“Devo molto a Maran. A Vicenza ho iniziato il mio viaggio, a Pordenone la mia rinascita” – .

“Devo molto a Maran. A Vicenza ho iniziato il mio viaggio, a Pordenone la mia rinascita” – .
“Devo molto a Maran. A Vicenza ho iniziato il mio viaggio, a Pordenone la mia rinascita” – .

Davide Gavazzi ha giocato per molti anni Serie Bcon le magliette di Vicenza, Ternana, Avellino E Pordenone, ed è intervenuto in esclusiva ai nostri microfoni per raccontare le sue esperienze in cadetto. Di seguito l’intervista completa:

Il Vicenza crede tantissimo in te, che hai giocato nel Renate in Serie D, e ti porta in Serie B. Poi rimani in Veneto per 4 anni. Puoi raccontarci la tua esperienza in biancorosso, dall’esordio nei cadetti al brutto infortunio al crociato?

“Era una sorpresa restare al Vicenza, c’era stato un accordo con la società in cui sarei andato in ritiro con la prima squadra e loro avrebbero valutato se tenermi o mandarmi in prestito. Mi sono trovato molto bene con tutti, compreso il tecnico Rolando Maran, e da lì è iniziato tutto. Ho giocato tante partite da titolare e ho iniziato un percorso che mi ha portato anche in Serie A. Sono sempre grato a quei colori e quando penso a loro mi vengono sempre in mente momenti positivi. Ho avuto anche un brutto infortunio, ma sono riuscito a riprendermi sia mentalmente che fisicamente”.

Rolando Maran è stato il tuo primo allenatore professionista. Che allenatore è e cosa ricordi di lui?

“Non posso che augurare il meglio a Maran, perché devo tanto di quello che ho fatto a lui. È un allenatore che chiede tanto, ma con il giusto impegno può migliorare e cambiare come giocatori. Con lui ho avuto un rapporto autentico”.

Nel gennaio 2013 sei arrivato in Serie A alla Sampdoria, che ti ha aiutato a recuperare dall’infortunio al crociato, e con i Blucerchiati hai esordito nel massimo campionato italiano. L’anno successivo sei invece andato in prestito in Serie B alla Ternana, che ha rappresentato il momento di vera ripartenza dopo il problema al ginocchio. Quanto devi a queste due squadre?

“La Serie A è sicuramente un altro mondo, si percepisce un’atmosfera diversa. Ho cercato di fare del mio meglio e sono riuscito a togliermi qualche soddisfazione. Ero giovane e, di comune accordo con la società, decisi di andare in prestito in Serie B. Come società la Sampdoria era brava ed un gradino più in alto rispetto a dove ero stato prima, ma c’erano ottimi rapporti umani. Potevo sentire la fiducia delle persone intorno a me. Mi sono divertito moltissimo a Terni. Mi sono sempre trovata bene, in un posto caldo che ti fa sentire tutto il suo affetto e il suo calore. Nella mia carriera ho giocato in grandi squadre e con una tifoseria che dà una grande spinta. L’affetto dei tifosi è importante e i tuoi tifosi ti danno una spinta in più e tanta adrenalina”.

Ad Avellino altro brutto problema al ginocchio, ma il club biancoverde ti aspettava e anche in questo caso sei riuscito a rimetterti in cammino. Quanto è importante per un calciatore avere il sostegno del proprio club?

“Purtroppo non sono riuscito ad esprimermi al meglio, ho avuto un periodo positivo all’inizio, ma ho sempre avuto piccoli intoppi. Non ho quindi potuto dare quello che volevo e quello che la società meritava. Mi è rimasto un po’ di rammarico. Il primo anno ho sempre giocato, ma nelle altre due stagioni ho fatto poche presenze. Sicuramente ho sentito affetto, ma a dire il vero ho sofferto di non poter giocare tanto”.

Il tuo allenatore all’Avellino è stato Domenico Toscano, autore di una stagione straordinaria, culminata con la promozione in Serie B, con il Cesena…

“Abbiamo trascorso poco tempo lì perché mi sono infortunato e ho fatto poche presenze. Crede fortemente nel lavoro e nel sacrificio e ha sempre disputato ottimi campionati e salti di categoria”.

A Pordenone hai vissuto momenti bellissimi, come la storica promozione in Serie B nella stagione 2018/2019 e il quarto posto in campionato l’anno successivo. Ci puoi parlare della parentesi nero-verde?

“Per me è stata un’altra rinascita, dopo gli anni sfortunati ad Avellino a causa dell’infortunio. Lì ho fatto bene, penso che abbia giocato al meglio in Serie B e anche in Serie C siamo stati in vantaggio per quasi tutto il campionato. Sono stati sicuramente anni bellissimi”.

Sulla corsa per la promozione diretta in Serie A e sulla lotta per la sopravvivenza nel campionato di Serie B…

“Il Como è la squadra che mi ha impressionato di più. Difficile esprimere un giudizio, perché ci sono 3 squadre molto forti, Como, Venezia e Cremonese. Il Como ha fatto grandi acquisti sia in estate che a gennaio e la sua rosa forse è un po’ più pronta in questo momento, ma anche le altre sono vicine da questo punto di vista. Per la lotta per la sopravvivenza, i punti di separazione tra le squadre sono pochi e ogni giorno può cambiare tutto”.

Hai giocato tanti anni in Serie B e sei sceso in campo in grandi stadi. Che emozioni ti regala questo campionato?

“È un campionato lungo e difficile in cui la qualità e la costanza di ogni squadra fanno la differenza. Le partite sono tante e bisogna avere una rosa competitiva e adatta. Alla fine vince sempre il gruppo migliore. Ci sono sempre grandi piazze e stadi, anche ai miei tempi la media degli spettatori era alta. È anche un campionato fatto di tanti giovani forti, che cercano il trampolino di lancio per fare il salto, e di gente più esperta. È un mix molto interessante. Forse sono di parte, ma è una bellissima serie.”

Sei partito dalla Serie D e sei arrivato alla Serie B e al massimo campionato italiano. Oggi sempre più giocatori intraprendono questo apprendistato partendo dai dilettanti per poi arrivare ai professionisti. Quanto è educativo questo percorso?

“Certamente quando esci dal settore giovanile è un mondo diverso. Anche in Serie D, per mia esperienza, hai a che fare con presidenti che vogliono vincere e capisci che c’è qualcosa di più di una partita. Le partite hanno un sapore diverso rispetto a quelle della Primavera. Dal punto di vista caratteriale ti forma molto e ti fa crescere subito. Dipende dalla società e dall’allenatore, ma c’è un bel calcio anche nei campionati dilettantistici”.

 
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