«300 bambini senza posto. Usiamo gli asili nido” – .

Utilizzare gli spazi vuoti degli asili nido (ex asili nido) per ospitare i bambini dell’asilo. Per soddisfare le richieste di tutte quelle famiglie che altrimenti resterebbero escluse o sarebbero costrette a ricorrere a finanziamenti privati. «Per il prossimo anno educativo non riusciamo a rispondere a oltre 300 famiglie», spiega l’assessore Elisabetta Bozzarelli. Per questo il Comune di Trento ha chiesto l’utilizzo degli asili nido, ma «la Provincia non ci consente di fare questa operazione». «Quindi – attacca Bozzarelli – non abbiamo una politica seria sulla natalità».
Il caso Povo
Consideriamo un caso concreto. A Povo l’asilo nido «Conotter» conta 33 alunni iscritti su un totale di 101 posti. Cioè 68 in meno della capacità massima. Effetto del calo delle nascite: meno nascite, meno iscritti. «Abbiamo chiesto di utilizzare gli spazi vuoti per l’asilo nido, ma la Provincia ci ha autorizzato a inserire solo 9 bambini», spiega l’assessore, titolare della delega alle politiche dell’infanzia.
Povo non è l’unico caso. A Cadine la scuola «Il melograno» ospita 54 alunni su 101 posti (47 in meno), a Mattarello «Il castello» 154 su 226 (72 in meno). «Gli uffici provinciali raccomandano gradualità e prudenza, ma così non riusciamo a rispondere ai bisogni delle famiglie», tuona Bozzarelli. Le ragioni del “no” della Provincia sono tecniche. «Ma se ci fosse una chiara indicazione politica da parte dell’assessore Gerosa, queste resistenze potrebbero essere superate».
Famiglie in lista d’attesa
In questi giorni gli uffici comunali stanno finalizzando le graduatorie per il prossimo anno educativo del nido, «e sappiamo già che non potremo rispondere a più di 300 famiglie». Tantissimi, forse il numero più alto di sempre. L’anno scorso circa 200 famiglie sono rimaste fuori.
Nella Capitale le richieste di asilo nido sono in costante aumento, essenzialmente per due motivi: da un lato le rette mensili sono molto basse, “la media è di 58 euro”; d’altro canto sono sempre più numerose le famiglie in cui entrambi i partner lavorano. I bisogni della società sono cambiati. Dai dati si evince: a fronte di un calo demografico della popolazione 0-2 anni (da circa 3.100 residenti nel 2014 a circa 2.600 nel 2023), la percentuale annua di domande (relative ai bambini) è aumentata: 43 % nel 2019, 45% nel 2020, 54% nel 2021 e 49% nel 2022.
«Si attivino i centri infanzia»
Da qui la richiesta di utilizzare gli spazi degli asili nido, che invece si stanno svuotando a causa del calo della natalità. Basti pensare che nell’anno scolastico in corso (2023-2024) sono state attivate 131 sezioni a fronte delle 160 potenziali. In totale, su 4.001 posti disponibili, gli iscritti sono 2.763. «Non chiediamo di condividere le sezioni tra bambini dell’asilo e bambini della scuola dell’infanzia, ma di utilizzare gli spazi vuoti delle strutture. Educatori e insegnanti continueranno ad avere due contratti diversi e a lavorare in sezioni diverse – precisa l’assessore – Non chiediamo di attivare il sistema integrato 0-6, ma di ottimizzare gli spazi, di creare centri per l’infanzia. Chiediamo di rendere universale il servizio di asilo nido”. Un esperimento di questo tipo è già stato avviato: «A Sardagna c’era il rischio di chiudere l’asilo, ma ci siamo mossi per tempo con la Provincia. Con un investimento comunale di 1 milione di euro ci sarà dal 2026 un centro per l’infanzia, che permetterà di rispondere alla domanda di posti negli asili nido e di non far mancare i servizi educativi”.
Detto questo, l’amministrazione comunale di Trento sostiene la necessità pedagogica di adottare, in futuro, il sistema unico che integri nidi d’infanzia e scuole dell’infanzia (0-6 anni). Proprio su questo la consigliera provinciale Vanessa Masè (La Civica) ha nuovamente depositato un disegno di legge. «Ma ci deve essere la capacità dell’ente pubblico di investire risorse sugli stipendi dei docenti», considera Bozzarelli.
Intanto per il prossimo anno educativo “stiamo valutando di affittare spazi per le famiglie che restano escluse e di dare un sostegno economico alle famiglie che dovranno ricorrere a finanziamenti privati”, conclude Bozzarelli.
Il servizio asilo nido a Trento
Nella Capitale sono presenti 24 asili nido per un totale di 1.147 posti. Attualmente sono in corso i lavori di riqualificazione dell’asilo nido Orsetto Pandi con un investimento finanziato dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr). I lavori saranno completati per l’anno educativo 2026-27. La nuova capienza sarà di 60 posti nido, 15 in più rispetto al passato.
E in città la capacità di rispondere alle domande (considerati i posti disponibili) è altissima: 96% nel 2019, 76,2% nel 2020 (effetto Covid), 93,6% nel 2021, 90,8% nel 2022 e 85% nel 2023. Ma questo non è abbastanza.

 
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