denuncia per dispetto” – .

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Pesaro, 6 maggio 2024 – “Io ho non appena acquistareo il latte delle Tre Valli, mozzarella, ricotta, formaggio Valmetauro. E li consumerò insieme alla mia famiglia in totale sicurezza perché conosco le persone che gestiscono e lavorano nelle aziende agricole marchigiane di via Cerbara a Colli al Metauro”. Parlare al telefono lo è l’assessore regionale alle politiche del lavoro Stefano Aguzzi, già sindaco di Colli al Metauro. Pochi giorni fa ha scritto un post su Facebook commentando lo scritto di un suo collega di Forza Italia, dipendente di Fattorie Marche, l’azienda lattiero-casearia al centro dell’inchiesta della Procura di Pesaro per latte adulterato con soda caustica. Scrive sui social l’assessore Aguzzi: “Valmetauro è un’ottima azienda del nostro territorio, tutto sta diventando più chiaro e non c’è nulla di quanto apparso sui giornali nei primi giorni. Mi auguro che i buoni risultati delle analisi trovino sulla stampa la stessa evidenza che le indagini sono avvenute e mi auguro che chi ha denunciato in malafede venga giudicato”.

Assessore Aguzzi, chi le ha detto che c’è stato un buon esito dei test? È vero il contrario: c’era un’elevata carica microbica nelle materie prime e un sospetto utilizzo di sostanze non autorizzate. I prodotti sono stati tolti dagli scaffali, altri sono stati sequestrati. È ancora convinto che l’indagine abbia commesso un errore?

“Sì, ne sono intimamente convinto. Questo non vuol dire che ho certezze granitiche, ma non ho dubbi sulla qualità delle persone che gestiscono Fattorie Marche. Per questo non credo alle accuse”.

Nemmeno quelle fatte dagli ex dipendenti sulle condizioni e modalità di lavoro?

“Soprattutto quelli. Sono in malafede. Mi spiego meglio: se ho capito bene si tratta di dipendenti a cui non è stato rinnovato il contratto di lavoro. E poi, per questo motivo, hanno sporto denuncia. Lo considero un atto di ripicca e non una scelta morale che, se fosse tutto vero, sarebbe dovuta avvenire prima di lasciare il lavoro”.

Ma le due sorelle che hanno sporto denuncia per stalking professionale hanno sollevato critiche sulla sicurezza sul lavoro e per questo sono state demansionate e poi licenziate.

“Questo non lo capisco e comunque non ho tutti gli elementi del caso. Mi auguro che la magistratura faccia presto chiarezza sui rapporti di lavoro esistenti e sulla qualità dei prodotti, su cui non ho dubbi”.

Eppure 3 lotti di mozzarelle per pizzerie sono stati richiamati dalla stessa azienda per sospetta presenza di sostanze inquinanti.

“Non voglio entrare in quello che non so, mentre posso dire perché so chi sono che Fattorie Marchigiana è un’azienda sana, che dà lavoro a settanta persone, che è motivo di orgoglio per il territorio e che si renderà presto conto che la storia si sgonfierà e diventerà una bufala. Non possiamo mettere a rischio un’azienda del genere per una denuncia derivante da un dispetto. Se ci sono stati degli errori i singoli vanno puniti a norma di legge ma l’azienda è sana e come ex sindaco di Colli al Metauro. Sono sicuro nel mio cuore che tutto si risolverà presto”.

Se l’assessore si dimostra convinto che l’indagine sul latte Tre Valli finirà in nulla perché “lì lavora gente per bene”, proseguono gli accertamenti sulla presenza di sostanze inquinanti riscontrate in tre lotti di mozzarelle per pizzerie divisi in confezioni da 1 e 2 chili. 5 chilogrammi mentre il quantitativo sequestrato dai NAS nell’azienda ammonta a 10 tonnellate. È probabile che i NAS vogliano ascoltare ancora una volta i denuncianti, ex dipendenti a cui non è stato rinnovato il contratto. I quali, rendendosi conto di dover portare prove per confermare le loro parole, hanno registrato e filmato per mesi quanto accadeva durante la lavorazione dei prodotti nel caseificio di via Cerbara 81 a Colli al Metauro. Sono immagini racchiuse nelle chiavette USB consegnate agli investigatori fin dall’inizio delle indagini. Si è concluso il fascicolo processuale per stalking professionale nei confronti di vertici aziendali e funzionari aziendali. La procura si prepara a chiedere il rinvio a giudizio degli indagati accusati di aver reso la vita impossibile ai dipendenti che si erano rifiutati di accettare metodi di lavoro “inammissibili”.

 
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