Corigliano-Rossano, la “terza città della Calabria”. Ma dal quarto in poi… sono tutti più ricchi di noi – altrePagine – .

CORIGLIANO-ROSANO – Siamo più poveri dei cittadini di Acri, Castrovillari, Cariati, Montalto Uffugo, Paola, Rogliano, Scalea, Diamante, Carpanzano, Praia a Mare, Amantea, oltre che di Rende e Cosenza, per attenerci solo agli ultimi dati statistici relativi alla nostra provincia che rivelano il nostro reddito imponibile pro capitepari a 14.085 euro.

Corigliano-Rossano, la “capitale” della costa ionica cosentina, lo è la cosiddetta “terza città della Calabria”. Si ma solo in considerazione di numero dei suoi abitanti. Il che, peròdal 2018, quando è nata, è sempre diminuito:

dal 1 gennaio di quest’anno i residenti si trovavano a 74.091, con una diminuzione nell’ultimo anno di 209 unità.

Solo numeri freddi?

No, perché “significano” qualcosa – forse anche più di “qualcosa” – e suonano così una spia rossa.

Intendono, ad esempio, questo la città non attira ad alcun “spostamento” i cittadini residenti nei comuni limitrofi.soprattutto tra coloro che vivono nei centri più piccoli e più interni, coloro che per servizi di ogni genere fanno riferimento a Corigliano-Rossano, dove arrivano ogni giorno.

Ma non comprano né affittano una casa lì, stabilendosi lì.

L’esatto contrario di ciò che accade a Rendema anche lungo la costa tirrenica cosentina, a Paola, Scalea, Fiumefreddo Bruzio e San LucidoDove crescono invece i residenti.

Corigliano-Rossano si è impoverita e – secondo le statistiche – la fusione dei due comuni estinti ha impoverito soprattutto Corigliano, che quando era città autonoma aveva sempre eccelso storicamente in provincia di Cosenza e per il reddito imponibile pro capite che per numero di residenti.

È solo colpa della fusione?

Certamente no, anche se l’ultima relazione sulla gestione finanziaria degli enti locali redatta dalla Sezione Autonomia della Corte dei Conti afferma che «se la dimensione della fusione non corrisponde ad un processo identitario consolidato, ma è dettata da logiche contingenti, la sua convenienza operativa deve essere effettivamente dimostrata; superare i 60mila abitanti potrebbe avere effetti opposti dovuti all’aumento della complessità”.

La fusione, era stato ben governato dall’amministrazione comunale, dalla politica e dalla classe dirigente cittadina (mondo delle imprese, delle professioni, delle organizzazioni sociali e sindacali) forse avrebbe potuto rappresentare un’opportunità.

In questi 5 anni, però, nessuno degli attori che avrebbero dovuto occuparsene e prendere sul serio alcuna iniziativa forte e concretasolo qualche conferenza inutile piccoli pugni.

Con una città autodichiarata per quel piacere di poterlo dire (ma a chi, a noi stessi?!) di averlo più a lungo degli altrima solo per i concerti estivi e di Capodanno e per le tante altre costosissime amenità utili esclusivamente a catturare il consenso dei un mucchio di idioti.

Le persone capaci e autorevoli sono state tenute ben lontane dal palco non disturbare la mente del mucchioche con il suo arrogante personalismo amministrava giorno per giorno.

L’8 e il 9 giugno si voterà per le elezioni comunali:

i principali candidati a sindaco sono il candidato alla conferma e un noto consigliere regionale, i cittadini andranno a votare come loro “tifosi”, mentre la “terza città della Calabria” langue nella sua povertà. Amen. [email protected]

 
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