“In Italia non esiste pluralismo educativo” / Cesena / Home – .

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Di

Rosso.

È in corso oggi e domani, nei locali della Biblioteca Malatestiana, il Festa Malatestiana delle Libertà promosso da Confcommercio Cesena, di Crocevia, di Valori e libertà e Nazione futuro, con il patrocinio del Comune di Cesena.

Questa mattina, durante la prima sessione di lavoro moderata dal nostro direttore Francesco Zanotti e introdotto da una riflessione del professore Leonardo Lugaresi su cultura, educazione, libertà, tre vertici di un triangolo con al centro la famiglia, Suor Anna Monia Alfieri, residente a Milano e membro del Consiglio per la scuola della Cei, è intervenuta sulla libertà di istruzione in Italia. “La scuola italiana non è gratuita – ha affermato la religiosa, con in tasca due lauree all’Università Cattolica di Milano, una in giurisprudenza e una in economia, più una in Scienze religiose – perché Non esiste libertà di scelta per i genitori. E questo avviene solo in Italia, in tutta Europa. Nella Francia molto laica, le scuole sono libere e pluraliste”.

“Con il voucher scuola – ha proseguito suor Anna – si congela lo status quo, ma si perde per sempre il pluralismo educativo”. Per sperare in qualcosa di nuovo «ci vogliono nuovi profeti», ha proseguito il suo Alfieri.

Il professore Marco Bassani, docente di Storia delle dottrine politiche, ha parlato di “declino delle libertà in Occidente. Non c’è più nessuno che parli di libertà. Siamo in presenza di una sorta di dittatura che colpisce gli intellettuali. Un umanesimo totalitario, con idee narcotizzate nel dibattito pubblico”.

Ciò che Internet ha causato in tutti noi, il Professore di Diritto Costituzionale presso l’Università di Firenze, Ginevra Cerrina Feroni che è anche vicepresidente del Garante della privacy. “Pensavamo tutti che fosse il nuovo paradiso in terra. Che tutto fosse gratis – sosteneva la docente -. Invece di gratis non c’è niente. Più qualcuno è online, più viene profilato. Quello che abbiamo gratis lo paghiamo con i nostri dati personali.”

La rete ha avuto anche aspetti positivi: “ha rafforzato la libertà di espressione e ha permesso di colmare le lacune. Ma oggi, più degli Stati, chi ha un potere reale sulle persone sono le piattaforme, alcuni soggetti privati, che decidono cosa deve essere pubblicato e cosa no. Senza trasparenza, secondo i loro criteri etici. Sui social firmiamo contratti che hanno regole da loro dettate. Le piattaforme sono i nuovi sovrani”.

Come uscire da questa sorta di dittatura digitale? Come difendersi? “Serve educazione – ha sostenuto la docente -. Innanzitutto per le famiglie. E ricordatevi sempre anche che tutto resta online. Su internet non esiste l’oblio”.

 
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