lui è un rumeno di 23 anni – .

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Scoperta l’identità del 23enne morto dopo essere rimasto bloccato in un bidone di vestiti usati a Canonica d’Adda.

La vittima è Costantino Antonio, rumeno di Fara Gera d’Adda, dove viveva con alcuni parenti, a poche centinaia di metri dalla piazzola ecologica dove è avvenuta la tragedia. Il giovane non aveva precedenti penali, quindi non era mai stato registrato né fotografato, fatto che inizialmente rendeva ancora più difficile identificarlo, per non parlare del fatto che non aveva documenti in tasca.

La ricostruzione

Secondo le ultime ricostruzioni, effettuate a partire dalle immagini delle telecamere e riportate da L’eco di Bergamo, il ragazzo sarebbe arrivato alla discarica di via dell’Artigianato intorno alle 2 di lunedì 6 maggio, quando era ancora buio. Ha scavalcato la recinzione che, a destra dell’ingresso, separa la piazzola da un’azienda privata. Successivamente si è diretto verso il bidone giallo, presentandosi con la testa e le braccia, all’altezza del busto. Sarebbe stato a quel punto che il romeno si è accorto che non poteva più muoversi, né tentando di entrare completamente, né tentando di uscire.

Trattandosi di una zona di magazzini, non c’era nessuno in giro e lui potrebbe aver provato a gridare per attirare l’attenzione di qualcuno, ma invano. Secondo il medico del 118, giunto sul posto dopo la chiamata d’emergenza, il decesso è avvenuto per asfissia dovuta allo schiacciamento del diaframma. Tra l’incidente e il ritrovamento del corpo sarebbero trascorse circa sei ore, anche se le forze potrebbero averlo abbandonato dopo essere rimasto intrappolato per diverso tempo.

La scoperta del cadavere

La scoperta è stata fatta da uno degli operatori del cantiere: arrivato sul posto con un collega intorno alle 8, ha notato qualcosa che penzolava fuori dal cestino. In un primo momento pensò che si trattasse di indumenti usati che erano stati inseriti in modo errato da qualche utilizzatore, ma poi si rese conto che ciò che sporgeva erano delle gambe con delle scarpe ai piedi. Così ha chiamato il 112. Antonie aveva un orologio digitale al polso e un cellulare scarico in tasca: nella posizione in cui si trovava probabilmente non riusciva nemmeno a raggiungerlo.

I prossimi passi

Dopo aver rilevato le impronte digitali, poiché non era stato registrato dalle autorità, non vi è stato alcun risultato. Oggi all’obitorio dell’ospedale di Bergamo la salma verrà identificata dai familiari, anche se l’assenza da casa e le caratteristiche somatiche hanno lasciato pochi dubbi alla polizia sull’identità della salma. In giornata la Procura potrebbe anche disporre l’autopsia, dopo l’apertura di un fascicolo d’indagine.

 
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