I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Grosseto hanno individuato, in due distinti interventi, tre lavoratori che svolgevano la loro prestazione in maniera del tutto “in nero”. Due a Porto Santo Stefano e uno a Castiglione della Pescaia. L’attività di contrasto al lavoro sommerso, che sarà progressivamente intensificata con l’avvicinarsi della stagione estiva, è volta a tutelare sia gli operatori economici che rispettano le regole e gli interessi, sia la dignità dei lavoratori. Nello specifico, le Fiamme Gialle di Porto Santo Stefano, nel corso di un controllo di polizia economico-finanziaria effettuato su un bed and breakfast, hanno accertato la presenza di due donne intente a pulire le stanze in assenza delle prescritte comunicazioni in merito alla loro assunzione. Tali avvisi, obbligatori per legge per ogni tipologia di lavoro subordinato, sono stati omessi anche da un negozio al dettaglio di Castiglione della Pescaia dove i Finanzieri, dopo aver verificato la “archiviazione elettronica” dei pagamenti, hanno accertato che il commesso che li ha erogati non ha mai stato formalmente assunto. In entrambi i casi sono state applicate maxi sanzioni amministrative per lavoro irregolare, che vanno da 1.950 euro a 11.700 euro per ciascun lavoratore “in nero” impiegato da meno di un mese. Inoltre, la violazione perpetrata dal bed and breakfast di Porto Santo Stefano è stata tempestivamente denunciata all’Ispettorato del Lavoro di Grosseto che ha notificato alla struttura ricettiva la sospensione dell’attività, che poteva essere evitata solo con l’immediata assunzione dei due lavoratori irregolari e con il pagamento di un’ulteriore sanzione di 2.500 euro. Il lavoro sommerso rappresenta una piaga per l’intero sistema economico perché sottrae risorse alle casse, mina gli interessi dei lavoratori, che spesso vengono sfruttati, e genera vantaggi competitivi impropri.
For Latest Updates Follow us on Google News
