«I portieri del Cesena? Campioni»

«I portieri del Cesena? Campioni»
«I portieri del Cesena? Campioni»

Nel lungo elenco di record firmati dal Cesena in questa stagione ce ne sono almeno tre che coinvolgono i portieri: la lunga imbattibilità di Matteo Pisseri (802 minuti senza subire gol), il record di partite senza subire reti (24) e i gol segnati subiti (appena 19) che hanno permesso a Cavalluccio di chiudere con la miglior difesa della Serie C e che potrebbe diventare anche il record assoluto in Italia se l’Inter dovesse subire 2 gol nelle ultime 4 giornate di Serie A. Dopo le turbolenze di un anno fa, se il reparto dei portieri ha funzionato alla perfezione, il merito va anche all’unica new entry nello staff tecnico di Toscano: l’allenatore Antonello Degiorgi. Nato a Mortara, piccolo paese in provincia di Pavia, dopo un anno di inattività ha messo la sua firma sul capolavoro cesenate.

Degiorgi, anche per i portieri è stato un campionato straordinario. Che stagione hai vissuto?

«Avevo già vinto 4 scudetti in carriera, ma tra i professionisti non ero mai arrivato primo. Vincere così e farlo a Cesena ha un valore inestimabile. Per me quest’avventura è stata una favola e anche divertente. L’anno scorso guardavo il Catanzaro e dentro mi dicevo: ma come hanno fatto a fare 96 punti? Pensavo che non fosse umano e possibile. Invece…”.

Come sei arrivato a Cesena?

«L’Artico mi voleva. Ho lavorato con Fabio una ventina di anni fa, quando io ero preparatore dei portieri della Pro Patria e lui era un leader dello spogliatoio come lo è oggi De Rose al Cesena. Da quella stagione siamo sempre rimasti in contatto e quando mi chiamò in estate non gli chiesi nemmeno le condizioni. Ho semplicemente risposto: Fabio, dimmi quando dovrei iniziare. A me interessava solo sapere la data del primo allenamento, perché il Cesena era un sogno”.

Si era informato sui tanti problemi avuti un anno fa con i portieri e anche con gli allenatori?

«Non pensavo a niente, pur conoscendo la situazione. Per me quelle turbolenze non sono state un problema ma un’opportunità, perché hanno favorito il mio arrivo a Cesena. Ho pensato solo che avrei dovuto portare la mia conoscenza ed esperienza e ho sempre lavorato con grande serenità. Il vero problema iniziale era uno solo: lo scetticismo e la diffidenza che si provava nei confronti dei portieri”.

Come è stato il tuo inserimento nello staff di Toscano?

«Non avevo mai lavorato con nessuno di loro, ma sono una persona molto flessibile e quindi è stato molto semplice. Quando hai le idee chiare e non devi conquistare spazi lavorativi, insieme a grandi professionisti, tutto diventa facile. Non hanno un preparatore dei portieri e, dopo una stagione travagliata, bastava essere una persona equilibrata”.

Lavorare con due portieri titolari, a prescindere dalle gerarchie decise prima dell’inizio della stagione, complica o facilita il lavoro di un allenatore?

«Quando lavoro durante la settimana per me non ci sono distinzioni. Se devo dire qualcosa che non funziona alla prima persona, lo dico sia alla prima che alla terza. Nella formazione individuale non esistono gerarchie e questo per me è un aspetto fondamentale. L’unica differenza sta nella costruzione del rapporto umano. Il titolare sa che gioca, gli altri due no, quindi rischi di perderli. Voglio prestare più attenzione a chi non gioca, perché sono il secondo e il terzo giocatore che devono alzare il mio livello di preparazione. In questo Siano, Veliaj e Klinsmann sono stati eccezionali. Non c’è mai stata una manifestazione di sofferenza o delusione. La prestazione della squadra ha aiutato, ma non è detto che sia così. Devo ringraziare soprattutto Siano e Klinsmann, i due portieri più difficili da gestire perché Veliaj aveva ancora un obiettivo da conquistare con la Primavera. Erano esemplari”.

Qual è la più grande qualità di Pisseri?

«Matteo è molto bravo a conoscere se stesso e a sapere dove può arrivare, senza farsi influenzare da fattori esterni. Non veniva da un anno positivo, ma ha sempre creduto nelle sue qualità. Ha iniziato con molta diffidenza, è partito bene in Coppa Italia e poi è cresciuto, anche quando non serviva, perché i colpi non arrivavano mai. La sua forza è stata la presenza mentale in partita e ha fatto il salto di qualità quando è diventato portiere con un solo tiro e una parata”.

Secondo te qual è stata la parata che lo ha fatto voltare?

«L’uno contro Di Massimo, quando a Gubbio impedì il 2-0 parando di testa. In quel caso è stata giustamente elogiata la prestazione della squadra, ma anche Matteo ha fatto la svolta a Gubbio”.

Qual è la più grande qualità di Siano?

«Tecnicamente è molto bravo. E’ stato praticamente perfetto in tutti gli allenamenti e soprattutto in tutte le partite della settimana. Non ha mai mollato di un centimetro e di conseguenza ha alzato il livello di tutti, perché fare gol per lui a volte era impossibile”.

E Klinsmann?

«Jonathan si sta evolvendo, lo stiamo conoscendo. Non posso ancora dare un giudizio completo, ma ha un gran fisico e ottime prospettive. Mi ha dato la massima disponibilità e lo ha fatto anche con la squadra. Arrivare in un ambiente così forte e definito non è stato facile”.

Qual è stata la soddisfazione più grande che vi siete portati via tutti insieme, al netto della promozione?

«Oltre alla documentazione aggiungo un dato. In campionato abbiamo schierato tre portieri e tutti hanno ottenuto la porta inviolata. Penso che sia un altro primato.

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