Ecco perché l’epidemia di scabbia nel carcere di Bolzano non è un caso – .

Bolzano. A metà aprile la diffusione della scabbia nel carcere di Bolzano è diventata un caso nazionale. Dopo la pubblicazione della notizia sui principali media nazionali, consiglieri provinciali e consiglieri comunali hanno visitato il carcere del capoluogo altoatesino, visita che ha messo in luce le “condizioni vergognose e non più tollerabili” del carcere di Bolzano.
L’assessore comunale Juri Andriollo ha promesso “interventi riguardanti la parte di competenza del Comune, quella degli spazi educativi”, mentre il vicepresidente del Consiglio provinciale Gennaccaro ha assicurato che “la Provincia farà sentire la propria influenza per quanto riguarda la costruzione del nuovo carcere, ma potrebbe agire anche per alleviare la situazione contingente”.
Il problema è che la situazione è nota da anni e l’epidemia di scabbia è tutt’altro che una coincidenza. Perché, a quanto apprende Alto Adige Innovazione, i casi di scabbia sono iniziati mesi fa ed erano stati denunciati al ministero della Giustizia e alla Provincia, senza ricevere risposta.

“Manca la legge”

Va specificato, ovviamente, che il carcere di Bolzano è una struttura “statale” sulla quale Provincia e Comune hanno poteri limitati, ma per evitare che i detenuti debbano sperare nell’attenzione dei media nazionali per essere trattati o trattati secondo alla normativa vigente, nel 2016 è stata varata la figura del “Garante dei diritti delle persone private della libertà personale”.
Ebbene, basta una visita al sito del “Garante Nazionale” per capire l’attenzione degli enti locali sul tema.
Nella pagina dedicata ai garanti della regione Trentino Alto Adige si possono leggere nome, cognome e recapiti del garante della Provincia di Trento, mentre per quanto riguarda Bolzano leggiamo un emblematico: “Manca la legge”.
Di seguito il nome della garante del Comune di Bolzano, Elena Dondio, destituita dal sindaco Caramaschi nel giugno 2023 perché aveva osato candidarsi in Lista Verde alle elezioni provinciali, e mai sostituita.

Ricordiamo che il carcere è situato nel centro di Bolzano, a pochi passi dal Museion e dall’Auditorium, a dieci minuti a piedi dal Comune e poco più dal Consiglio Provinciale, non richiede uno sforzo straordinario per i provinciali consiglieri, che possono recarsi in qualsiasi momento nel carcere per prendere visione delle condizioni della struttura e verificare il sovraffollamento, le condizioni igieniche nelle celle dove si cucina accanto ai servizi igienici o per verificare come funziona la distribuzione dei vestiti o come spesso le lenzuola vengono cambiate.
Tornando alla scabbia, Treccani ricorda come questa La malattia di solito colpisce “persone in cattive condizioni”. e come il contagio avvenga quasi esclusivamente dormendo con persone malate di scabbia o in letti in cui hanno dormito con la scabbia, senza che la biancheria sia stata opportunamente sterilizzata”. I consulenti, ad esempio, potrebbero verificare quando i materassi sono stati cambiati e quando erano disponibili in magazzino.
L’ex garante comunale per i detenuti, Elena Dondio, preferisce non tornare sui motivi della sua destituzione, ma tiene a ricordare che il ruolo del garante non riguarda solo i detenuti, poiché lei è “Garante dei diritti delle persone” privato della libertà personale”, quindi, precisa: “svolge anche un ruolo protettivo per gli anziani e i disabili che si trovano nelle residenze sanitarie, per le persone ricoverate in cura presso servizi psichiatrici di diagnosi e cura e per coloro che sono rinchiusi nei rianimatori.
Ecco, a garantire tutte queste persone, in Provincia di Bolzano “manca la legge”, mentre la nomina del garante comunale, non più in carica, presentava un’altra anomalia. Elena Dondio era stata nominata direttamente dal sindaco e non dal Consiglio comunale, tanto che il sindaco ha potuto ritirarla a suo completo piacimento e discrezione. Una situazione che ha sollevato qualche dubbio anche a Roma.
Ovviamente la semplice nomina di un garante per i detenuti non cambierebbe la situazione intollerabile del carcere di Bolzano, ma, come spiega Elena Dondio: “si potrebbe riattivare un importante ruolo di mediazione con i detenuti e alcuni problemi quotidiani che potrebbero evitare ricorrenza di episodi come quello relativo all’epidemia di scabbia. Richieste, ad esempio, di un cambio più frequente di lenzuola, materassi, ma anche della semplice carta igienica che spesso manca. Per quanto riguarda l’igiene, ricordo anche che i detersivi a disposizione dei detenuti sono diluiti, quindi meno efficaci, per ragioni di sicurezza”. Inoltre, la diffusione della scabbia ha costretto la direzione del carcere ad aumentare l’“isolamento” e a ridurre i vari permessi di uscita, negando altri diritti ai detenuti.
Per i motivi fin qui evidenziati, è difficile credere che l’epidemia di scabbia nel carcere di Bolzano sia un “caso”, più facile pensare che sia la logica conseguenza di una situazione ben nota alla quale le autorità, anche locali, non ha prestato attenzione alla necessaria attenzione.
Prima di chiudere forse vale la pena ricordare che a meno di due anni da titoli come questo “Bolzano: morto di raffreddore a 19 anni, non c’era più posto in camerata”, la capitale è tornata sulla ribalta dei media nazionali per i casi di scabbia in prigione.
Viene il sospetto che il ricco capoluogo altoatesino abbia un grosso problema con chi non è ricco.

Massimiliano Boschi

 
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