Posti al Pacinotti. Bambini a casa da scuola 5 giorni – .

L’asilo nido e l’asilo nido Pacinotti saranno utilizzati come seggio elettorale per le prossime elezioni amministrative ed europee. Una soluzione piuttosto insolita considerando che le scuole che ospitano bambini più grandi e adolescenti vengono normalmente utilizzate per creare meno disagi possibili alle famiglie.

“La scuola – scrive Fabio Anselmo dando voce ai genitori dei bambini – resterà chiusa da giovedì 6 a martedì 11 giugno, creando grandi disagi alle famiglie coinvolte. Ciò dimostra la totale incapacità dell’amministrazione di pianificare le chiusure tenendo conto delle difficoltà di chi non può contare sul sostegno dei familiari mentre lavora”.

Ciò che però ha più colpito il candidato sindaco e i familiari coinvolti è che “alla richiesta di spiegazioni da parte dei genitori, il sindaco Fabbri ha risposto in modo vago e indifferente, declinando le responsabilità senza fornire soluzioni”. “Una risposta – aggiunge Anselmo – dai toni anche sprezzanti, che riduce in difficoltà oltre 150 famiglie e ricorda una politica che si nasconde dietro la mera propaganda. A queste famiglie va la mia vicinanza che cercherò di esprimere andando a trovarle, fiducioso che tra un mese – finalmente – Ferrara avrà un approccio diverso ai temi della comunità e dell’attenzione di genere”.

Nella sua risposta il sindaco spiega che normalmente per i 7 seggi si utilizza l’Iti ma in questa occasione non è possibile per via del lavoro del Pnrr. Inoltre, scarica la responsabilità sulla Provincia che “non ha rinnovato la propria disponibilità (della scuola, ndr) a essere seggio elettorale”. Così sono stati scelti Pacinotti (5 posti) e Don Milani (2 posti), “soluzioni – scrive il sindaco – condivise con la Prefettura come organo competente a decidere”.

Ciò che sembra aver più colpito il candidato sindaco Fabio Anselmo è la scarsa apertura di Fabbri a proposte alternative ma anche nel chiamare in causa Provincia e Prefettura per giustificare le scelte. Insomma, appare chiaro che l’avvocato e probabilmente anche i genitori avrebbero preferito almeno un tentativo di dialogo piuttosto che la giustificazione di una scelta già fatta.

 
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