Maxi sequestro di ricambi auto contraffatti a Torino – il video – .

I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Torino hanno portato a termine una vasta operazione di contrasto alla contraffazione nel settore automobilistico, nel corso della quale sono stati consegnati circa 500mila pezzi di ricambio per automobili recanti le effigi contraffatte delle più note case automobilistiche nazionali ed internazionali (Fiat, Alfa Romeo, Lancia, Citroen, Opel, Peugeot, Dacia, Skoda, Ford, Volkswagen, Toyota, Nissan, Renault, Seat, Iveco, Chevrolet), oltre a numerosi macchinari e stampi utilizzati per la produzione illecita.

Le indagini, svolte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Torino sotto il coordinamento della Procura della Repubblica del capoluogo piemontese, sono state inizialmente condotte attraverso un’approfondita analisi delle banche dati a disposizione del Corpo nonché un’ampia attività di sorveglianza e osservazione . Gli stessi hanno permesso di ricostruire l’intera filiera produttiva e commerciale dei falsi, permettendoci di individuare, oltre alle aziende produttrici dei pezzi di ricambio, numerose aziende dedite alla loro distribuzione, anche attraverso piattaforme di e-commerce.

In tale contesto, anche con il supporto di altri reparti del Corpo, sono state effettuate molteplici perquisizioni su tutto il territorio nazionale a disposizione dell’Autorità Giudiziaria procedente, in particolare in Piemonte, Campania, Calabria, Puglia, Basilicata, Lombardia e Toscana, in relazione non solo agli stabilimenti produttivi piemontesi ma anche a tutti i grossisti e dettaglianti individuati.

I pezzi di ricambio oggetto dei sequestri effettuati sono risultati riconducibili a componenti di autoveicoli, quali copriruote, coprimozzi, stemmi, elementi ornamentali ed elaborazioni di carrozzeria, riproducenti – senza il possesso di alcuna licenza/autorizzazione – i marchi rientranti nel ambito di applicazione del diritto di proprietà industriale delle suddette case automobilistiche.

In particolare, le indagini hanno consentito di individuare e smantellare l’anello iniziale della filiera illecita: i ricambi per auto “falsi” venivano prodotti in capannoni industriali ubicati nella provincia di Torino, all’interno dei quali sono state scoperte 13 linee produttive, pienamente operative e professionale, composta da vari macchinari per lo stampaggio, lo stampaggio, la verniciatura, la serigrafia e la tampografia dei prodotti realizzati. Tali linee produttive sono state quindi sottoposte a sequestro preventivo, anche al fine di impedire la prosecuzione dei processi penali, disponendo il vincolo cautelare su 28 macchinari industriali e 449 stampi utilizzati per riprodurre i marchi delle predette case automobilistiche.

Nel corso delle operazioni di perquisizione presso i suddetti stabilimenti, i militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Torino hanno individuato anche un’area di stoccaggio “nascosta” utilizzata da una delle aziende coinvolte, rinvenuta nei magazzini di un’azienda di logistica (estranea alle accuse penali ), dove erano stati affittati spazi di oltre 700 m2 per immagazzinare i pezzi di ricambio contraffatti prodotti nonché i copricerchi destinati ad essere marchiati illecitamente.

L’operazione di servizio, nel suo complesso, ha quindi consentito di individuare e sequestrare circa 500mila pezzi di ricambio contraffatti e l’intera linea produttiva dei 2 suddetti stabilimenti torinesi (facendo cessare l’illecita fabbricazione), per un valore commerciale stimato in oltre 8 milioni di euro.

In totale, sono 20 i soggetti indagati dei reati oggetto di procedimento penale, i quali – ferma restando la presunzione di innocenza fino all’accertamento delle condotte ascritte – dovranno rispondere davanti all’autorità giudiziaria, in concorso, dei reati di fabbricazione e commercio. in prodotti contraffatti, con l’aggravante di aver commesso i reati in modo sistematico e mediante la realizzazione di mezzi e attività organizzate, e di ricettazione. Va infine rilevato che il commercio di ricambi auto contraffatti, agevolato anche dallo sviluppo del mercato online, continua a confermarsi un business redditizio per gli operatori illegali, a causa degli ampi margini tra prezzi di produzione e di vendita. In tale contesto, i soggetti economici interessati dalle attività repressive in questione figuravano tra i principali attori del mercato di riferimento. La complessa indagine condotta dalla Guardia di Finanza, che comporta anche la valutazione dal punto di vista fiscale dell’attività svolta dagli indagati, si inquadra nell’azione posta in essere dal Corpo a tutela della concorrenza e del libero mercato come nonché a salvaguardare il tessuto produttivo italiano, particolarmente esposto agli effetti dannosi della contraffazione.

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pubblicato il 2/05/2024

 
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