“Lecce, un miracolo costruito con 15 milioni non sufficientemente celebrato” – .

“Lecce, un miracolo costruito con 15 milioni non sufficientemente celebrato” – .
“Lecce, un miracolo costruito con 15 milioni non sufficientemente celebrato” – .

“Un progetto celebrato non basta”. Così il giornalista de La Gazzetta dello Sport Alessandro Vocalelli definisce il “Modello leccese”al quale l’esperto e noto collega romano dedica un lungo articolo di cui proponiamo di seguito alcuni passaggi: “C’è la storia del Lecce, che non è mai stata celebrata abbastanza. Naturalmente non c’è motivo di abbassare la guardia, né di indulgere in trionfalismi anticipati, che non avrebbero senso. Resta però la fotografia attuale, a tre giorni dalla fine. Con quei 37 punti in classifica, anche uno in più rispetto alla fine dello scorso campionato, che ci permettono di guardare con fiducia a questo entusiasmante sprint di 270 minuti”.

Vocalelli poi entra nel vivo della questione: “Non è facile lasciarsi alle spalle sette squadre con gli ingaggi più bassi dell’intero panorama. Con quindici milioni lordi, per intenderci, c’è chi paga un solo giocatore nei primi sette o otto del torneo. Ma quindici milioni lordi sono anche meno della metà di alcune squadre concorrenti costrette a rincorrere la salvezza molto più affannosamente. Eppure il Lecce c’è, con gli otto punti nelle ultime quattro partite che gli permettono di regalare un’accelerazione decisivo per il progetto salvezza, dopo un anno indubbiamente faticoso. Ad esempio, dal giorno in cui, l’estate scorsa, ha deciso di lasciare partire Hijulmand, per incassare una ventina di milioni, con cui avrebbe coperto idealmente tutti gli stipendi di quest’anno, mettendo anche qualcosa in cassa”.

Insomma: “Le difficoltà non si limitavano alla necessità di dimostrare con idee e competenza che sapevamo costruire squadre all’altezza. In effetti anche il Lecce ha dovuto fare i conti con la questione-D’Aversa che finì per sconvolgere i piani. Costretta a fare i conti con un turnover inaspettato, la società ha saputo trovare subito la soluzione migliore. Contare su Gotti, che lunedì avrà l’occasione di provare a mettersi in salvo contro la “sua” Udinese. Un appuntamento significativo per un’azienda che, in verità, ha fatto del senso di appartenenza il suo valore assoluto. Il suo presidente, Saverio, è leccese Sticchi Damiani, che giustamente festeggia sugli spalti anche da tifoso e appassionato, al di sopra di ogni interesse. Il direttore sportivo, Stefano, è leccese Trinchera, poche parole e tanti fatti. E il responsabile dell’area tecnica, Pantaleo, è leccese Corvo, formidabile talent scout e autentico punto di riferimento del club. Perché è lui che racconta silenziosamente come si fa il calcio. Investendo nell’unico valore che non tradisce mai: la qualità, professionale e personale”.

 
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