La polveriera barese è già esplosa: ma attenzione ai facili alibi

La polveriera barese è già esplosa: ma attenzione ai facili alibi
La polveriera barese è già esplosa: ma attenzione ai facili alibi

Sembrano passati secoli da quella cavalcata inaspettata che portò il Bari a pochi passi da una storica promozione in Serie A. Invece sono passati solo 10 mesi e l’idillio tra l’SSC Bari e i tifosi biancorossi è crollato fragorosamente: dai civili (che opportuno) proteste all’interno degli stadi, purtroppo si è passati prima agli attacchi verbali (la vittima è stato il presidente Luigi De Laurentiis sugli spalti del San Nicola) e poi a quelli fisici, come è successo ieri al DS Ciro Polito, vittima di un’aggressione da un gruppo di sconosciuti, mentre si trovava in una stazione di servizio autostradale, di ritorno da Cittadella. Gesti da condannare ‘senza se e senza ma’ che non vanno identificati con l’intera tifoseria biancorossa che, da decenni, si distingue per calore, sportività e correttezza. Questi episodi però ci dicono in modo chiaro e inequivocabile che, in questo momento, la piazza barese è una polveriera già accesa e che un’eventuale vergognosa retrocessione in Serie C potrebbe farla esplodere definitivamente.

Ma il Bari non è ancora retrocesso: mancano ancora 90 minuti da giocare contro il Brescia ex Maran, voglioso di punti per scalare le posizioni playoff. Di Cesare e compagni dovranno fare di tutto per evitare la vergogna di scendere agli inferi già nella partita di venerdì. Al momento, i biancorossi sono in zona play out insieme a Ternana e Ascoli, squadre tutt’altro che ‘morte’ e che, nell’ultima partita della stagione regolare, affronteranno avversari con motivazioni vicine allo zero come come Feralpisalò e Pisa. L’obiettivo minimo della squadra di Giampaolo è arrivare ai playout portando a casa la vittoria che manca dal 17 febbraio. Certo, è difficile chiedere la vittoria ad una squadra che non sa più vincere e che riesce a segnare solo grazie ad episodi o regali degli avversari. Ma in ogni caso…

Il clima infuocato e la vigliacca aggressione nei confronti di Ciro Polito non devono, però, diventare un alibi per giustificare nuove ed eventuali figuracce. Perché se il Bari dovesse perdere contro il Brescia o retrocedere in Serie C dopo i playout, non sarà certo per il clima di protesta che si è creato: questo pensiero malsano non deve minimamente toccare gli artefici di un disastro che è ridicolizzando e umiliando la tifoseria barese. Dal patron Aurelio De Laurentiis all’ultimo tesserato della SSC Bari, tutti responsabili dei disastri combinati dall’11 giugno in poi. Una serie di errori e figuracce indicibili che, per imprenditori che ‘sanno giocare a calcio’ (come qualcuno sosteneva), hanno dell’incredibile e che rivalutano anche gli anni più bui delle precedenti gestioni aziendali. L’obiettivo primario, al momento, è evitare la retrocessione che forse darebbe una spinta definitiva alla voglia di calcio dei tifosi del Bari. Ma, anche nell’ipotesi di un’improbabile sopravvivenza al fotofinish, i De Laurentii sono chiamati a fare subito chiarezza sul futuro societario e manageriale. Che sia ancora serie B o ancora serie C, i De Laurentiis devono resettare tutto e vendere la società il più velocemente possibile senza chiedere la luna a ipotetici (comunque auspicabili) nuovi investitori. Solo così si potrà salvare il calcio barese.

(Foto ssc Bari)

 
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