Padova. Mancato pagamento dell’Iva, assolto in appello il professor Montisci – .

Padova. Mancato pagamento dell’Iva, assolto in appello il professor Montisci – .
Padova. Mancato pagamento dell’Iva, assolto in appello il professor Montisci – .

PADOVA Questo fatto non esiste, in pratica assoluzione con formula completa. È quello pronunciato dalla Prima Sezione della Corte d’Appello di Venezia contro il professor Massimo Montisci. Il medico legale, difeso dall’avvocato Davide Druda, è stato così sollevato dall’accusa mancato pagamento dell’Iva per il quale nel giugno 2022 è stato condannato, in somma, a un anno e due mesi.

LA STORIA

Secondo l’accusa della Procura di Padova il professore non avrebbe presentato il dichiarazioni annuali ai fini IVA per gli anni 2014 e 2016, eludendo così le imposte. Nel primo caso, su un imponibile di 225.741,10 euro, l’importo dell’Iva evasa è stato pari a 53.073 euro; nel 2016 le prestazioni professionali hanno invece prodotto un reddito di 277.862,42 euro, con conseguente evasione Iva di 65.895 euro, secondo la Procura.

LA DIFESA

Nel suo intervento davanti alla Corte d’Appello, l’avvocato Druda ha ribadito la tesi già sostenuta in primo grado: l’avvocato ha spiegato che il fascicolo sull’omesso versamento dell’Iva, le cui sorti sono state ribaltate a Palazzo Grimani, è strettamente legato a quello per cui Montisci ha accettato una pena detentiva di diciotto mesi, con sospensione condizionale della pena, per continuato abuso d’ufficio e continuata truffa pluriaggravata ai danni dell’Università e dell’ospedale di cui è dipendente. Essenzialmente nella sua veste di dipendente con contratto a tempo indeterminato e a tempo pieno dell’ospedale Montisci non può essere considerato alla stregua di un libero professionista. In altre parole, le prestazioni svolte dal medico legale per conto di uffici giudiziari o privati non avrebbero dovuto essere soggetti al regime IVA. Morale: il professor Montisci non ce l’aveva nessun obbligo di emettere fatture.
Per lo stesso motivo, ha inoltre sostenuto la difesa, qualora vi fosse un patteggiamento preventivo per l’attività svolta intramoenia (cioè l’insieme di quelle prestazioni prestate al di fuori del normale orario di lavoro dai medici di un ospedale, che utilizzano le strutture ambulatoriali e diagnostiche dell’ospedale stesso in cambio del pagamento da parte del paziente di un compenso non autorizzato, come è possibile che ora il medico legale venga condannato perché esercitava la libera professione. Anche perché – è stato l’ultimo passo del difensore – ogni questione è stata archiviata anche davanti al Tribunale di Revisori dei conti.

90 GIORNI
Una tesi che i giudici di secondo grado hanno accolto in pieno: le motivazioni saranno rese note tra tre mesi, ma l’assoluzione arrivata ieri in appello suona come un punto fermo dell’intera vicenda

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Il Gazzettino

 
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