La vittoria di Sabatelli, ex enfant du pays, oggi ha aggiunto valore al Magnolia – .

A Campobasso sembrano tornati gli anni Ottanta, quando il calcio ‘tirava’ il basket e viceversa. Anni di risultati ed entusiasmo, anni in cui Mimmo Sabatelli, classe 1970, era parte integrante di quelle domeniche appassionate tra calcio di Serie B e PalaVazzieri. L’attuale allenatore del Magnolia mangiava pane e basket, era il giovanissimo play nostrano che giocava sui parquet della Serie B, non da titolare, ma sicuramente da catalizzatore di interesse per i neofiti del basket e per gli appassionati, ovviamente .

È soprattutto per questo che ieri sera Sabatelli sapeva di giocare la partita più difficile ed emozionante della sua carriera da allenatore. Una sfida che sentiva molto forte perché sapeva che da quel risultato sarebbe dipesa la sua ulteriore crescita nell’affetto della gente e come solida professionista ai massimi livelli: le semifinali del massimo campionato nazionale di basket femminile. Quel passo è arrivato, fantastico e meritato, davanti ai suoi tifosi.

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Le parole che ci ha regalato in questo video, appena 5 minuti dopo la fine della terza partita contro l’Allianz Geas di Sesto San Giovanni, sono quelle di un uomo che sa di aver fatto in pieno la sua parte, di aver contribuito all’impresa di il club di Campobasso, in sostanza: di aver dato quel qualcosa in più che ci si aspetta da un vero allenatore.

“Sì, stasera è il nostro scudetto, dedicato a tutte le persone che ci seguono con affetto, dedicato alla gente di Campobasso – ha detto subito, dispensando sorrisi e ‘batti cinque’ ai giovanissimi tifosi messi in panchina, che ha aiutato avvicinarsi al mondo della palla segmentata. “Stasera viviamo un momento speciale: questo pubblico e queste ragazze, che formano un gruppo meraviglioso, se lo meritano. Siamo stati ripagati dei sacrifici fatti in questi anni. Venezia in semifinale? È incredibile, ma gareggiamo con tutti, anche con i più forti. Sarà bellissimo giocare queste partite, un sogno, sicuramente”.

Un sogno che in gran parte si è già realizzato. L’avventura del Magnolia è iniziata solo sette anni fa, con ambizioni importanti, ma pochi avrebbero immaginato una scalata così decisiva ai vertici del basket nazionale. Merito di una squadra organizzata, tutta al femminile, ben diretta da Rossella Ferro, grande imprenditrice e moglie dell’allenatore, che ha intercettato la voglia della piazza di vivere una nuova esperienza.

Sabatelli ha preso la guida tecnica, consapevole di poter avere una grande chance, dopo la già ottima esperienza al seguito di Andrea Capobianco. Ieri sera era comprensibilmente nervoso, ma anche la sua gioia era misurata. Infatti si è subito premurato di complimentarsi con lo staff tecnico avversario, poi si è letteralmente tuffato sul gruppo di giocatori che saltavano abbracciati. Infine ha attaccato i tifosi guidati dal preziosissimo Mauro Moffa. Poi, salito su una sedia, ha incitato il pubblico rossoblù e ha preso parte alla festa, quasi come un leader ultra, o forse – come meglio si addice al Sabatelli di oggi – direttore di un’orchestra che ha suonato meravigliosamente in tutti i suoi elementi, tifosi in Guida. E poi quell’abbraccio fraterno con Alberto Gatti, compagno di squadra ai tempi del Molisana in Serie B.

Sì, i favolosi Anni Ottanta dello sport molisano, quelli che i ragazzi del nuovo millennio stanno vivendo forse con ancora maggiore entusiasmo, perché aggregare (e vincere) oggi è sicuramente più difficile. E Sabatelli, ex enfant du pays dal carattere da urlo, lo sa perfettamente.

 
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