“Il fiume Frigido non è biologicamente morto ed è monitorato dal comune di Massa” – .

“Sostenendo che il fiume Frigido è un fiume biologicamente morto – dice Paolo Balloniconsigliere comunale di Massa Gruppo Lega – è scorretto e discreditante per la nostra città e per tutti i cittadini. Al servizio di Rapporti dello scorso 21 aprile, conteneva un passaggio relativo agli impatti che l’attività estrattiva ha, in particolare sui fiumi, dal quale sembra emergere che Flaviano Bianchini, direttore di Source International, definisce il fiume Frigido “un fiume biologicamente morto”. Nel confronto tra il mondo ambientalista e quello delle attività estrattive, ritengo che non debbano essere coinvolti soggetti e settori che non c’entrano nulla e che potrebbero esserne danneggiati. I fiumi svolgono una funzione vitale per l’equilibrio ambientale e il dubbio instillato dal servizio che il principale corso d’acqua cittadino sia biologicamente morto non solo scredita l’immagine della città stessa, ma potrebbe avere ricadute negative sull’intero settore turistico e balneare. Nel corso del mio mandato di assessore all’ambiente ho avuto modo di visitare l’alveo del fiume decine di volte, ho avuto interessanti esperienze legate al mondo dello sport fluviale e l’amministrazione comunale, di concerto con molte associazioni locali, ha progettato e realizzato azioni di ripopolamento del fiume, monitoraggio delle specie ittiche, pulizia dei rifiuti antropici dal letto del fiume e altre attività di sensibilizzazione sulle questioni ambientali. Tali azioni sono, in parte, contenute all’interno del Contratto di Fiume, sottoscritto a Filanda di Forno il 28 maggio 2022 dal Comune di Massa (capofila), Parco Regionale delle Alpi Apuane, Consorzio di Bonifica 1 Toscana Nord con imprese e associazioni del territorio, per un totale di 20 soggetti che hanno proposto, progettato e realizzato interventi di valorizzazione del fiume, che non possono essere penalizzati da una dichiarazione così discreditante, diffusa a livello nazionale nel servizio. L’impegno profuso dal Comune si è concentrato anche sull’inserimento nei Piani Attuativi dei Bacini Estrattivi (PABE), in parte in fase di approvazione, di maggiori obblighi per le imprese estrattive, in relazione alle certificazioni ambientali dei processi produttivi, ma anche in relazione alle certificazioni relative alla sicurezza sul lavoro. Il servizio, pur non aggiungendo nulla rispetto alle note criticità ambientali per le quali diverse istituzioni sono già attive da tempo, ha così diffuso un messaggio impreciso, che credo vada chiarito”.

 
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