La popolarità di Max Angioni veniva dal piccolo schermo, anche con uno sfondo teatrale alle spalle. Il primo ricordo di lui è del 2021, nel cast di Zelig C-Lab su Comedy Central e con il secondo posto a Italia’s Got Talent nello stesso anno.
Nel 2022 ha partecipato a “Le Iene” e “LOL”. Oltre alla tv, Max Angioni, comasco classe 1990, calca i palcoscenici teatrali con “Miracolato”, il primo spettacolo che lo vede in scena da aprile 2022 a settembre 2023.
Nel 2024 torna in tournée con “Anche Meno”, nuovo spettacolo di stand up comedy con il quale arriva in Toscana per tre date: domani, 8 maggio, al Teatro Cartiere Carrara (ex Tuscany Hall) di Firenze, il 9 alle al Teatro Moderno di Grosseto e la 10ª al Teatro Verdi di Montecatini. Lo spettacolo è prodotto da Vera produzioni, l’agenzia fondata dall’attore livornese Paolo Ruffini.
Che spettacolo è “Anche Meno” e qual è la differenza con “Miracolato”?
«Sono entrambe cabaret. Se “Miracolato” raccontava la storia della mia vita quotidiana, dell’Italia, dei rapporti con i miei genitori, “Anche meno” affronta il momento che sto vivendo, una crisi esistenziale, e mette in prospettiva le cose che mi preoccupavano. Parla di terapia, di educazione sessuale, di vita e di morte, di lutto, con il filo conduttore che è la mia insicurezza. Questo mi ha permesso di scoprire che quello che racconto è condiviso con il pubblico. Molte persone si riconoscono nelle mie insicurezze e per questo non mi sento sola. Cerco però di sdrammatizzare: da qui il titolo “Even less”.
È un testo autobiografico?
“Purtroppo. Voglio parlare di cose che so e che conosco bene. Racconto quello che ho vissuto; Mi sento a mio agio con il filtro della realtà. Nessuno può quindi accusarmi di essere falso o esagerato. Finora ho fatto due spettacoli in questo modo, ma non so se ce ne sarà un terzo”.
C’è interazione con il pubblico e improvvisazione nello spettacolo?
«Interazione sì. Riduco al minimo l’improvvisazione perché è già uno spettacolo lungo (novanta minuti senza intervallo) e poi diventa rapinte”.
Quanto si sta divertendo?
«Pochissimo nella vita, tanto che provo ad andare a calcio. Sul palco diventa una sfida. All’inizio della mia carriera esibirsi significava ansia e stress, ora ho capito come gestirli e quindi adesso mi diverto, riuscendo a creare calore e connessione. E succede il 90% delle volte che salgo sul palco. La Foresta dei Maghi, ad esempio, mi ha sempre detto che il cabaret è uno scambio e un’energia che dipende da entrambi i presenti: il pubblico e il comico”.
Il suo spettacolo è prodotto dall’agenzia di Paolo Ruffini. Come siete entrati in contatto?
«Ci siamo conosciuti durante il Covid. In quel periodo Paolo, che mi conosceva perché avevo fatto il provino in Colorado, aveva prodotto la puntata zero per un programma televisivo. Tutto è stato registrato con tamponi da fare, mascherine e senza pubblico. Ci siamo divertiti in quell’occasione, è stata una boccata d’aria fresca in un periodo di depressione e prospettive zero. Poi mi ha portato nella sua agenzia. Lui è viscerale e ottimista, un livornese, il contrario di me che sono lombardo, quasi svizzero. Le sue caratteristiche sono servite da spinta e darmi forza in quello che faccio. Il nostro è un rapporto di fiducia e di scambio artistico e Paolo mi dà feedback importanti durante le prove, di quelli che lasciano il segno.”
Viene dalla televisione. Qual è la differenza con il teatro?
«La tv ha poco a che vedere con la diretta. La televisione è costruzione, finzione, non è uno spettacolo, a parte Zelig che è uno spettacolo riproposto. Ma la tv è diventata un mezzo fondamentale per arrivare al cuore del pubblico”.
Qual è il tuo rapporto con la Toscana?
«Mi piace molto, adoro i piccoli borghi e poi ogni volta mi concedo vino e carne. Prima o poi comprerò una casa in collina, come quelle che vedo dal treno e che mi fanno impazzire, soprattutto verso il tramonto. I toscani mi dimostrano sempre un grande affetto. Ricordo una bellissima serata al Tuscany Hall qualche tempo fa. Però, per non fare figuracce, sono un giocatore della Juve e con la Fiorentina non abbiamo un ottimo rapporto, ma è colpa nostra”.