Coppia senegalese aggredita a Bologna, i loro figli finiscono in ospedale – .

Coppia senegalese aggredita a Bologna, i loro figli finiscono in ospedale – .
Coppia senegalese aggredita a Bologna, i loro figli finiscono in ospedale – .

“Questo è razzismo, il bambino di nove anni adesso ha paura”. La denuncia di Nabu e del marito aggrediti a Bologna: “Vergognoso che ciò accada ancora nel 2024”. I due hanno filmato tutto con i cellulari.

Ti sputano in faccia il razzismoti dicono esattamente così, senza vergogna. E questo è triste”. Nabu Dieng è originaria del Senegal ma vive in Italia da quasi 25 anni. Il suo compagno, invece, è da 36 anni. E in tutto questo tempo, nessuno dei due aveva mai vissuto un’esperienza come quella vissuta qualche giorno fa, Bologna, poco prima di unirsi agli amici per una festa di compleanno. Appena parcheggiata l’auto davanti a un locale di periferia, dove ad attenderli erano alcuni connazionali, la coppia e i loro due figli di 9 e 18 anni (nati in Italia), è stata infatti vittima di un attacco fisico, con insulti a sfondo razzialeda un piccolo gruppo di avventori di un bar vicino.

Un attacco terminato con l’intervento della polizia, la fuga di alcuni membri del gruppo (“Erano almeno nove” ricorda Nabu), una denuncia già pronta per essere presentata e la denuncia cure al pronto soccorso per la figlia e il figlio appena adultosoffre tra l’altro di anemia falciforme (una malattia genetica del sangue) che può portarlo “ad avere crisi in qualsiasi momento”, spiega la madre.

Tutto è iniziato dopo, nel tragitto tra la macchina appena parcheggiata e l’ingresso del locale, alla presenza di due cani hanno spinto la coppia a chiedere ai proprietari, che stavano bevendo insieme in un bar vicino, di legarli entrambi mentre passavano. Nabu, infatti, ha paura dei cani, ma di fronte alla loro legittima richiesta, la donna e il resto della famiglia si sono ritrovati nel giro di pochi minuti nel mirino del gruppetto, che ha iniziato ad insultarli pesantemente, fino ad arrivare a vere e proprie aggressione fisica. .

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“Il cane libero veniva verso di me, allora ho iniziato a urlare – racconta -, mentre una ragazza diceva di stare calma, che non mi avrebbe fatto niente. Ma io ho avuto paura, allora mio marito è intervenuto per chiedere loro nuovamente di legarli”. La risposta della donna è tutt’altro che comprensiva: «Se hai paura di cantare, torna a casa tua”. “Le ho risposto che questa è casa nostra – continua Nabu – e lei mi dice: no, questa non è casa tua, perché siete dei fottuti negri”. Da quel momento inizia un lungo momento di tensione, filmato sul cellulare dalla compagna. Spinte, pugni, insulti e la bambina di nove anni morta di paura quando ha visto il padre alle prese con una situazione che si stava deteriorando molto velocemente. “La bambina inizia a urlare e a quel punto una donna la spinge e la getta a terra” continua Nabu. “A quel punto è intervenuto mio figlio di 18 anni, gli hanno strappato il giubbotto ed è stato colpito anche lui”.

Tre di loro, prosegue la donna, hanno aggredito anche il marito, finché non sono intervenuti altri connazionali nel tentativo di calmare gli animi. Poi è arrivata la polizia e “cinque di loro sono scappati con i cani. Poi è arrivata l’ambulanza e ha portato i miei figli al pronto soccorso -continua-. Hanno ferito il collo e la schiena della bambina e la spalla di mio figlio. E anche mio marito ha ancora un dito gonfio. Presenteremo un reclamo” assicura Nabu, alle prese anche con il trauma che questo episodio ha ovviamente portato, soprattutto alla bambina. “Stamattina mentre andavamo a scuola mi ha detto: mamma, non li troviamo quando usciamo? Questo è razzismo totale – conclude – perché se senti ancora qualcuno dire “vai a casa, negro di merda” è davvero un peccato. È triste. Siamo persone tranquille, volevamo solo divertirci.

 
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