“È così che è successo. Storie e racconti della storia di Velletri da Ottaviano Augusto alla Cane d’Appiotti” presso la Biblioteca di Velletri

“È così che è successo. Storie e racconti della storia di Velletri da Ottaviano Augusto alla Cane d’Appiotti” presso la Biblioteca di Velletri
“È così che è successo. Storie e racconti della storia di Velletri da Ottaviano Augusto alla Cane d’Appiotti” presso la Biblioteca di Velletri

Venerdì 17 maggio la Biblioteca Comunale “A. Tersenghi” di Velletri e la Società Cooperativa Biblionova presenteranno la nuova edizione del libro E’ andata così. Storie e racconti della storia di Velletra da Ottaviano Augusto a Cane d’Appiotti di Roberto Zaccagnini (edizioni Scorpius). Sarà presente l’autore.

L’evento si terrà venerdì 17 maggio 2024 alle ore 17.00 nella Sala degli Affreschi della “Casa delle Culture e della Musica” (Piazza Trento e Trieste, snc, Velletri), con ingresso gratuito.

Ringraziamo Fondarc e il Consorzio SCR per la collaborazione nell’organizzazione dell’evento.

Per informazioni tel. 0696155290, [email protected] oppure consultare il sito https://www.castellinforma.it/

Il libro E’ andata così. Storie e racconti della storia di Velletra da Ottaviano Augusto a Cane d’Appiottigiunto alla terza edizione, è costituito dalla raccolta di testi pubblicati sul settimanale Veliterno l’Artemisio negli anni dal 2016 al 2018 con l’aggiunta di alcuni articoli apparsi in anni più recenti, nel 2022 e nel 2023.

Nella prefazione troviamo spiegato l’intento principale di Roberto Zaccagnini in questo volume, l’autore infatti afferma che “[…] La storia è fatta anche di storie e di storie. Questi, oltre ad essere più godibili, trasmettono il vero senso della storia”.

L’intero libro, oltre 200 fitte pagine, esplora quindi una materia molto densa, con un approccio fondamentalmente duplice: o si parte dalla storia per arrivare alle storie, oppure si parte dalle storie per arrivare alla storia.

Le storie riportate possono nascere da un ricordo personale o da un ricordo tramandato in famiglia, da un detto o da un semplice termine veliterno, da un documento antico che offre, ad una lettura più attenta, l’opportunità di ritrovare tracce di vita quotidiana e modi di pensare che spesso sono sorprendentemente persistenti negli abitanti della città, oppure vengono affrontati molti luoghi comuni legati alla storia e alle tradizioni di Velletri. L’intento di Roberto Zaccagnini rispetto a questi ultimi è quello di individuarli e ridurli, grazie alle sue argomentazioni stringenti, a ciò che realmente sono: errori banali, espedienti propagandistici, autocelebrazioni inopportune, interpretazioni fuorvianti, spesso convenienti, della storia.

Nel libro di Roberto Zaccagnini non si troverà soddisfazione per le tradizioni di Velletri, la sua cultura e la sua storia, di cui il libro fornisce una rassegna molto densa, appassionata, varia e divertente di episodi, personaggi e aneddoti, ma un atteggiamento volto a far conoscere l’essenza delle cose dal punto di vista dell’autore, con l’obiettivo anche di smascherare l’ingenuità e, spesso, la tendenziosità di chi ha tramandato fatti mal interpretati con ricostruzioni semplificate, vagamente turistiche, trascurando, sulla base di un compiaciuto e cortese visione della storia della propria città, di ricordare i suoi aspetti più critici e quelli relativi alla vita reale della gente di Veliterna.

Roberto Zaccagnini, profondo e appassionato conoscitore, nonché testimone diretto degli ultimi decenni, di tutto ciò che Velletri ha rappresentato e rappresenta, soprattutto in ambito culturale, storico e tradizionale, autore e curatore di pubblicazioni sulla storia della città, sulle sue tradizioni e della sua lingua, attore vernacolare, scrittore di raccolte poetiche e di canti dialettali, attivo promotore di iniziative volte a riconoscere e riscoprire la cultura cittadina, preferisce il punto di vista spietato e umile di chi con orgoglio accetta e rivendica la storia e il carattere della sua abitanti e della città così com’è, senza tacere i suoi difetti e gli spigoli, anzi, se necessario, sottolineando anche gli aspetti meno piacevoli senza remore o false modestie.

Nei testi pubblicati in Così è andata non solo smonta con ironia alcuni tentativi artificiosi di rendere la storia della città più avvincente, prestigiosa e importante di quanto non sia già, ma fornisce nuovi elementi per la sua conoscenza, attinti anche dalle memorie dirette e orali dei suoi parenti (soprattutto dei suoi padre Italo Zaccagnini, a cui è dedicato il libro) e da un ragionamento più approfondito sulle fonti, applicando alla loro lettura non tanto l’erudizione che rischierebbe, nell’ambito di questi articoli rivolti a tutti, di essere pedanti, ma soprattutto una logica stringente e documentata che spesso ne evidenzia le contraddizioni.

L’autore sembra suggerire questa riflessione generale: la storia di Velletri e dei suoi abitanti non ha bisogno di essere edulcorata o enfatizzata, ma soprattutto dovrebbe anche essere conosciuta come storia soprattutto “dal basso”, degli umili e dei invisibile e, nella sua complessità, va compreso, tramandato e accettato. Anche Roberto Zaccagnini cerca di farsi portavoce di queste voci trascurate ma fondamentali: contadini, poeti da bar, prigionieri di guerra, blasfemi, devoti superstiziosi, tabaccai, accalappiacani, osti, suore rancorose, fratini orgogliosi, pellegrini religiosi ma teppisti, avari, furbi maestri baristi, banditi acclamati come eroi, trombettieri improvvisati, carrettieri, ladri col mal di pancia, blasfemi paganti e tanti altri rappresentanti della variegata umanità che fa parte della storia di Velletri.

Forse è proprio in questo sguardo impietoso e autoironico, nel gusto per la battuta spiritosa e popolaresca, spesso fulminea e inceneritrice, nel cogliere l’intelligenza e la profondità del linguaggio parlato dalle persone, nello sguardo benevolo verso la gente semplice, nella “tigna”, nella visione sempre pragmatica della vita che Roberto Zaccagnini implicitamente individua, nelle pagine di Così è andataalcuni dei tratti più distintivi e duraturi della “Velletranità”, di cui egli stesso rappresenta una delle espressioni più franche, profonde e consapevolmente controverse.

 
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