Nonostante l’aumento di circa 20 milioni di euro dei costi di produzione (rispetto all’anno precedente) negli ospedali di Cerignola, Manfredonia e San Severo, l’Asl di Foggia salva i conti grazie all’incremento del valore della produzione – le risorse trasferite dalla Regione Puglia – di 30 milioni di euro. È questo, in estrema sintesi, l’ultimo risultato della gestione economico-finanziaria dell’azienda sanitaria locale guidata da Antonio Nigri, come si evince dalla delibera numero 736 del 30 aprile firmata dal direttore amministrativo Michelangelo Armenise e dalla direttrice sanitaria Mara Masullo.
“Il presente bilancio al 31 dicembre 2023 – riportato nel documento – evidenzia un utile di 9.555 euro”. Nel dettaglio, però, emerge una differenza sostanziale che riguarda proprio i due item che dovrebbero caratterizzare la valutazione della performance manageriale. Per quanto riguarda i “costi di produzione”, sono passati da 1.226.066.887 euro nel 2022 a 1.244.145.580 euro nel 2023; mentre il “valore della produzione” è passato da 1.228.455.720 euro nel 2022 a 1.257.990.169 euro nel 2023. Il risultato operativo ha registrato una perdita di 4 milioni di euro (+8.644 euro nel 2022 e -3.997.799 euro nel 2023).
Tra i punti critici ci sono sicuramente iaumento della degenza media in ospedale (il numero di giorni di ricovero per paziente), la mobilità passiva (decine di milioni di euro per cure fuori regione per pazienti foggiani), la baratro farmaceutico. Nel primo caso, l’attività ordinaria ha visto un aumento della durata media di degenza in tutti e tre gli ospedali (“Tatarella”, “Masselli Mascia” e “San Camillo de Lellis”). Complessivamente crescono i ricoveri – da 11.612 a 13.259 – nelle tre strutture. Quasi tutti gli indicatori di efficienza ospedaliera sono però negativi: in particolare, nei parti, scesi da 1.148 a 1.085, si nota l’aumento della percentuale di utilizzo dei taglio cesareo (38,6%).
