GIULIANOVA – Non c’è stata corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio: così la Cassazione spazza via l’impianto accusatorio di una delle inchieste giudiziarie più complesse mai svolte nel teramano e non resta alcuna condanna per prescrizione di Castrum. Perché la Suprema Corte, nell’annullare senza rinvio la sentenza d’appello, riqualifica il reato chiave della maxi indagine come corruzione per un atto d’ufficio, la cosiddetta corruzione impropria (pene previste da sei mesi a tre anni), e dichiara estinto il reato per prescrizione dell’ex dirigente (ora sospeso) del Comune di Giulianova Maria Angela Mastropietro (nel quadro)il marito, l’imprenditore Stefano Di Filippoi due fratelli imprenditori Massimiliano e Andrea Scarafoni. Una sentenza, quella dei giudici della sesta sezione, che spazza via la sentenza d’appello che nel 2023, con i tempi lunghi della giustizia, dopo tre anni aveva parzialmente riformato quello di primo grado, riducendo le pene da cinque a quattro anni e due mesi per i quattro.
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