Piemonte, il centrodestra si riserva la conferma – .

Piemonte, il centrodestra si riserva la conferma – .
Piemonte, il centrodestra si riserva la conferma – .

Tra un mese, oltre alle schede elettorali per le elezioni europee, i Piemontese riceveranno anche quelli per le elezioni regionali. Alberto Cirio (Forza Italia), che nel 2019 strappò la Regione al centrodestra sconfiggendo il presidente uscente Pd, Sergio Chiamparino (49,9% contro 35,8%) anche grazie alla corsa solitaria dei 5 Stelle (13,6%), torna a correre e questa volta sarà il centrosinistra a dover assediare il fortino, operazione affidata a Gianna Pentenero.

Secondo i sondaggi di BidiMedia si tratta di un missione impossibile: tra i due concorrenti ci sarebbe un gap addirittura di oltre 20 punti. Grazie alle qualità del ricandidato ma anche alle divisioni interne al Pd e tra Pd e M5s. Questi ultimi sono guidati da Chiara Appendinoil sindaco di Torino che a suo tempo asfaltava Piero Fassino e lo ha sostituito come sindaco, con un terremoto in cui le ferite non si sono ancora rimarginate. Quindi i due partiti sono divisi e Cirio può dormire sonni tranquilli.

La candidatura del Pd di Gianna Pentenero non ha il sostegno dei vertici

Dimostrando il dimissioni è il modo, in completa solitudine, con cui è avvenuta la presentazione del candidato Elly Schlein che si è collegato frettolosamente dal treno e Stefano Bonaccini dalla macchina. Non solo. La sua candidatura è arrivata all’ultimo minuto, dopo che quella di lei era stata respinta Daniele Vallevicepresidente del consiglio regionale, e Chiara Gribaudo, deputato e vicepresidente nazionale del Pd, un vero schleiniano. La lotta tra correnti portò infine all’armistizio e il clima tutt’altro che idilliaco si capisce da quanto afferma il segretario regionale del PD, Domenico Rossi: «Siamo arrivati ​​all’assemblea decisiva con due mozioni ma alla fine si è sviluppato uno scenario unitario con la volontà di Valle e Gribaudo non tanto di fare un passo indietro, questo non lo chiederei mai, ma di fare un passo di lato . E questo è stato fatto anche grazie alla disponibilità di Gianna Pentenero a candidarsi”.

Ci sta provando adesso. Ha 60 anni, attuali Consigliere del lavoro al Comune di Torino. Dice: «Ci aspetta un lavoro duro e complesso. Vorrei che costruissimo questo percorso velocemente e tutti insieme, nella consapevolezza che possiamo farcela. Per quanto mi riguarda ho già servito questa Regione con due grandi presidenti, Mercedes Bresso E Sergio Chiamparino, e la città di Torino con il sindaco Stefano Lo Russo. In una situazione completamente diversa da quella attuale abbiamo lavorato molto e costruito molto. Quindi credo di avere le carte in regola per guidare la Regione”.

Ha ottenuto il sostegno di Emma Bonino, Matteo Renzi e i Verdi che si riferiscono al centrosinistra e ai radicali. Lui dice Silvia Fregolent, senatore torinese di ItaliaViva «Noi degli Stati Uniti d’Europa sosteniamo il Pentenero. ItaliaViva con la sua community di uomini e donne affronterà con passione la difficile sfida. Preferiamo le idee alle sedute sicure”.

Niente campo largo alle regionali piemontesi: M5s va ​​avanti con Disabato

IL 5 stelle hanno messo in gioco Sarah Disabato, 35 anni, consigliere regionale uscente, che dice: «Sono convinto che la chiave per voltare pagina in Piemonte sia quella di un’agenda programmatica all’altezza della voglia di cambiamento richiesta dai cittadini. E questo cozza con il dialogo che, pur nelle difficoltà e nelle differenze, era stato avviato in trasparenza e franchezza negli ultimi mesi con il Pd per definire gli aspetti programmatici di una proposta politica condivisa e unitaria”.

Aggiunge il leader cinque Stelle Giuseppe Conte: «Abbiamo lavorato generosamente sui contenuti con il Pd senza indicazioni sui candidati e abbiamo avuto oggettive difficoltà. Ciò non significa che il Partito Democratico diventerà un nemico. Abbiamo sempre un orizzonte di dialogo con i progressisti se mettono al centro la buona politica. In Piemonte questo non è successo”.

Il centrodestra ha rinominato il governatore uscente Cirio

Alberto Cirio ha 51 anni, è stato consigliere comunale regionale e parlamentare europeo. Riuscì ad aggiungere ai tradizionali partiti di centrodestra il rinato UDC e il Partito Liberale. «Ringrazio – dice – tutta la coalizione per la stima e la fiducia che ha dimostrato nei miei confronti e che conferma con la mia candidatura. In questi anni difficili, profondamente segnati dalla pandemia, il Piemonte ha saputo affrontare le tante sfide con determinazione e coraggio, recuperando la centralità che è dovuta ad un territorio dove è nata l’Italia e che ha fatto e continua a fare tanto per il nostro Paese. Il Piemonte è la mia terra, averla guidata in questi anni è stato un onore ed ora è un onore avere l’opportunità di chiedere ai piemontesi la loro fiducia per continuare a farlo anche in futuro, proseguendo ciò che abbiamo iniziato insieme”.

C’è anche con lui Azione, che è quindi dalla parte opposta di ItaliaViva. Lo spiega il commissario piemontese del partito Carlo Calenda, Enrico Costa: «Non ci sarà il simbolo di Action ma mi candido, con il consenso di Calenda, nella lista presidenziale Cirio».

L’educazione civica fanno un atto di presenza e niente di più, non sono, come in altri casi, l’ago della bilancia. Chi potrebbe entrare nel consiglio regionale lo è Giorgio Bertolaconsigliere regionale di Europa verde, in testa alla lista piemontese ambientalista e solidale, che però riunisce solo una parte dei Verdi. Ma non sarà facile conquistare la poltrona.

Quindi, salvo colpi di scena, l’interesse all’apertura delle urne sarà sui nuovi rapporti di forza che si determineranno tra i partiti di centrodestra, con il possibile sorpasso della Lega da parte di Fi, sulla salute elettorale del PD guidato da Schlein e sulla situazione consistenza del ridimensionamento dei 5 Stelle. Forse è più da questi risultati che da quelli delle elezioni europee che i partiti potranno trarre indicazioni sull’andamento politico generale.

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