«Quest’anno è stato un viaggio incredibile. Un sogno? La Champions, vorrei questa gioia per la città” – .

«Quest’anno è stato un viaggio incredibile. Un sogno? La Champions, vorrei questa gioia per la città” – .
«Quest’anno è stato un viaggio incredibile. Un sogno? La Champions, vorrei questa gioia per la città” – .

PERUGIA – «Sarebbe bello essere i primi a portare la Champions, vorrei regalare questa gioia all’ambiente». Nella sua carriera Massimo Colaci, libero classe 1985 della Sir Perugia, ha vinto tanto. Ma ha ancora un sogno, regalare al suo Sir «dove vorrei finire la mia carriera», la coppa mancante. Missione possibile grazie al ritorno in Europa dopo la stagione dei record (4 titoli) appena conclusa, nella quale il libero pugliese (nato a Gagliano del Capo ma cresciuto a Ugento, dove si è allenato anche nel volley) è stato decisivo. Questo è quello che ha fatto dal suo arrivo nel 2017, quando è iniziata la serie continua di successi del Sir. «È motivo di orgoglio aver preso parte a ogni vittoria. Quando sono arrivato c’era voglia di vincere per primo. Abbiamo fatto bene, ogni anno portavamo a casa qualcosa”. E quando il Perugia non vinceva “eravamo sempre lì in finale a giocarci”.

TITOLI E ALLENATORI Tra i 13 trofei in bacheca, difficile per Colaci dire quale sia stato il migliore. «Ricordo con piacere il primo campionato, l’esplosione di gioia che ci fu…», spiega Max. Insomma, il tricolore ha un sapore diverso anche per chi ha vinto ovunque, anche a livello olimpico. Soprattutto quando arriva, come quest’anno, “dopo un viaggio incredibile”. Ovvero “come ci siamo arrivati, la crescita continua e la voglia di migliorare”. Un ringraziamento anche al tecnico Angelo Lorenzetti, che Colaci ha ritrovato dopo l’esperienza trentina. «Devo dire che tutta la squadra aveva un buon rapporto con lui e con lo staff. Ciò non significa che non ci fosse rabbia o idee non condivise. Ma forse era proprio quello il segreto. Ci ha spiegato dove e come lavorare, stimolandoci a crescere. Ha creato un bel gruppo e ha fatto sentire tutti importanti”. E anche coloro che hanno sostenuto la squadra con i loro cori contribuiscono al successo. “L’edificio è molto caldo, quest’anno ancora di più”, ha detto Max, felice dei tifosi riuniti. «Con alcuni ho un rapporto diverso anche fuori dall’arena. Persone che mi hanno aiutato e incoraggiato”.

MOTIVATORE Insomma, per il libero il legame con la città è speciale, dove vive con la famiglia e vorrebbe restare a lungo. «Nella mia testa ci sarebbero altri 10 anni di pallavolo». Sarà possibile realizzarli? Anche qui dimostra una grande maturità. “Non voglio rendermi ridicolo e stracciare i contratti.” Per lui è importante che “rimanga un bel ricordo della mia carriera e del giocatore”. Il tempo lo dirà. Intanto comincia l’assalto al sogno Champions League. Quel titolo che anche l’azienda vuole fortemente. Dal canto suo Colaci è pronto a dare tutto per raggiungere l’obiettivo. Il suo ruolo è importante non solo come libero “pigliatutto”, ma anche come motivatore del gruppo, ruolo che svolge egregiamente in campo in ogni partita. «Ho sempre avuto un po’ questa cosa, anche a livello giovanile. Poi quando sono arrivato in Serie AI mi sono ritrovato in un mondo nuovo. Ho giocato le prime volte a Trento per vincere qualcosa, c’era tantissima pressione. Ho faticato un po’ di più ad essere più spregiudicato in campo, ma da un certo punto di vista ho sempre voluto andare a tifare i miei compagni. Con l’esperienza ho imparato a far emergere tutto questo soprattutto nei miei momenti di difficoltà. A volte i giorni le cose vanno bene, fai molte difese e allora è facile aiutare il tuo partner. Ho imparato a fare questo anche nei momenti difficili per me, per avere una parola di conforto per gli altri. Man mano che crescevo mi veniva sempre più naturale. Qui a Perugia ci ho lavorato tanto con Lollo Bernardi, poi ha dato i suoi frutti”.

IL CONTESTO L’influenza di Colaci come motivatore si è vista negli anni in campo, sempre pronto a dare una mano ai compagni. Un ruolo fondamentale in una pallavolo che è cambiata molto dal punto di vista degli equilibri. Cioè dove non sempre sono loro a occupare la scena alla fine delle gare. «Il fatto che ci siano tante squadre rende tutto più interessante. Per il prossimo anno mi dispiace che alcuni giocatori forti vadano all’estero. Insomma, questo fa perdere qualcosina al nostro campionato. Ma ci sono ancora tanti team e aziende che funzionano bene. Secondo me verrà il Verona, sta lavorando bene. E i soliti ci sono, non mollano nulla. Vedremo meglio anche Modena da quello che sento. Tutto sarà ancora più bello e difficile. E tutto questo dà ancora più valore a quanto abbiamo fatto quest’anno, un percorso di cui sono davvero fiero”. L’assalto ai titoli riparte da qui, dal fresco sigillo di campione d’Italia, per fare del Sir Perugia una squadra di ancora maggiore prestigio.

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