Un detenuto del carcere di Cuneo sorpreso in possesso di un cellulare – .

Un detenuto del carcere di Cuneo sorpreso in possesso di un cellulare – .
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La sera del 30 aprile un’operazione di polizia giudiziaria ha portato al ritrovamento di un cellulare in possesso di uno dei detenuti del carcere di Cerialdo di Cuneo. “La Polizia Penitenziaria UILPA sta scrivendo lunghe pagine di notizie attraverso ogni mezzo di comunicazione sul fenomeno dell’intrusione dei cellulari e dell’indebolimento dei sistemi di sicurezza delle carceri italiane, ma sembra che nessuno si preoccupi o si preoccupi più di tanto. Questa nuova tipologia di reati, che si aggiunge ai tanti che avvengono all’interno di un carcere, si sta diffondendo a macchia d’olio“, scrive in un comunicato il sindacato Uilpa Polizia Penitenziaria.

Le carenze dell’amministrazione penitenziaria in relazione alla formazione e all’aggiornamento del personale e alla fornitura delle risorse strumentali necessarie al contrasto dei reati – chiarisce la segreteria sindacale – sono semplicemente compensati dall’orgoglio delle donne e degli uomini in divisa di appartenere ad una Polizia di Stato. Nella serata del 30 aprile, il personale del dipartimento di polizia penitenziaria del carcere cittadino ha confermato di essere in grado di agire, secondo l’evoluzione dei tempi, nel contrasto alle attività della criminalità organizzata in carcere.“.

Il cellulare in questione veniva accuratamente nascosto nei vari reparti, oppure nelle docce esterne, ubicate nel corridoio della sezione C del padiglione Stura. “Il successo – commenta la UIL – è solo dovuto all’attenta osservazione e conoscenza delle abitudini delle persone private della libertà da parte degli agenti, che trascorrono più di un terzo della loro vita quotidiana negli istituti. È un altro colpo sferrato dagli stessi operatori di polizia che spesso subiscono vessazioni e denigrazioni, gratuitamente e inutilmente.. È la parte migliore, la parte buona, del personale di Polizia che continua ad onorare il mandato istituzionale per il bene della comunità, sia penitenziaria che della società civile esterna cuneese. Ci congratuliamo con i colleghi che hanno partecipato all’attività di ricerca e per il risultato che ha avuto, non scontato vista la consolidata carenza di personale”.

Redazione

CUNEO

 
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