Le donne guadagnano poco? Sì, soprattutto in Sicilia – .

Le donne guadagnano poco? Sì, soprattutto in Sicilia – .
Le donne guadagnano poco? Sì, soprattutto in Sicilia – .

Per avere qualcosa per te. Quando ero ancora uno studente universitario, ho dovuto ingoiare questa frase innumerevoli volte. Era la conclusione di un discorso sempre uguale (e anche abbastanza insistente) che andava più o meno così: cosa ti importa della laurea?, trovato un qualsiasi lavoro part-time che ti dia soldi subito, cosa fai con la tua carriera?, l’importante è prendi qualcosa per te.

Ironicamente, non l’ho fatto carriera Veramente; ma mi sono laureato, per fortuna. In altre parole: forse non sono riuscito a liberarmi del tutto dalle catene di questa narrazione, ma nel mio piccolo ho fatto quello che potevo.

C’è un eredità culturale in giro donne lavoratrici E guadagnanoqui in Sicilia e in tutto il Sud (Europa compresa), che ormai hanno le donne stesse interiorizzato come verità naturale. Certo, non tutto; ma le eccezioni non bastano a frenare gli effetti di a fenomeno socialeche ha radici lunghe chilometri e secoli.

Basti pensare che l’area geografica in cui ci troviamo dà il nome ad a modello di welfare – IL Welfare mediterraneoappunto – che si fonda proprio su questa eredità: il le donne non hanno carriera perché sono tenuti a farlo prendersi cura dei soggetti fragili di una società, cioè i bambini, gli anziani, i disabili. Sono tenuti a farlo gratuito, Anche; e questa è la parte peggiore.

IL lavoro di cura della famiglia – lo sappiamo – non è pagato. IL ritorno sulle ore spese a gestire i bisogni di figli e parenti verrebbe quindi soprattutto di natura mentale o emotiva. In sostanza, il Welfare mediterraneo dà per scontata la propensione delle donne alla cura e, peggio ancora, immagina che basti loro per sentirsi soddisfatte.

Secondo questa logica le donne non hanno bisogno di un piano di lavoro, di ambizioni, di indipendenza economica o – che bella parola! – Di libertà. Le donne, invece, hanno solo bisogno di una casa a cui dedicarsi e di una famiglia da servire. Quando quella frase mi è arrivata alle orecchie (“per avere qualcosina per te, alla fine”), ho pensato a quanto costasse piccolo IL mondo delle donne: senza pretese né sogni, semplicemente capricci da soddisfare con i pochi soldi guadagnati e le aspirazioni chiuse tra quattro mura.

I dati raccolti da Fondazione GLT suggeriscono che si tratti di una credenza diffusa. Quelli che riporto di seguito sono stati estrapolati Martina Gangiresponsabile di Progetto Focus Sud di Fondazione GLT, sulla base di un’indagine nazionale pubblicata con il titolo L’iceberg dell’indipendenza economica delle donne in Italia.

Nel Sud e nelle Isole, attualmente, circa Il 60% degli intervistati Non ha un lavoro a tempo pieno. Di questi, il 35% lavora part-time, per scelta (20%) o per prendersi cura di un familiare (15%). Il restante 65% invece non funziona, e per diversi motivi: qualcuno (36%) cerca lavoro e non lo trova; qualcun altro ha rinunciato a cercarlo (14%); altro non funzionano per scelta (15%).

Sono dati che rispecchiano molto bene la realtà situazione finanziaria delle donne al Sud e nelle Isole. Inoltre, il lavoro part-time non è semplice sconto sulle ore. Lavorare part-time significa invece guadagnare di menotalvolta anche in base ad un numero eccessivo di ore (come accade con i falsi contratti part-timeche costituiscono un fenomeno particolarmente diffuso in Sicilia).

In questo scenario, il rapporto delle donne con il denaro Sicuramente non è una relazione confidenziale. Guardiamo ancora una volta i dati Progetto Focus Sud E Fondazione GLT: Di 28% delle donne intervistati al Sud e nelle Isole hanno dichiarato dipende direttamente dal tuo partner (se si tratta del marito, del compagno, ecc.). Si tratta più o meno della stessa percentuale di donne che NON hanno un conto corrente o che ne hanno uno cointestato.

È come se per molte donne del Sud il denaro fosse in realtà solo un mezzo per soddisfare un bisogno o un desiderio (“qualcosa per te!”) e non un riserva di valore.

Naturalmente non è un problema solo del Sud: a quanto ci racconta Fondazione GLTla media di 3 donne su 10 che dipendono economicamente dal proprio partner, questo vale per il Sud e per l’intero Paese. Tuttavia in Sicilia questi dati hanno un peso maggiore, perché è proprio qui che “circola” molto meno denaro: già sostanzialmente si guadagna meno che nel resto d’Italia. IL risorse finanziarie che restano nelle mani delle donne sono quindi davvero insufficienti.

Ad esempio, i dati ci dicono che il RAL medio in Sicilia (ovvero la Retribuzione Annua Lorda) è pari a € 27.679. La media tiene conto della retribuzione di dirigenti, quadri, impiegati e operai [fonte: JP Salary Outlook 2024]. Sappiamo anche che in Italia, mediamente, c’è a divario retributivo di genere pari al 7,3%. Se applichiamo questi dati alla Sicilia, scopriamo che le donne, in un anno, guadagnano circa 4mila euro in meno rispetto agli uomini.

Purtroppo però è un dato che non possiamo applicare pienamente, perché in Sicilia il divario retributivo di genere è molto più alto. Fino a qualche anno fa il divario salariale in Siciliaed in particolare nelle province di Siracusa, Ragusa e Trapani, era pari al 30%. Nello stesso anno in Italia si ferma al 15%.

Non sappiamo se sia ancora così, non abbiamo dati certi e più recenti. Ma con a divario retributivo di genere del 30%, il RAL medio delle donne siciliane scenderebbe a 19.375 euro, dove «media» comprende sempre gli stipendi di dirigenti, manager, impiegato E lavoratori.

Nel suo ultimo libro (“Le signore non parlano di soldi”, Rizzoli, 2023), l’economista Azzurra Rinaldi dedica un capitolo all’indipendenza economica. E scrive, rubando le parole di un altro economista, Charlotte Perkins GilmannQuello “L’autonomia finanziaria, oltre a migliorare le condizioni di vita delle donne, è essenziale anche per rafforzare la loro posizione all’interno del matrimonio».

Ma c’è molto di più dietro l’importanza di avere un reddito sufficiente. Quasi cento anni fa, per fare un esempio, Virginia Wolf scriveva in un bellissimo saggio che una donna deve avere «soldiE una stanza tutta per sé […] viaggiare e oziare, contemplare il futuro o il passato del mondo”. Essere liberi in sostanza, ma anche ampliarlo mondo piccolo femminile che avevo immaginato, al cui interno non ne avrei mai avuto uno camera ma solo qualcosa per me.

Daria Costanzo

 
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