“Grato ad Olbia. Ripescaggio? I tifosi meritano un lieto fine”. – .

In una stagione sfortunata è stato l’unico, o quasi, a salvare la faccia con un’annata individuale degna di nota. Filippo Rinaldi non è stato in grado di salvare con i suoi salvataggi Olbia da una retrocessione così amara, numeri alla mano, inevitabile. Adesso, con la Serie C archiviata, il portiere classe 2002 è cresciuto Parma lasciato la Gallura (“A malincuore”confessa) ed è rientrato Emilydove continuerà ad allenarsi in attesa di conoscere il suo futuro.

Filippo, cosa non ha funzionato nella stagione di Olbia? Retrocessione amara, eppure eri partito alla grande, con la vittoria sul Cesena, un rullo compressore…
“Quando ci sono anni simili, in cui retrocedi con 26 punti, con solo 6 vittorie, penso che non ci sia un solo problema. Credo che siano state tante le cose che sono andate storte: non ho la presunzione di poter dire quali, ma è chiaro che è stata una stagione in cui la fortuna non ci ha aiutato. Sicuramente anche noi giocatori in campo abbiamo fatto la nostra parte, potevamo fare di più ma è un dato di fatto che gli episodi decisivi non sono stati a nostro favore. Penso alla gara di ritorno contro il Sestri Levante: eravamo ancora vivi, vincendo quella partita forse ora parleremmo di un finale diverso”.

È quella partita il tuo più grande rimpianto?
“Sì, forse anche perché è quello più recente. Era una delle ultime spiagge, siamo riusciti a passare in vantaggio ma non siamo riusciti a difenderla. Sono dell’idea che se avessimo vinto quella partita, con gli avvenimenti a nostro favore, parleremmo di altro”.

Parliamo della tua stagione: sembra quasi un paradosso che in un anno totalmente dimenticato dalla squadra, la tua prestazione sia stata sempre positiva, tanto da essere stato probabilmente l’unico a “salvarsi” nel buio generale.
“È bello sentire queste parole. L’estate scorsa, una volta deciso che sarei andato a giocare in prestito dal Parma, cercavo una squadra che potesse darmi continuità lavorativa, perché sapevo che sarebbe stata una stagione importante per me. Ho parlato con il direttore Tatti che mi ha fatto subito sentire una grande fiducia nei miei confronti. Devo ringraziarlo perché mi ha fatto sentire voluto dall’Olbia. Inoltre credo di aver messo anche il massimo, con prestazioni positive: certo, potevo fare meglio perché ho segnato i miei gol, ma ho giocato 34 partite e sono contento della costanza. Se ho fatto bene è grazie alla società, ai miei compagni e soprattutto ai tifosi, soprattutto a quelli della Curva Mare, perché mi hanno messo nelle condizioni migliori per farlo. Possiamo sempre fare meglio, ma volevo fare una buona stagione per questi colori e per questo posto”.

Hai giocato con Daniele Dessena, che come te si è allenato nel settore giovanile del Parma, che dopo la partita contro la Spal ha deciso di ritirarsi dall’attività agonistica. Tra voi si è creato un rapporto speciale?
“Dico subito che il gruppo è sempre stato unito, quindi insieme Desse Ho assolutamente un ottimo rapporto. Per me è stato un onore giocare con lui. Gli ho detto anche in questi giorni che dopo averlo visto giocare da bambino è stato davvero un onore poter condividere con lui il campo e lo spogliatoio. Ho imparato tanto dal suo esempio, da come gioca e come si comporta, da quello che dice. Penso che per diventare un buon professionista un giovane debba incontrare compagni di squadra come lui: una persona fantastica, un vero professionista. È stato un onore essere suo compagno nella sua ultima stagione da calciatore, oltre ad essere presente anche in tribuna alla partita contro la Spal. Mi ha aiutato tantissimo, ha sempre avuto parole gentili per me”.

Capitolo Under 21: la convocazione dei giocatori che giocano in Serie C non è banale. Com’è stato rappresentare l’Olbia con la maglia azzurra?
“Per me è stata una chiamata inaspettata, nonostante ho avuto una carriera in Nazionale fino all’Under 19. Poi per due anni non sono mai stato convocato, inoltre la lista comprendeva principalmente giocatori di serie A e B quindi a maggior ragione non mi aspettavo di essere inserito nel girone. Lo speravo, ma è stato tutto inaspettato. Ma quello che dicono tutti è che la Nazionale è la ciliegina su una torta fatta di lavoro durante l’anno. Per questo ringrazio i tre allenatori che ho avuto quest’anno – Leandro Greco, Marco Gaburro e Oberdan Biagioni – insieme al preparatore dei portieri Fabrizio Martellotta e ai miei compagni che hanno reso possibile tutto questo”.

Hai condiviso la maglia azzurra con Prati e Oristanio: com’è il vostro rapporto?
“Ho conosciuto Prati nell’Under 21, è un bravo ragazzo ma soprattutto un giocatore forte, fortissimo (ride, ndr). Con Oristanio, invece, ci conosciamo dai tempi dell’Under 17: sono pazzo di lui, mi sono innamorato del calcio fin da quegli incontri. Per me è fortissimo, forse qualche infortunio di troppo lo ha rallentato ma ha qualità pazzesche. Gli ho scritto anche prima di firmare con l’Olbia, visto che era già a Cagliari: gli ho chiesto qualche consiglio logistico, visto che non ero mai stato in Sardegna e per me era una totale sconosciuta. Sono due bravissimi ragazzi e calciatori forti, con i quali mi sono divertito moltissimo in Nazionale”.

Capitolo Parma, che proprio pochi giorni fa ha festeggiato il ritorno anticipato in Serie A. Domanda d’obbligo: speri di avere una chance in prima squadra dopo questa stagione?
“Prima di tutto sono molto contento che il Parma sia tornato in Serie A. È una società che funziona molto bene, avendo allenato con loro la scorsa estate posso dire che era chiaro il motivo per cui erano favoriti per la promozione. Per quanto mi riguarda ho un contratto con loro, tornerò lì per capire insieme alla società quale sarà la soluzione migliore. È ovvio che vorrei restare in Serie A, ma bisognerà fare le giuste valutazioni per capire la strada da intraprendere. Poi se non è stato quest’anno, magari sarà l’anno prossimo (ride, ndr)”.

Spesso ti hanno paragonato a Buffon: ti ha pesato questo paragone? Chi sono i tuoi modelli per il ruolo di portiere e dove pensi di dover ancora migliorare?
“Dopo la preparazione che ho fatto con lui, essere al suo fianco non può che essere un onore per me. Sarà un ricordo che porterò sempre con me, questo connubio è stato per me motivo di orgoglio. Come modelli dico Vicario e Ramsdale, visto che mi piace tanto la Premier League. Vicario ha avuto un percorso invidiabile e per certi versi, soprattutto nei primi passi della sua carriera, un po’ mi ci rivedo. Per caratteristiche però dico portiere dell’Arsenal, perché abbiamo alcuni aspetti in comune. Per quanto riguarda i miglioramenti, penso di avere ancora molto da fare e che questo sia anche il bello di questo sport quando si è giovani. Sicuramente l’approccio dal basso e il gioco con i piedi, che sta diventando importante quasi quanto il muro, insieme alle uscite alte. Ma lavorerò duro su questo”.

Torniamo alla situazione dell’Olbia: tre allenatori, un cambio di società nel corso della stagione in corso, una situazione ambientale particolare. Come hai vissuto tutto questo all’interno dello spogliatoio?
“In modo quasi distaccato perché tutti, tra le società e i vari allenatori che si sono succeduti, ci hanno sempre chiesto di concentrarci solo sul campo. Siamo professionisti, siamo sempre stati attenti ai vari avvenimenti ma il nostro compito era pensare solo a giocare”.

Qual è il tuo ricordo più bello di quest’anno?
“Sicuramente la vittoria sul Cesena nella prima di campionato. È a livello di squadra, ma anche a livello personale: era il mio esordio ad Olbia e volevo fare bene contro una squadra importante, fin dalla prima partita. Lo porterò sempre con me.”

Quali sono le aspettative per il futuro di Filippo Rinaldi?
“Continueremo sicuramente a migliorare, ma soprattutto giocheremo tanto. Perché per un portiere le partite sono ancora più importanti degli allenamenti. Vedremo in estate dove e a che livello: sicuramente mi piacerebbe fare un altro campionato da 34/35 partite. Per quanto riguarda l’Under 21, potrò essere convocato anche la prossima stagione, ora continuerò ad allenarmi a Parma sperando di far parte della squadra che parteciperà al Torneo di Tolone (a giugno, ndr)”.

Chiudiamo con i saluti ai tifosi dell’Olbia: che messaggio volete lanciare?
“Volevo ringraziare tutti i tifosi per come mi hanno accolto, mi hanno lasciato un ricordo indelebile della città e di questa piazza, nonostante l’annata sia stata deludente. Ma gli olbiesi mi hanno fatto sentire a casa fin dal primo giorno, soprattutto i tifosi della Curva Mare: per me era il primo anno da professionista in cui giocavo sotto una curva piena, era sempre una grande emozione sentire i loro i cori e gli applausi dopo le sfilate. Spero infine che tutta la società continui a sostenere la squadra, magari con la possibilità di un ripescaggio di cui si parla in questi giorni. L’Olbia e i suoi tifosi meritano tanto, spero che possa esserci un lieto fine”.

Francesco Aresu

 
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