“Confermo che se dovessi accorgermi che un mio giocatore ha staccato la spina non avrei problemi, e la società mi sostiene, a lasciarlo fuori dalla rosa. Ma questi sono ragazzi che si sono sempre allenati con intensità e impegno”. Lo dice l’allenatore del Palermo Michele Mignani parlando del rendimento della sua squadra, che da quando è arrivato in panchina al posto di Eugenio Corini ha messo insieme tre pareggi e due sconfitte.
“La partita è un’altra cosa – ha aggiunto Mignani – Non è che se ti alleni sempre bene giochi sempre bene. Il ritiro che stiamo vivendo è un segnale che la società ci ha dato per farci capire che non è contenta dell’andamento delle ultime partite. Manca poco alla fine del campionato ed è giusto farlo”.
Per Mignani quella di domani alle 15 contro l’Ascoli non è una partita decisiva. “Ma è importante – ha precisato – è importante per la classifica, per noi, ritrovare quella fiducia che pensavamo di aver ritrovato. A volte i problemi ti aiutano a crescere, la cosa più bella è quando li risolvi: ti senti forte. Sappiamo che non siamo nel nostro momento migliore, ma dobbiamo avere la voglia di risolvere questi problemi. Ci sono tanti modi per farlo: chi si rivolge e cerca aiuto, chi prega, dobbiamo mostrare il nostro carattere e uscire tutti insieme da questa situazione”.
Mignani confidava in un inizio diverso della sua esperienza in panchina. “Speravo si facesse di più – ha detto – nel mio periodo la squadra aveva difficoltà a reagire. E’ un problema di testa. Se non avessi creduto in questa squadra non l’avrei presa. Se dovessi svegliarmi pensando che non puoi vincere, puoi vincere, sarei disonesto non tornare a casa”.
Riguardo ai troppi gol che prende il Palermo, Mignani ha detto che “i gol si prendono per bravura individuale o per errore individuale – le sue parole – lavoriamo per cercare di eliminare gli errori. Il mio pensiero, però, è che se segni un gol devi farne due. Se invece prendi gol e abbassi la testa allora diventa un problema andare avanti”.
