Un milione di euro per la Garisenda del Bologna, Schmidt: “Perché ho donato”

Un milione di euro per la Garisenda del Bologna, Schmidt: “Perché ho donato”
Un milione di euro per la Garisenda del Bologna, Schmidt: “Perché ho donato”

Bologna, 8 maggio 2024 – Una donazione di un milione di euro per Garisenda. È la somma più grande stanziata finora per salvare il simbolo del Bologna a rischio crollo. Il donatore è Eric Schmidt, ex amministratore delegato e presidente esecutivo di Google, vissuto a Bologna da bambino. «Siamo grati a Eric Schmidt e alla sua Fondazione per questa generosa dimostrazione di affetto verso la nostra città e di fiducia nella capacità di salvaguardare il nostro simbolo più importante: le due Torri di Bologna e in particolare la torre Garisenda – dice il sindaco Matteo Lepore –. La nostra città sta ricevendo attenzione internazionale, dobbiamo esserne orgogliosi e consapevoli.

Eric Schmidt, 59 anni, ex amministratore delegato di Google e uno degli uomini più influenti al mondo. Nel box, lui bambino, nel 1964, nel patio della sua casa bolognese

Le due torri hanno lasciato il segno nel cuore di molti, in particolare nel cuore di chi ha vissuto a Bologna. Eric Schmidt è un leader globale del pensiero e dell’innovazione, quindi il suo gesto assume un significato ancora maggiore nella città dei supercomputer e delle torri. Bologna è nel mondo”. Questa donazione segue quella, sempre di Schmidt, di 3 milioni di euro a favore di Bologna Business School. Il ritorno di Schmidt a Bologna è avvenuto con l’affiliazione di Alec Ross, ex consigliere di Barack Obama, come professore alla BBS.

Cosa guida uno dei top manager al mondo, con un patrimonio multimiliardario (Bloomberg lo ha inserito al 54° posto delle persone più ricche del mondo nel 2022), ad investire a Bologna? Cosa spinge un uomo della tecnologia e del digitale a concentrarsi sulla storia, su un monumento a rischio crollo come la Garisenda, che da materiale – molto materiale – rischia di diventare immateriale? E soprattutto, cosa spinge un uomo di nome Eric Schmidt, per dieci anni amministratore delegato di Google e poi presidente esecutivo del colosso, ad affermare che Bologna ha avuto un ruolo fondamentale “nell’ottenere ciò che la vita mi ha dato?” .

La prima risposta potrebbe essere senza dubbio “il cuore”. Sì, perché Schmidt “sente un legame profondo” con il Bologna. “Mi ha influenzato profondamente, sia a livello personale che professionale. Da bambino vivevo qui e ricordo con affetto che giocavo in piazza Nettuno, a due passi dalle Due Torri – ricorda in esclusiva a Carlino –. È fondamentale che la Garisenda, questo importante simbolo di Bologna, venga riportato al suo antico splendore e possa essere nuovamente goduto in tutta sicurezza”. Schmidt, uno dei tre figli di Eleanor e Wilson Emerson Schmidt, professore di economia internazionale anche alla Johns Hopkins University, ha vissuto per due anni, negli anni Sessanta, a Bologna proprio in virtù del lavoro del padre. Casa in via Cino da Pistoia, scuola Montessori, correva sul Crescentone.

Ed è qui che arriva la seconda risposta alle domande iniziali. Cioè Alec Ross e la Bologna Businesss School. Da quando Ross, ex senior advisor di Hillary Clinton e Barack Obama, è entrato come professore alla Bologna Business School del Dean Max Bergami, Schmidt ha incrociato ancora una volta Bologna nel suo viaggio. Non solo per amicizia. Schmidt è venuto qui per una laurea, ha tenuto un discorso emozionante in piazza, ha aiutato la scuola, ha visto Bologna cambiare baricentro, modernizzarsi.

La terza risposta arriva quindi inavvertitamente. Ed è rappresentato dalla parola “futuro”. Per Alec Ross “gli investimenti di questa dimensione non si fanno solo con il cuore, ma anche con la testa ed Eric ha una buona testa. Penso che il futuro che molti di noi immaginano sia quello che rispetta e preserva le parti più care della cultura, tra cui gli Asinelli e Garisenda, ma abbraccia anche l’innovazione. BBS ne è un simbolo. È la business school dell’università più antica del mondo, ma è un punto di riferimento per la formazione aziendale nel campo dell’intelligenza artificiale non solo per l’Italia ma anche per l’Europa. Se sali via degli Scalini e vedi il nuovo campus BBS lo vedi nel concreto: passato, presente e futuro intrecciati in modo coerente”.

Ross ha le idee chiare: «Sono fiducioso nella capacità di Bologna di attrarre maggiori investimenti dall’estero, anche portando qui le sedi di grandi aziende come è successo in città come Parigi, Dublino e Francoforte. I talenti sono qui. Lo stile di vita è L’infrastruttura accademica è qui. Per quanto la gente possa lamentarsi, è una città molto sicura. C’è una visione forte per rendere Bologna una città del futuro”. Ma ogni città che cambia impone nuove sfide: “Ciò che è più necessario ora è aumentare la capacità abitativa, dagli alloggi per studenti a prezzi accessibili agli hotel di lusso a 5 stelle. Abbiamo bisogno di più accomodamenti a tutti i livelli. Quando gli imprenditori vengono qui, troppo spesso vanno a dormire a Firenze – continua Ross –. Abbiamo bisogno di aumenti drammatici, non incrementali, nel settore immobiliare. Una volta che riusciremo a raggiungere questo obiettivo, Bologna sarà posizionata ancora meglio e i benefici saranno distribuiti a tutti i livelli della nostra società”.

Silicon Valley ci guarda. O forse è qui. Quando Reid Hoffman, già alla guida di Linkedin, ha tenuto il discorso di laurea della Bologna Business School, era presente con 45 leader aziendali. Cresce l’affinità degli innovatori americani con Bologna, che ne ama la cultura, ma anche il suo orientamento al futuro con Bologna Business School al centro ma anche con Tecnopolo e Cineca. “Non è tutto merito mio – è sincero Ross –. Ci sono altri protagonisti in questo tra cui il decano di Bbs Max Bergami, l’amministratore delegato di Musixmatch Max Ciociola e Joe Zadeh che è stato uno dei primi dipendenti di Airbnb (lui con la famiglia si è trasferito a Bologna, ndr) e ha realizzato più di 10 investimenti nelle startup italiane. C’è molta energia transatlantica e la donazione di Eric ne è un esempio. Va inoltre sottolineato che la partecipazione non è solo per ‘consumare’, ma per investire, e investire anche nella storia e nella cultura di Bologna come nelle Torri”. Una storia che si estende dal Medioevo ad oggi e dalla Commedia di Dante a Google e Schmidt.

 
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