa Maria della Consolazione - Meraviglie della Calabria - 10

Si tratta di una costruzione in stile gotico in cui spicca l’altare in legno dorato dedicato a San Michele Arcangelo. La chiesa presenta un magnifico portale in pietra ad archi ogivali, un’imponente scalinata da cui godere della facciata su cui spicca un rosone formato da archetti disposti a ruota.

Sul lato destro della chiesa si erge il campanile con la sua bifora che ospita una preziosa campana con un’incisione latina attestante l’anno di costruzione della chiesa. All’interno troviamo una suddivisione a croce latina con un’unica navata e volta a capriate affiancata da due cappelle laterali. L’altare maggiore è in marmi policromi, il coro ligneo finemente intagliato risale al XV secolo.

Il monastero divenne un museo civico

Annesso alla chiesa è il monastero fondato nel 1400 dai frati domenicani dotato di chiostro a due ordini con pilastri ed archi romani e volte a crociera e oggi sede del Museo Civico. Dal chiostro quattrocentesco si accede alle sale che oggi ospitano il museo civico, la biblioteca civica e la pinacoteca d’arte moderna. Si tratta di una tappa obbligata per gli amanti dell’arte, poiché ospita una collezione di capolavori del Trecento toscano.

Sede museale del convento domenicano - Meraviglie della Calabria - 16

In mostra, tra le altre, splendide opere di Simone Martini come San Ladislao del 1326, le tavole (una raffigurante San Giovanni Battista e Maria Maddalena e l’altra Sant’Agostino e San Giacomo) di Bernardo Daddi che fu allievo di Giotto. Meritano una menzione anche i meravigliosi pannelli scolpiti in alabastro con le Storie della Vergine e la Passione di Cristo. L’effigie della Madonna delle Pere fu realizzata nel 1460 da Paolo Di Ciaco, ma splendida sono anche la pala attribuita a un discepolo del Solimena (considerato l’artista più importante della scuola pittorica napoletana) e il ciborio ligneo. Sempre all’interno del Museo Civico è possibile ammirare una raffinata collezione di antichi paramenti sacri e una di libri corali miniati dai Domenicani.

Questo convento ha un passato glorioso: fu costruito per volere di Cobella Russo Sanseverino, contessa di Altomonte e nel 1402 fu ceduto ai padri domenicani. Il monastero venne progressivamente ampliato nel corso dei secoli e al suo interno venne istituito un centro di studi teologici e scientifici che ospitò Tommaso Campanella, qui l’autore della Città del Sole scrisse la “Philosophia sensibus demonstrata” intorno al 1589. La piazza principale del paese è dedicato al filosofo di Stilo, punto di partenza per un viaggio nella storia, nell’arte e nei profumi e sapori di questo affascinante borgo ai piedi del Parco del Pollino.

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