la sentenza trevigiana allarma i comuni friulani. Alcuni rimangono attivi, ecco chi sono – .

la sentenza trevigiana allarma i comuni friulani. Alcuni rimangono attivi, ecco chi sono – .
la sentenza trevigiana allarma i comuni friulani. Alcuni rimangono attivi, ecco chi sono – .

La sentenza della Corte di Cassazione che a fine aprile ha annullato la multa per eccesso di velocità ricevuta da un automobilista sulla tangenziale di Treviso sta avendo i suoi primi effetti anche in Friuli Venezia Giulia. Nello specifico a Pordenone, dove la polizia locale adotta una linea più prudente e fattuale che mai “spegne” tutti i rilevatori di velocità per evitare uno tsunami di ricorsi.

La politica opposta, però, è quella del Strade del Fvgl’ente gestore della principale rete stradale regionale: in tal caso i velox rimangono accesi.

COSA SUCCEDE

Lo scorso 22 aprile la Suprema Corte di Cassazione si è pronunciata in favore di un avvocato dell’Ordine degli Avvocati di Treviso, resistente nel terzo grado di giudizio contro il Comune di Marca. Il motivo scatenante? Una multa per eccesso di velocità presa dal suo cliente, che procedeva a 97 chilometri orari sui 90 che rappresentavano il limite.
La questione, forse banale ma importante, riguarda la mancata omologazione dei dispositivi per il controllo elettronico della velocità dei veicoli su strada. Velox approvato, secondo la Corte, ma non approvato. Quindi multe da cancellare e Comuni con i polsi tremanti. Ed è proprio per questo che nei giorni scorsi la più importante polizia locale del Friuli Occidentale, nonché una delle più grandi dell’intera regione (quella di Pordenone e Cordenons) ha di fatto “congelato” tutti i suoi dispositivi di controllo.
«Almeno finché non sarà chiarita la concreta interpretazione della sentenza – ha spiegato il comandante Maurizio Zorzetto –questa è stata la decisione». L’obiettivo è uno solo: non avere un mare di ricorsi simili a quello che ha di fatto messo in crisi il sistema delle multe elettroniche in tutta Italia sulla scrivania del sindaco Alessandro Ciriani e più in generale del Comune di Pordenone.

LE CONSEGUENZE

A Pordenone e Cordenons, cioè nel territorio in cui si estende la giurisdizione della polizia locale del capoluogo del Destro Tagliamento, niente più controlli elettronici della velocità. Né fisso né mobile. Il Comando è dotato sia di telelaser che di veri e propri autovelox, ma si è deciso di ridurre al minimo ogni margine di rischio e di dedicarci per il momento ad altre attività. «Ad esempio le operazioni con il dispositivo Targasystem – ha spiegato il comandante della Polizia stradale di Pordenone, Maurizio Zorzetto – che consentono il calcolo della data della revisione e il rispetto dell’obbligo di assicurazione del veicolo». E ancora la fermata selvaggia. Insomma, il lavoro non manca di certo, ma se il Comune avesse messo all’ordine del giorno il raddoppio dei proventi derivanti dalle multe sulle strade, forse bisognerà almeno aspettare.

POLITICHE DIVERSE

E cosa fanno gli altri enti? Il Comune di Pordenone ha scelto la linea della massima prudenza. Ci sono però altri soggetti che fanno affidamento su una sfumatura particolare della sentenza della Corte di Cassazione, che inserirebbe solo alcune tipologie nell’elenco dei dispositivi di controllo della velocità non omologati. «La rete coperta da Fvg Strade – ha spiegato ad esempio l’assessore regionale alle Infrastrutture, Cristina Amirante – al momento mantiene in funzione tutti i dispositivi di controllo della velocità, visto il tipo di tecnologia che vi è alla base».
Parliamo ad esempio della macchina fotografica che immortala le auto sulla Pontebbana a Codroipo, simile a quella “gemella” della Napoleonica a Castions di Strada e quella sulla Ferrata vicino a Madrisio. Stesso discorso per i rilevatori sulla strada della Valcellina. Ma soprattutto per il nuovo velox della Cimpello-Sequals.
“Il problema per noi non si pone – hanno spiegato invece dal Comune di Udine – poiché non utilizziamo apparecchi fissi sulle strade”.

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Il Gazzettino

 
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